Sunday, November 30, 2008
Font de Mora dimissió!
E' che stanotte ho fatto un sogno...
Storie concitate di famiglie e di treni presi all'ultimo momento rimanendo attaccati fuori mentre il treno corre.
Quando mi sono svegliato nel trambusto generale mi è venuto subito in mente Destino Cieco e quella che è forse la più bella scena mai girata intorno ad un treno che parte (e attenzione che sul tema ce ne sono di belle scene!).
Per vederla andate subito al minuto 6.53, altrimenti cliccate qui (YouTube consente i link in certi punti del filmati ma non l'embed)
Saturday, November 29, 2008
Rachel Sta Per Sposarsi (Rachel Getting Married, 2008)di Jonathan Demme
Però essendo passati 13 anni le cose non stanno più come prima e le affermazioni da fare sono altre, ci sono altre necessità e altri equilibri cinematografici da mettere in crisi. Così Demme non solo gira un film con luce naturale, esterni, musica solo diegetica (o fintamente tale) ecc. ecc. Ma lo gira con una videocamera digitale di qualità inferiore a quelle che si possono usare e che danno un effetto simile alla pellicola e lo fa per affermare l'identità di ripresa tra cinema e amatoriale.
Trattando il film di un matrimonio ci sono spesso molte videocamere in scena e molti personaggi che riprendono ciò che sta accadendo, spesso negli stacchi di montaggio la palla passa proprio a queste videocamere che inquadrano la scena al pari di quelle più professionali, e teoricamente invisibili, del regista.
La cosa tuttavia non è sottolineata e solo uno sguardo attento se ne accorge. Non c'è differenza nella fotografia tra le inquadrature vere e quelle rubate alle macchine digitali (anche se nella realtà ci sarebbe), perchè qui sta l'idea di cinema che Demme vuole veicolare con Rachel Sta Per Sposarsi.
E la trama pure guarda al cinema familiare danese, raccontando attraverso il bellissimo script di Jenny Lumet una storia di rapporti lacerati da un macigno che pesa su ognuno.
Tutto ruota attorno al ritorno di Kym a casa dalla comunità di recupero per il matrimonio della sorella Rachel. Kym ha avuto mille problemi e per questi è sempre stata al centro dell'attenzione e anche nei giorni del matrimonio della sorella non riesce a smettere di mettersi al centro di tutto, lei e i suoi problemi.
E la cosa fenomenale davvero è che il film è indubbiamente su Kym e i suoi problemi ma si chiama Rachel Sta Per Sposarsi.
La grandezza del film sta davvero nel saper adattare con profondità, personalità e capacità un impianto europeo al 100% in un contesto americano al 100%, esemplare la scena perfettamente riuscita del saluto alla mamma prima accennato, poi forzato, poi impedito dall'intromissione del padre (vero personaggione del film).
YouDem vs. Red TV
Da Current le due televisioni, quella del PD (YouDem) e quella dei dalemiani (Red TV), prendono la doppia collocazione (satellite e internet) e da quella di Obama l'impellenza politica. Eppure ognuna a modo suo rimedia diversamente quei modi di proporsi al pubblico.
Una sembra la televisione di 50 anni fa, senza nessun possibile appeal giovanilistico, forse l'equivalente di Radio Radicale, l'altra invece vuole prendere i giovani e tenta proprio di fare il lavoro di Current deviando sui contenuti più consoni al partito, ma è flagellata dalla presenza di figure politiche.
III Jornada d'Onomàstica. Toponímia i antroponímia de la Governació de Xàtiva I
L'entrada a les ponències i comunicacions és totalment lliure.
Les inscripcions es poden fer per correu electrònic a: perez_aig@gva.es (indiqueu el nom, cognoms, adreça, lloc de treball, telèfon, correu electrònic i si assistireu al dinar del dia 13).
Avís important: Fonts infiltrades d'El Penjoll comuniquen de l'assistència de Calinca.
Ací teniu el programa (punxeu per vore més gran):
Friday, November 28, 2008
JO VULL TV3
He de confessar que no tinc quasi temps per vore la televisió però quan la fique sempre faig una ullada als canals de la TV3.
A partir de hui ja no podré fer-ho,... per televisió.
Pense que han agredit la meua llibertat per a triar el que vull vore i açò no hem sembla just.
Cabrons!
Solo un regista inglese poteva uscirsene così...
Rispondendo ad una domanda sul personale indiano della troupe e sull'importanza della persona indicata nei credits come co-regista ad un certo punto del suo discorso ha detto
[...]Non che non lo sapessimo già quanto il cinema inglese sia imperniato sulle scenografie e la ricostruzione (o anche semplicemente la costruzione) in studio dell'immaginario filmico, ma diverte vedere come anche inconsciamente è una cosa radicata nella mentalità cinematografica britannica.
la co-regista assieme al primo e al secondo assistente sono stati i membri più importanti di tutti, solitamente invece si dice che i più importanti siano il direttore della fotografia e lo scenografo
[...]
MANIFEST 25 N DIA INTERNACIONAL CONTRA LA VIOLÈNCIA DE GÈNERE
MANIFEST 25 N DIA INTERNACIONAL CONTRA LA VIOLÈNCIA MASCLISTA
66 dones assassinades al nostre país al llarg del 2008, set d’elles a la Comunitat Valenciana. Tres anys després de l’entrada en vigor -en la seva totalitat- de la Llei de Mesures de Protecció Integral contra la Violència de Gènere i un any després de l’entrada en vigor de la Llei d’Igualtat, ens trobem davant aquesta dura realitat que reduïxen a fredes xifres les estadístiques.
Moltes d’aquestes persones assassinades, aquestes 66 dones assassinades, havien denunciat al seu agressor (la seva parella o exparella) i havien aconseguit dels Tribunals de Justícia mesures de protecció i ordres d’allunyament però no va ser suficient per evitar la seva mort.
L’Informe del Govern sobre aquests tres anys d’aplicació de la Llei Integral, indica que ha augmentat el nombre de denúncies i de casos jutjats però ha baixat el nivell de sensibilització de la societat davant d’aquest greu problema que ens pertoca a totes i a tots i que, per tant, ens correspon a tota la societat resoldre’l.
Des de la Plataforma Feminista d’Alacant fem una crida a la ciutadania perquè, entre totes i tots, redoblem els esforços a denunciar, jutjar i mantindre una tolerància zero amb els maltractadors així com a incrementar el recolzament social a les víctimes .
Tots els indicadors econòmics i laborals segueixen demostrant que les dones tenim un percentatge major d’atur, una mitjana de retribució inferior a la dels homes, malgrat realitzar la mateixa activitat, i unes quotes ínfimes de representació en els consells d’administració de les grans empreses d’aquest país.
És per això que EXIGIM a les diferents instàncies de l’Administració (estatal,autonòmica i local) que compleixquen amb la seva part de responsabilitat en el desenvolupament total de les mesures legals adoptades i que l’eradicació de la Violència de Gènere sigui un punt prioritari en les seves agendes.
Per a que tot això es puga aconseguir, considerem de manera crucial, en primer lloc, augmentar la dotació pressupostària i els recursos humans que requereixen les esmentades lleis, i en segon però igual d’important, potenciar l’educació en el valor de la igualtat per a les xiquetes i xiquets del nostre país i de la nostra Comunitat, com una aposta de futur d’una societat que confia en viure, com més aviat millor, sense més víctimes de la violència masclista.
De fet,la política educativa del President de la Generalitat, Francisco Camps, i del Conseller d’Educació, Alejandro Font de Mora, amb el seu capficament per impartir l’assignatura d’Educació per a la Ciutadania en anglès suposa un clar boicot a la coeducació en igualtat i explicita el veritable lloc que ocupa per a ells la consecució de la igualtat real entre homes i dones.
Nosaltres continuarem treballant per aconseguir aquesta igualtat real, per a decidir plenament sobre el nostre cos i perquè no hi haja ni una víctima més dels maltractadors. Però necessitem de totes i tots per aconseguir-ho.
http://www.plataformafeministalicante.blogspot.com/
Thursday, November 27, 2008
Quella volta che feci imbestialire Katzenberg
In sostanza Katzenberg, numero uno della Dreamworks, produttore di gran parte dei film Disney della prima parte degli anni '90 e di pietre miliari come I Predatori Dell'Arca Perduta (insomma un'uomo che mi ha intrattenuto da quando ero piccolo e che ora mi fa ridere con i suoi cartoni), è venuto a Roma a presentare il 3D.
Ha portato 20 minuti di Monsters vs Aliens in 3D e ne ha spiegato le meraviglie, i segreti, i pregi, gli scopi.... Insomma ha fatto l'imbonitore da fiera. E l'ha fatto bene. Il 3D poi funzionava anche ma non è che mi abbia lasciato di stucco.
Lui comunque le ha sparate forti vi metto quindi di seguito qualche highlight d'effetto:
Finora il cinema ha usato solo vista e udito, ora c'è una nuova possiblitàEppure la scena migliore si è svolta dopo.
il 3D sarà ovunque, perchè noi effettivamente vediamo in tre dimensioni. E' il prossimo grande passo evolutivo dell'audiovisivo
Il 90% della pirateria è camcording nei cinema e senza occhiali specifici l'immagine sullo schermo fa veramente schifo, percui nonostante i pirati siano abituati a immagini pessime penso che queste li terranno alla larga. Certo sono conscio che prima o poi troveranno un sistema per riprendere anche il 3D in maniera efficace, ma per un po' staremo al sicuro
Dovete immaginare ora però che Katzenberg è una figura berlusconiana, un po' il megadirettore angelico di Fantozzi, una personsa potentissima, affabile, svelto e in un certo senso fascinoso. Non un regista e quindi non un artista o presunto tale, ma un uomo d'affari, uno squalo.
Ecco con il procedere dell'intervista il mio ricorrere su certi temi e l'ossessività delle domande credo si siano fatte un po' troppo insistenti...
Riporto un po' di highlights (figuratevelo interpretato da Jack Nicholson).
GP: Non vedo molte differenze registiche con i film in 2DNon è stata un'intervista facile...
JK: Ma allora è la stessa che è successa con il passaggio dal bianco e nero al colore, coloravano immagini all'inizio ma ora il colore ha una dimensione
GP: Questo è il punto! I primi film a colori erano solo colorati, però poi il colore è stato usato per trasmettere emozione e la stessa cosa per il suono!
JK: Sai, non credo che sia così semplice.
[...]
GP: Ad esempio in Polar Express o in Beowulf Zemeckis aveva fatto alcune cose molto impressionanti come la grande ripresa all'indietro che...
JK: Ecco vedi è qui che non concordiamo! In Beowulf ci sono spade che escono dallo schermo e ti arrivano qui [fa il gesto di puntarmi una spada in faccia e mi arriva con la mano ad un millimetro dal naso guardandomi fisso]
[...]
GP: Più che altro temo per il lungo periodo quando la gente sarà abituata al 3D, a quel punto spendere di più potrebbe...
JK: Ragazzo! Io ho 4 miei film in produzione e tutti in 3D. E' la scommessa della mia vita, credo tu debba essere più ottimista
[...]
JK: Tu oggi l'hai visto e ti ha stupito!
GP: Ma non sono lo spettatore medio
JK: Si invece! Secondo te lo sono forse io?
GP: NO!
JK: Non dirlo neanche per scherzo! Invece lo sono! Ho passato tutta la mia vita a fare cose che mi piacciono e ora il pubblico ama e va vedere in massa i film che faccio e che mi piacciono. Sono o no sono lo spettatore medio?
Última actualització de les inscripcions dels Premis blocs de les Comarques Centrals del PV
Madagascar 2 (Madagascar: Escape 2 Africa, 2008)di Eric Dranell Tom McGrath
Perchè la Dreamworks ha scelto una strada e sempre di più sta radicando questa scelta probabilmente con l'idea di differenziarsi dai concorrenti (è molto poco chiara per gli spettatori la differenza tra Pixar e Dreamworks, cioè quali film siano dell'uno e quali dell'altro) puntando tutto sulla comicità, e non dico appositamente "commedia", parlo proprio di comicità.
Già in Shrek questa tendenza era molto chiara, con il procedere della serie la trama e l'interesse nei risvolti tra i personaggi era sempre minore mentre sempre più importanti si facevano le gag, fino al terzo ridicolo film in cui c'è a stento un filo logico che unisce le (molte divertenti) gag quasi in stile Saturday Night Live.
Il seguito di Madagascar sembra ricalcare quest'impronta solo con un po' di esperienza in più, la storia infatti non è azzerata ma solo semplificata. Si tratta del classico confronto paterno e del contrasto tra ciò che si dovrebbe essere e ciò che si è, tra le aspettative familiari e le pulsioni individuali. Tutti temi molti noti al pubblico, facilmente riconoscibili e trattati in fretta perchè poi il cuore di tutto sono i pinguini e le scimmie, gli ippopotami "negri" e le gag delle zebre.
Come al solito poi il risultato è molto divertente anche a tratti in una maniera "adulta", cioè che prende di mira concetti, idee e fatti di cui può avere esperienza solo un adulto (come la parte sulla partenza in aereo e sul controllo anti-forbicine) senza però dimenticare la comicità più immediata per un pubblico più infantile. Insomma quell'incastro tra diversi piani di lettura comici che non è semplice e riesce bene alla Dreamworks. Ma le storie stanno da un'altra parte.
Carta a Rus
Exc. Sr. Alcalde Rus:
Ahir 26-11-2008 vaig contemplar un terrible espectacle al meu carrer Hort de l'Almúnia de Xàtiva, de la ciutat que vosté governa fa uns anys. Un dels dies més freds de l'any, una persona es disposava a passar la nit al carrer refugiant-se a la boca del nostre garatge. Indignada i preocupada per aquesta persona, vaig parlar amb una veïna i em va dir que la Policía Local ja hi havia estat allí. Vaig tornar a telefonar a la Policia i un policia em va dir: "Sra lo siento, pero no hay albergues en Xàtiva, la monjita ya no está".
No donava crèdit al que estava escoltant. Vaig penjar el telèfon entre la impotència i la perplexitat. He passat una nit horrorosa.Quan m'he alçat he pensat que havia de fer alguna cosa. Sr. Rus jo vull una ciutat acollidora i no sols per al rics, les persones sense sostre arrosseguen sovint històries molt tristes i el mínim que podem fer per aquestes persones en aquesta "societat civilitzada", es donar-los un lloc per passar la nit, ja no demane més, ja que per a vosté la política social amb ells i amb altres, és la gran oblidada.
Atentament,
Correu electrònic de l'Ajuntament de Xàtiva: correo@ayto-xativa.org
EXCURSIÓ AL BARRANC MORENO (BICORP)
Ens ha arribat un correu informant-nos de l'excursió al Barranc Moreno. Ací vos deixem la informació:
La Coordinadora pro-Parc Natural Massís del Caroig et convida a participar en esta excursió organitzada pel C.E.V. amb el suport de la Coordinadora pro-Parc.
Paratges com els que es troben a Bicorp, justifiquen sobradament la creació del Parc Natural. Açí et facilitem l'informació necessaria per gaudir de l'excursió.
El camí que antany unia les poblacions de Bicorp i Jarafuel, ens endinsa per un dels més bells cursos fluvials del Massís, un pasadís modelat per la força de l'aigua en la profunda soledat del cor del massís. Sobre el seu llit, "La cova de la Balsa de Calicanto" i la crònica de les seues decoracions rupestres, ens ajuda a recrear amb la imaginació el fosc univers dels caçadors associats a l'aigua.
Dades d'interés:
- Guía: Rafael Cebrián Gimeno
- Cicle: En defensa del Caroig
- Eixida: Diumenge 30 novembre 2008
- Lloc de trobada per inici excursió: Rotonda de entrada a Bicorp. a les 9:20h. Tot seguit, esmorçar i inici del sender. Els del CEV vindran en autobus i la resta pels seus mitjos, es convenient organitzar-se per utilitzar el mínim de cotxes.
- Hores de marxa caminat: 4 h. +/-
- Dificultat: ***
- Itinerari: Bicorp - Senda de Jarafuel - Barranc Moreno - Pintures rupestres de la "Cova de Calicanto" - Bicorp. (PR-CV 173) vore full adjunt.
- Per fer previsions, es convenient confirmar asistencia enviant missatge a: otili@orange.es
Tuesday, November 25, 2008
Immersion
Il video (qui in qualità un po' migliore ma non embeddabile) è bellissimo, c'è tutto lo sforzo concettuale e il divertimento puro dei videogiochi, la passione e l'immersione. In più, come per molte delle cose ben montate, mostra la potenza del linguaggio audiovisuale e la forza del falso per la quale non sempre ciò che si vede sembra ciò che è.
Per questo motivo ognuno sviluppa un'affezione particolare per uno dei videogiocatori più che per gli altri. Io preferisco quello con le cuffie che mentre gioca sembra che sia intento in un atto autoerotico.
Anche se pure quello con i capelli lunghi biondi e lisci ha il suo inquietante perchè.
Happier travels through Street View with Pegman
Today we're happy to announce some big improvements to the Street View feature in Google Maps! Thanks to feedback from our users, we've now made Street View even better and easier to use.
For one thing, Pegman, our plucky mascot, is now close at hand wherever you go. He hangs out right on top of the zoom slider:
To enter Street View, drag Pegman to a street (or just keep zooming in all the way, and the lowest zoom level is now Street View imagery). Tip: if you hold Pegman over a location for a second, you'll see a preview of what it looks like. Which direction you're facing depends on which side of the street you drag to:
Also, we've revamped the layout of Street View to give you more room for looking at really big stuff like the Colosseum in Rome, or for zooming in to get a better look at small stuff like this space invader mosaic in Paris.
The minimap in the corner lets you see the surrounding area. To see Street View and the map at the same time, you can click on the icon at the top left of the minimap. Looking up driving directions? This split screen view is especially handy for previewing turns along the way, and each step will be listed at the top of the Street View image.
Posted by Stephane Lafon, Software Engineer & Andy Szybalski, User Experience Designer
Hui, 25 de novembre: Dia Internacional del Laïcisme i de la Llibertat de Consciència
Adding some style to the wiki on Google Code
Based on user feedback, we added a few highly requested features to the project hosting wiki on Google Code.
To improve navigation from one wiki page to another, we added side navigation across wiki pages (e.g doctype docs). You can add a 'Wiki sidebar' by specifying the wiki file that describes your side navigation in the Administration tab under Wiki settings.
To help navigate a wiki page, we added the ability to add a generated table of contents. To add a table of contents, just copy the following syntax to your wiki page.
<wiki:toc max_depth="1" />Finally, to improve the style of your wiki pages we have added some html support. For more information on what html is supported, take a look at the documentation.
As always, we look forward to your feedback.
Cellulite e Celluloide - Il podcast
In tutto questo ospite speciale "il signor qualcuno", attore enologo che ha preso parte alle riprese di Baaria, l'ultimo film di Tornatore, e che descrive senza esitare come un colossal. Mah....
Nel finale c'è anche tempo per una polemica sul fatto se Scorsese sia un artista o no. Scontata la mia posizione.
Per i file occorre ringraziare il prode Luca che pur non avendo nulla a che vedere con l'amministrazione della radio ha deciso in proprio di registrare, tagliare e mettere online i file.
Ordunque adesso anche se non siete di Roma o dintorni potete godere anche voi di queste perle radiofoniche e sottoscrivere i podcast come più vi aggrada. O consultare l'archivione.
Solo Un Padre (2008)di Luca Lucini
Tratto da un libro il film di Lucini è un filmetto, etto etto, con qualche pretesa in più del solito che affiora in alcune sequenze abbastanza retoriche e melassate (in riva al mare con il bambino in braccio a riflettere sul senso della vita e della paternità), ma che poi azzecca per larga parte davvero il ritmo giusto, le cadenze farsesche (aiutato da una colonna sonora che si fa notare per funzionalità e non è la solita da film italiano!!) e che utilizza benissimo Luca Argentero, non grande attore ma ottima maschera di bello poco sicuro.
Ed è proprio da questa figura principale di uomo bello, affermato ma in fondo semplice, da poco, un po' pavido e assolutamente medio che il film trae grande forza. Quello intepretato con naturalezza da Luca Argentero è un gran bel personaggio (nell'ambito del suo genere ovviamente) non eccessivamente semplice ma perfettamente funzionale alla storia, inusuale e ricco di spunti, tutti ben sfruttati.
Ah! Se il nostro cinema medio potesse essere tutto così!
Monday, November 24, 2008
La perfetta sintesi
Questo prova che robot giganti del cazzo non tengono testa a milioni di ragazzine urlanti
Education for the Citizenchip (o una cosa així)
Querido diario: Today, en el barracón donde damos class, con la calor que hacía, hemos tenido una cosa guay que se llama "Education for the Citizenchip" o algo así. No sé bien cómo se escribe, pero es que creo que eso no va para examen, así que tanto da. Es la única class en la que tenemos tres teachers. Uno es el de Philosophy, que cuenta lo de siempre. Bueno, no sé si es lo de siempre, pero sé que le sigo sin entender, que se lía el tío cosa mala con unos tíos ya dead que dijeron cosas estrange. El otro teacher es la de English, que translate todo lo que dice el philosopho, que tampoco sé si se escribe así. Lo malo es que, con este lío, no acabo de saber qué va para examen, si lo que dice one o la other. Pero ya lo preguntaré el day antes. Hay un tercer teacher que se sit en un corner y está muy atent. Digo que será teacher porque no se pasa la clase speaking con la de al lado como hacemos todas las demás y, encima, toma notas como si le fueran a examinar al día siguiente. No nos atrevemos a decirle que así no se study porque, como es tan old, nos da cut o corte.
Yesterday el teacher de philosophy estaba cabreado y decía que aquello era una patochada. La de English no sabía cómo traducirlo y estuvo dándole vueltas hasta que le dijimos en nuestro best English, "speaking words of wisdom: let it be" (como sing nuestros fathers). Total, lo que fuese a traducir nos la traía al pairo ya que ya habíamos entendido lo del philosopho, que, al fin y al cabo, hablaba una lengua que sí que nosotros understand. El philosopho siguió con su cabreo, miraba de reojo al que no hablaba y only escribía, y afirmó que todo eso era cosa de los falleros. La de English está recién llegada de Badajoz y le falta algo de vocabulario English-fetén. Dijo, y encima en Spanish, cosa que hizo escribir todavía más al señor que sólo escribía (yo creo que no es un teacher. Debe de ser un míster, pero no de football -que se pronuncia fútbol, que yo no lo sabía-, sino en el sentido de Mister T, el del Equipo A que ahora venden en DVD), digo que dijo algo así como "those who fail" o "failing" y el de philosophy se cabreó todavía más y se puso a decir tacos en Valencian, que es el first time que se lo oímos.
La de English, entonces, dijo que ella era translator del Spanish al English, pero que no sabía Valencian, a lo que el philosopho le contestó diciendo que él no hablaba Valencian sino Catalan, que fue el moment en el que el míster sí que intervino para decir que eran lenguas absolutely different y que hasta había translators del Valencian al Catalan y del Catalan al Valencian para que la people pudiera entenderse, que si no se traducía no se entendía nothing. For if the flies (que yo no sabía que quiere decir "por si las moscas"), la class siguió y nos enteramos de muchas cosas interesting. Claro, era una class como introduction y no iban ya a atiborrarnos con Kant, que creo que es americano y familia de Kent, Clark Kent. Muy guapo él, of course. Kent, no Kant.
Nos contó (y la otra, traduce que te traduce sin que entendiésemos ni papa) que en los United States (of America; resulta que hay more United Stated en el world: of Mexico, of Brasil...), eso: que en los United States habían cambiado el test para la citizenchip (supongo que allí lo llaman como nosotros y que las clases las darán en chino con traductor, of course). Lo del test tiene su gracia: el philosopho llama prueba a lo que nosotros llamamos test y ¡la de English también! Bueno, pues que habían hecho un change en el test y ahora era más dificult pasarlo y si no lo pasas, no puedes ser citizen. Debe de ser como nuestra "Education for Citizenchip", que si no pasas el exam, estás jodida. El cambio de test había costado varios millions of dolars. Ahí también me lie, porque cuando el philosopho dice "miles de millones" la de English translate como "billions" y cuando uno dice "billones" la otra dice "trillions". Otro lío. ¿Cómo será lío en English? ¿Iraq?
Otra cosa curiosa ha sido cuando el philosopho ha dicho, porque le gusta hacer referencias a los newspapers del day como si nosotros hubiésemos leído alguno en toda nuestra life, no sé qué sobre el crack. Manolo se ha puesto muy contento porque ya era hora de que se hablase de algo serio: el football. Y se ha puesto a dar nombres de cracks, que si del Royal Madrid o del Athletic o del Sporting of Gijón. El philosopho le ha dicho que no, que crack es una cosa que va a impedir que dejemos los barracones y que nos pongan teacher de Mathematics, que lleva un año sin aparecer, en maternal leave o por depression, no sé, y no le hemos visto la cara al sustituto porque los falleros (failing, creo que son) dicen que no tienen money para esas shits. Cuando el director dijo que para el inspector sí que había money, por lo visto no había en aquel momento translator del Catalan al Valencian y la cosa quedó en eso: en water of borrajas.
Te estoy writing esto porque he intentado dar una explanation a una friend que viene de otro country y no entiende nothing. Dice que estamos fools o crazy. Yo le he dicho, que "if, if" (porque pronto voy a ser trilingüe), nada de fools. Que es una planification muy intelligent para integrarte a nosotros en el world. Ella me ha dicho algo sobre un tal Kafka (debe de ser un chico de Erasmus). Yo le he dicho que to learn to jump the laws es lo primero que debe aprender un ciudadano. Como no lo entendía, se lo he tenido que decir en Spanish: aprender a saltarse las leyes. Y hemos quedado en irnos a la disco que es el único sitio en el que no hace falta hablar, porque la música no deja oír lo que se dice. Me pegaré un chute, buscaré un maromo para llevármelo a la piltra y fuck un rato y les diré a mis padres que estoy estudiando "Citizenchip" en casa de Jenifer.
Twilight (id., 2008)di Catherine Hardwick
Nel cinema (monosala e grande, una rarità) eravamo io e 6 ragazzine divise in due gruppi da tre, che durante l'intervallo si gridavano da una parte all'altra della sala: "Di che scuola siete?" e durante il film commentavano ad alta voce e scattavano foto col flash. Mi hanno regalato una marea di chicche esilaranti.
Ma a vincere è stata un'altra figura. Un genio. Il bibitaro, quello che all'intervallo passa con popcorn e coca cola. Basso, tozzo, ben oltre la mezza età ma che con aria faceta e spensierata si avvicinava ridacchiando e dicendo: "Aho! So' 'n vampiro! Che non ce lo sai?!". Respect.
Il film è stato ben meno divertente del contesto purtroppo. E peccato perchè la prima parte non era male. Avevo visto i venti minuti d'anteprima all'auditorium e mi era sembrato proprio Buffy, in realtà solo la seconda parte è così.
La prima parte invece è quella che ha l'arduo compito di condensare in pochi minuti il lungo e travagliato corteggiamento fatto controvoglia e contronatura che porta il leone ad innamorarsi dell'agnello. E nonostante si intuisca l'esigenza di molto più tempo per dispiegare la lenta conversione dall'odio all'amore, dal desiderio famelico a quello carnale, lo stesso l'idea dei colori desaturati e metallici, il pallore continuo (anche della protagonista) e il contrappunto (spesso giocato sugli sfocati) con gli altri ragazzi sortiscono l'effetto riuscendo nella sintesi estrema di quella che poi dovrebbe essere la parte più interessante di tutta la storia. E nonostante tutto il film si svolga in un mondo a parte (una cittadina mai baciata dal sole) lo stesso i due protagonisti sembrano a parte anche in quel mondo a parte.
Dopo invece è tutto un divertissment tra battaglie, partite di baseball e atti sessuali non consumati per non rischiare di essere sopraffatti dall'eccitazione e divorare la donna amata. Eppure. Non sarò certo il primo a dirlo. Ma sotto sotto. Questa storia d'amore in cui "occorre trattenersi", in cui ci si bacia dopo una vita e ci si tocca poco pur amandosi tanto. Insomma non mi piace vedere un complotto dietro ogni cosa, se l'avessero girata in Francia nemmeno ci avrei pensato ad una visione bigotta. Ma è pure americano...
Più che altro ci vorrebbe qualcuno che si prendesse la briga di fare un bello studio socio-cinematografico sulla figura del vampiro e le sue mutazioni, cioè su come siamo passati dal vampiro anni '30 che gira in frac all'opera e fuma le sigarette lascivamente a quello moderno che è un sanguinario che morde, squarta e combatte. Il Dracula classico non si sarebbe mai messo a combattere, al massimo mordeva le signore (e non lo donne da poco) sul collo e ancora meglio sul polso mentre elle sono riverse dalla goduria, un vero lord!
Al giorno d'oggi anche i vampiri non sono più quelli di una volta. Dall'essere dei veri seduttori di classe sono passati (ma già nel Dracula di Coppola) ad essere umani e colmi di sentimenti contrastanti che ti fanno penare per un bacio.
Ci vuole qualcuno che scopra le motivazioni sociologiche di tale cambiamento. Chi si offre?
MOTS DE PATXANGA (II)
En la llista que us presente ara no inclouré les frases que comencen per Fer, de l’estil: “Fer un sol que atalba”; estes les deixarem per a l’espai reservat a les parèmies Descriptives o situacionals. Evite també incloure les construccions amb el verb Fer i amb significats directes, de l’estil: “Fer la impressió”, “Fer-se el sord”, “Fer (una cosa) malícsia” o “Fer rogle”, entenent que en estos casos la frase creada no va més enllà del que el nom ha aportat.
Dit això, anem allà (que ací ja estem):
FER:
Fer-ho tot a banderes./
Fer-ho tot ascles./ jas./ pols.
Fer amb una mentida un sopar agre.
Fer l’anada de Caliu, que se’n va anar en hivern i va tornar en estiu.
Fer el bambau.
Fer-se la boca aigua.
Fer-se el bobo per no entrar en quinta.
Fer botiges.
No fer ni un brot.
Fer carussa.
Fer un cas com un cabàs.
Fer coll de figa.
Fer combregar amb rodes de molí.
Fer coveta.
Fer-se creus.
Fer-se-li (a algú) de dia.
Fer-se-li (a algú) de nit.
Fer dentetes.
Fer l’escoltellet.
Fer-se l’estret./ l’estreta.
Fer fer randa sense boixos.
Fer (algú o alguna cosa) feredat.
Fer-li figa (a un mateix o a algú) les cames.
Fer fugina.
Fer-la grossa.
Fer la guitza.
Fer l’indio.
Fer-se el llonguis.
Fer la mà./ la mà a sant Roc.
Fer el miracle de Mahoma: dormir-se al sol i alçar-se a l’ombra.
Fer el ninot.
Fer nona.
Fer un nuc al rabo.
Fer el numeret.
No fer a (algú) ni ombra.
Fer-se una palla.
Fer-se palles mentals.
Fer el pallasso.
Fer pena.
Fer perla.
Fer la pilota.
Fer la puta i la Ramoneta.
Fer-se el quelo.
Fer el rendevú.
Fer-se-li (a algú) tramús la boca.
Fer traure (a algú) els cabells verds.
Fer la viu-viu.
FER EN COMPARATIVES:
Fer-se com la tia Quica./ Genara.
Fer més hores que Cascorro./ que Meló./ que un rellotge.
Fer (algú o alguna situació) més por que una tronada./ pedregada.
Sunday, November 23, 2008
Les catalinetes i els catalinots van al Bioparc...
Avui les catalinetes i els catalinots ja no pugen al Castell o van al Calvari Alt, avui van al Bioparc. Ho sé pel meu nebot que té sis anys. Li vaig preguntar si sabia la famosa cançoneta:
- Les catalinetes juguen a boletes
- els catalinots juguen a bolots.
- Tu catalineta,
- tu que vas i vens
- di-li a ta mare
- que vinga correguents..."
Recorde que nosaltres o la nostra generació pujàvem al Calvari Alt, especialment perquè el teníem enfront del col·legi. Altres de vosaltres, tal vegada pujàveu al Castell o a Sant Feliu. Portàvem el berenar amb el torró de gat, que s'apegava tot al paper i que estava molt bo però que s'enganxava al queixals que no veges... i cantàvem la cançoneta, per descomptat.
Ma com'è sto 3D?
Il 3D in realtà molti l'avranno anche già provato, è un anno buono che è presente in tante sale italiane (specialmente al nord), però non essendoci ancora a Roma (cosa veramente ridicola) io non l'avevo ancora testato. O meglio non a questi livelli d'eccellenza (tecnica) perchè poi piccoli esperimenti di tre dimensioni me li ero già fatti.
Insomma questo 3D è qua per rimanere?
Non si può dire ma di sicuro si può dire che quella che ho vissuto non è stata una grande esperienza. A prescindere dal film, Bolt, che vale poco, l'apporto dato dal 3D (che valendo poco il film poteva risaltare) è stato pressocchè nullo. Certo Bolt non è un film che nasce pensato per le tre dimensioni e quindi non incorpora soluzioni che esaltino la novità tecnica ma ci sono stati diversi problemi.
Innanzitutto io che sono positivista sempre nei confronti della tecnologia e che mi lamento poco sono stato abbastanza infastidito da subito all'idea di dover vedere tutto un film così, perchè da subito un pochino mi facevano male gli occhi. Quel dolorino che senti quando fai fatica a mettere a fuoco le cose, anche se nello specifico il problema non era la messa a fuoco ma la gestione inconscia della visione stereoscopica.
Il fastidio, lo ammetto, se ne va dopo poco però e non mi ha pesato vedere un intero film in 3D. Il problema però è stato il fatto che come spesso capita avessi davanti uno con una capoccia gigante che un po' invadeva lo schermo e questa presenza reale nella visione stereoscopica con occhiali dà veramente fastidio, è proprio un elemento che ti fa venire voglia di levarti gli occhiali.
Come infastidisce il fatto che lo schermo non saturi la visione, cioè che la parte che effettivamente gli occhiali rendono tridimensionale (ovvero lo schermo cinematografico) non è il totale della visione degli occhi. Quindi pur guardando fisso il film contemporaneamente si vedono anche le cose intorno che non sono 3D e questo contrasto (sommato alla capoccia di quello davanti) è un altro motivo di fastidio.
Infine gli occhiali pesano sul naso. Io di mio non ne porto di occhiali e forse non sono abituato. Ma pesano (chi porta gli occhiali comunque può portare sopra quelli per il 3D che sono più grandi apposta).
Tutte queste lamentele che sono molto poco "cinematografiche" però sarebbe volate via in un attimo e non le avrei nemmeno notate se il film avesse fatto un uso spaventoso del 3D, in realtà invece la profondità in Bolt è usata solo come un effetto speciale. Come tanti altri.
Si, l'inquadratura è più profonda. Si, ti dà l'idea che potendo arrivare a toccare lo schermo si andrebbe oltre. Si, sebra una vera finestra. E allora?
Forse qualche sequenza d'azione ne ha beneficiato. Ma nient'altro. Un po' d'impressione per un paio di elementi che sembrano uscire fuori e basta. Alla fine non è servito a nulla.
Tornato a casa su Sky (in televisione quindi) davano Apocalypto, era quasi finito. C'era la scena in cui Zampa di Giaguaro scappa dai Maya nelle foreste. Una scena molto forte, dove si percepisce grande ansia e grande pressione, dove il senso di "trappola" e di "caccia" sono fortissimi, dove ci si identifica immediatamente con l'inseguito e si teme subito per la sua vita come per la propria. In quella scena uno degli inseguitori tira una lancia e il montaggio stacca inquadrando da davanti davanti il protagonista che corre e quindi questa lancia che arriva da dietro sfiorandolo appena e passando accanto all'obiettivo (o schermo che dir si voglia). Lì mi è preso un colpo. E' stata quella l'esperienza vera tridimensionale della serata.
Update:
Sembra che qualcosa sia andato storto nella proiezione in questione e che quindi i molti difetti siano stati imputabili a problemi in cabina di proiezione.
E' tutto raccontato in questo forum di addetti ai lavori. Bisogna andare su Digital Cinema e poi 3DDay.
Saturday, November 22, 2008
Ultimatum Alla Terra (The Day The Earth Stood Still, 1951)di Robert Wise
E' stato con gli anni '60 che il cinema di fantascienza ha cominciato a far prevalere quella dimensione metaforico/introspettiva su quella dell'orrore (che tuttavia è sempre rimasta, basti vedere Independence Day).
Ultimatum Alla Terra è un inusuale film di fantascienza dai toni di tensione e paura che professa un ideale pacifista ed ideologico. La storia della caccia all'alieno Klatu, portatore di un messaggio di pace e tolleranza che non viene compreso dagli umani, si connota dalla forte tensione che la presenza del suo automa/protettore dagli immani poteri porta con sè. Una tensione tipica da anni '50 cioè quella paura data dalla percezione condivisa che la scienza operi secondo leggi, maniere e modalità inconoscibili all'uomo comune.
Il film di Robert Wise però con l'altra mano lascia alla sola scienza la speranza di salvezza. Ultimatum Alla Terra è infatti insolitamente concentrato su dialoghi e spiegazioni e sulla matematica come grande linguaggio universale (una cosa anticipa molta fantascienza futura come quella di Contact o quella di Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo).
Molto verboso e con pochissima azione ben concentrata si tratta di uno dei più originali punti di contatto tra fanta e scienza, tra paura dell'ignoto e ricerca del noto, cioè delle reazioni umane e dell'incapacità della nostra razza di comprendere i diversi e assimilarne i messaggi di pace.
Esilaranti come sempre in simili film le mille piccole cose incredibilmente datate, come i costumi degli alieni, i dischi volanti, il fatto che ad un certo punto addirittura Klatu dica "Solo l'onnipotente può dare e levare la vita" (come se su un altro pianeta fosse scontato che siano tutti cristiani) e l'idea dell'onnipotenza fisica dell'essere alieno.
Interessante sarà vedere il remake, anche solo per capire cosa possano adattare di una storia così datata.
Friday, November 21, 2008
Some favorite Google Maps features now for iPhone
I waited in line on launch day to buy my first-generation iPhone, and ever since then it has never left my side. The best part is that it keeps getting more useful with every software upgrade Apple puts out. This time around, Apple has improved their version of Google Maps by putting even more Google features in your pocket.
The most eye-catching one is Street View: Apple's silky-smooth implementation makes it a joy to pan around the world. You might wonder why you'd want to look at panoramas of the world while you're already out in it, but I've found it handy for getting an idea of what to look for when going somewhere new. In somewhere like New York, it's also a great way to get your bearings when you pop out of a subway station in an unfamiliar part of town.
Speaking of subways, my favorite new feature is the addition of Google Transit and walking directions. In a time of congested roads and fluctuating gas prices, driving isn't always the best way to get from A to B, so why limit your options? Now when you get directions, you can switch between driving, walking, and public transportation directions (where available) with a single tap.
Google Maps has schedules for transportation systems in more than 100 cities worldwide, including New York, Tokyo, Montréal, Zürich, and Perth — and now it's easy to get that information on your iPhone. As more transportation agencies decide to share their schedule information, their routes will be available on the iPhone the instant they appear in Google Maps on the web.
Finally, in the latest version of Google Maps for iPhone, you can email information about a location to your friends, which can be a great help when coordinating a get-together.
To get these new Maps features on your iPhone, you'll need to update your phone's software through iTunes. I hope you'll find these new additions as useful as I have. And don't forget that even if you don't have an iPhone, Google Maps for mobile is available for many other kinds of phones, including BlackBerry, Windows Mobile, Symbian Series 60, and Android — visit www.google.com/gmm for more details.
Posted by Joe Hughes, Mobile Maps Software Engineer
TERCERA RUTA DISSABTE 22 DE NOVEMBRE
PLAÇA DE L’AJUNTAMENT
Polinyà del Xúquer – Albalat – Algemesí – Benicull – Albalat
22 km aproximadament
Ruta i horari aproximat: Polinyà del Xúquer (Plaça de l’Ajuntament) 10:00, Albalat 10:50, Algemesí 11:35 (Avituallament i lectura del manifest), Benicull 12:35, Polinyà del Xúquer 12:45 (Avituallament final i lectura del manifest)
Estacions de Renfe més pròximes: Sueca a 6 km (C1) i Algemesí 7 km (C2)
COL·LABOREN:
MANCOMUNITAT RIBERA BAIXA i MANCOMUNITAT RIBERA ALTA i
AJUNTAMENTS DE SUECA, CASTELLÓ DE LA RIBERA, POLINYÀ DEL XÚQUER I GAVARDA
ORGANITZEN:
XÚQUER VIU I LA RIBERA EN BICI
Totes les rutes en Xúquer Viu
El Teatre La Carassa a La Granja de La Costera
J. M. CARANDELL
Adaptació: Antoni Espí i Gemma Marrahí
A les 19,30 h. Saló “EL MUSICAL”
LA GRANJA DE LA COSTERA
Hi penjoll-aires:
For my first intervention I choose to write in English. Why? Because Mr. Blackberry Fountain wants that the teachers speak English in theirs classes. Therefore I need practice my English with you because I’m a teacher.
Ok, I begin with a Fresser film. It’s a nice film, this movie deal about an idea of an African man.
I’m sorry but it’s a few long… ’30.
Bye. I hope don’t have more mistakes, I’m studding English.
Espere que vos agrade.
http://es.youtube.com/watch?v=6T7PmiYzN38
Thursday, November 20, 2008
Entrevistes d'ultratomba (V): FRANCISCO FRANCO
Santíssim Pare: Si Franco alçara el cap...
Francisco Franco: Altres l’acatxarien...
S.P: Continua sent el paladí del nacionalisme radical.
F.F: Sí, no tinc cap problema en admetre-ho.
S.P: Continua defensat allò d’Espanya “Una, Grande y...”.
F.F: Que li donen pel cul a Espanya i als espanyols. Jo sóc abertzale. I no em diuen Francisco, el meu nom és Patxi, ací i a la Xina Popular. Gora Euskal Herria!
S.P: Però, si vosté va nàixer a Ferrol....
F.F: Com si haguera nascut a Muro d’Alcoi. Pots nàixer on vullgues. Això no ho decideixes tu. El lloc de naixement no té res a vore amb la pàtria. La pàtria no és un concepte geogràfic. Va per dins de nosaltres, corre per les nostres venes i gens... i jo tinc un grup sanguini O amb un Rh negatiu i un haplotip genètic A11-B27-DR1. És dir, que sóc més euskotar que el Txeroki o que el Josu Ternera junts. Eixòs no són abertzales. El primer és un indi i el segon un carnisser.
S.P: Li senta molt bé la mort.
F.F: Des del primer moment. Ara tinc molt de temps lliure i puc practicar els herri kirolak.
S.P: Com?
F.F: Els esports bascos. Sóc aizkolari (tallador de troncs) i harrijastzaile (alçador de pedres) i també jugue molt a pilota... per això ha pogut contactar amb mi, perquè estos dies el meu esperit està a El Genovés per a presenciar el Euskadi eta Valentzia Arteko Kultur Eta Kirol Topaketa.
S.P: Com vol que se li recorde: com un salvador, com un repressor o com un fill...
F.F: Per favor, com un escriptor i prou. Jo era escriptor. Vaig escriure obres com Raza, Diario de una bandera o Masoneria... que m’imagine que estaran traduïdes a l’èuscar...
S.P: Doncs va a ser que no.
F.F: I a què es dediquen els de la Fundación Nacional Francisco Franco? A tocar-se les pilotes?
S.P: Home, més bé a tocar les pilotes. Per descomptat, a la difusió de l’èuscar segur que no. A propòsit, què pensa d’esta Fundació?
F.F: Doncs, que una cosa és soterrar-me a mi i altra ben diferent és soterrar el franquisme.
S.P: Soterrat el gos, no s'acaba la ràbia...
F.F: Guau! Així és.
S.P: Recentment, han eixit dues notícies en la premsa sobre vosté... Resulta que és alcalde perpetu i fill predilecte de Xàtiva?
F.F: Què li pareix? Hi ha memòria històrica o no? Encara s’en recorden de mi.
S.P: I eixa notícia que diu que vosté és gai?
F.F: No faça cas. Segons eixe mitjà d’informació, qualsevol pot ser gai. Prove ficar http://www.santissim.pare.esgay.com, http://www.lo.pol.esgay.com o http://www.alietes.esgay.com o el que fique (Calinca, Tarsan, Refelet...). Hui en dia, qualsevol pot ser gai. No és com quan jo vivia. Hi ha molts gais que aparenten ser-ho... però no ho són. Hi ha molt de gai fals. No et pots fiar... et poden donar pel cul en qualsevol descuit.
S.P: Anem acomiadant-nos però, per favor, no s’alce, eh! no s'alce... Vol afegir alguna cosa.
F.F: Què li semblarien quaranta anys més de règim?... És broma... Però sí que m’agradaria plantejar des d'El Penjoll un desig: que traslladen les meues restes a Heuskal Herria i que en la làpida fique Patxi, en lloc de Francisco. Ah! i també em faria il·lusió contribuir a la secció de mots de patxanga amb l’expressió: ser de quan Franco era corneta (per a referir-se a alguna cosa molt antiga).
S.P: Dit queda. Agur, Patxi, i no s'alce.
F.F: Agur, handellarri motza duk.
Tip of the week: airport codes in Google Maps
Thanksgiving is only a week away, which means that the holiday travel season is upon us. Booking plane tickets can be like alphabet soup: you're just trying to get from Los Angeles to Washington, DC, but your itinerary has you changing planes at CVG and landing at BWI. Where on earth are those airports? In Google Maps, you can simply enter the 3-letter airport code to find it on the map. This makes it much easier to figure out where exactly your journey will take you, and to get directions to or from an airport without having to find its address.
360 degree panoramas in Google Earth
This week, we've started to feature another layer in the Google Earth Gallery, showing several thousand panoramic views provided by 360cities.net. This layer contains exciting 360 degree panoramas from a variety of great photographs taken all over the world!
Do you want to explore some beautiful spots in Central Park, or be impressed by the beautifully illuminated Kremlin at night as seen from the Red Square in Moscow?
These amazing panoramas from 360cities.net will provide you another way to browse user contributed pictures and information in addition to our Panoramio and Wikipedia layers.
Posted by Philipp Hirtz, Engineering Manager, Google Earth
U Turn (id., 1997)di Oliver Stone
Con un tono paradossale che incrocia le forzature estreme di montaggio di Assassini Nati e le idee scorsesiane di Fuori Orario, in U Turn tutto ha un senso preciso e cioè l'ossessione umana per la salvezza individuale, la deriva mentale che porta l'uomo ai bisogni naturali e alla salvezza personale. Un Detour portato (fin dalla prima inquadratura) alle estreme conseguenze.
Sovrapposizioni, inquadrature sghembe, punti di vista non ortodossi, superfici riflettenti inquadrate a dovere e molte altre trovate continue e spiazzanti utilizzate in maniera crescente creano quell'ambiente surreale che, con la complicità di una trama lineare ed ossessiva nel girare intorno all'impossibile fuga, danno l'idea del film non come consueto viaggio verso la risoluzione di un intreccio ma come tortura del protagonista.
Nulla che non si sia visto, tuttavia c'è un momento, alla fine, in cui Oliver Stone osa più che mai, abbandona tuto quello che ha fatto in precedenza (i rapporti falsi guidati dalle esigenze, gli svelamenti, le ossessioni...) per puntare in maniera palese e violenta a Duello Al Sole, cioè al modello di ossessione statunitense per amore e morte.
In un paese dove le armi e il loro padroneggiamento è all'ordine del giorno è così che si misura tale tensione: tra sassi, sole, sabbia, sangue e pallottole. Anche se non è un western.