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Thursday, March 11, 2010

Che cosa deve fare ora Rai Net?

La dirigenza Rai Net ha convocato in più giornate una platea di nomi noti e esperti vari del mondo del video in rete in tutti i suoi comparti (tecnici, teorici, giornalistici, produttivi) per intavolare una discussione su come possa Rai Net strutturare un'offerta originale e autonoma pensata per internet. Rai Net che ad un anno dal rinnovo della sua presenza in rete è una delle realtà migliori del suo settore in Italia.
In sostanza la RAI ci ha posto la domanda che si stanno ponendo tutti in Italia ma anche nel più avanzato mercato americano: cosa mandiamo in rete? La risposta è contenuti professionali realizzati dagli utenti.

Come si sostiene da tempo in questa rubrica, se la tv richiede dei prodotti diversi dal cinema (perché è un mezzo diverso che funziona con tecnologie diverse, è distribuito e fruito diversamente) allora anche la rete vuole produzioni ancora diverse. Si parla di materiale che non somigli a quei contenuti "travasati" (dal cinema o dalla televisione) che con diversi tagli e diverse funzioni già trovano un loro successo in rete perché da un contenuto originale ci si attende qualcosa di più e di diverso.
Rai Net ha fatto un gran lavoro nell'ultimo anno perché ha seguito quel che in rete già succede, ha dato agli utenti quello che loro avevano dimostrato di volere su mezzi come YouTube. Li ha sorpassati sulla loro medesima corsia. Ed è un bene! Ad oggi in rete è meglio procedere così, gli utenti capiscono di cosa hanno bisogno e i grandi player li seguono poiché da soli i grandi non possono comprendere l'uso migliore del mezzo più di come faccia l'intelligenza collettiva degli utenti. Ora è bene fare lo stesso anche per quanto riguarda la produzione originale.

Tuesday, May 19, 2009

La colonizzazione dei vecchi media - Fase uno

Con il tempismo che mi contraddistingue metto online la puntata del 7 maggio di Geek Files sul cinema online che ha visto il mio "illustrissimo" intervento. Divertitevi alle mie spalle.

Thursday, March 26, 2009

Il video in rete è il futuro del videonoleggio (e 3!)

NBC.com (che permette di vedere molta della sua programmazione on demand online) sostiene che di tutti i suoi spettatori online del 2008 almeno la metà ha visto quei video con qualcun'altro (hanno fatto un sondaggio). Di questa metà poi il 30% lo farebbe come abitudine di guardare i contenuti on demand in compagnia.

La cosa può sembrare poco importante ma in realtà lo è molto perchè significa che la visione di video in rete comincia ad entrare lentamente nelle abitudini sociali, che non è solamente un'attività di ripiego cui si ricorre in solitudine (anche se in linea di massima ancora è un ripiego perchè solitamente si guarda online ciò che si è perso in tv) ma un'attività pianificata che si può fare in più d'uno.

Rimane da capire come avvenga tutto ciò. Perchè NBC.com parla di visione attraverso portatili e in due non è il massimo.

Ah! Dimenticavo. Tutto questo ovviamente solo ed un'unicamente in America.

Thursday, March 19, 2009

La commedia è il porno della rete

Prima era il porno il contenuto che guidava l'adozione e chi aveva i favori del mondo del porno poteva contare su un bacino di utenza tale da fargli vincere eventuali guerre di formati o da farlo sopravvivere nell'ecosistema tecnologico.
Per il video in rete non funziona così. Il porno in rete c'è ma non guida l'evoluzione, anzi la segue. YouPorn viene dopo il successo e l'affermazione del modello YouTube (sul quale il porno non c'è mai stato). In rete il contenuto che può fare la tua fortuna è la commedia.

Monday, March 2, 2009

"I don't sell cars"


La camera dei deputati è su YouTube con un suo canale, finalmente. Non fosse altro che a livello di immagine, addirittura ci è andato il Vaticano! Al momento ci sono una quarantina di video mediamente noiosi e poco utili ma se utilizzato bene il canale può diventare una risorsa importante.

Ad ogni modo ammetto che in una maniera tutta perversa a me questo messaggio di benvenuto è piaciuto. Perchè è incazzato. Non cerca la benevolenza in alcun modo, anzi, mette in mostra i (veri) pregiudizi non tanto su internet ma su quelli che la frequentano e fa un discorso poco emotivo e molto concreto rivolto ai giovani senza volerseli comprare banalmente ma presentando davvero la cosa in maniera obiettiva. Non so, mi aspettavo peggio dopo i "villigis" di Rutelli...

Due cose però le contesto: "Aprire una finestra sul mondo, è a questo che serve la rete" è veramente 1.0, teoricamente la rete oggi (grazie al cielo) non è più vetrina ma interazione sempre più vera, idee che circolano e vengono messe in discussione con ogni possibile strumento e questo porta alla seconda affermazione, quella finale, "a voi la risposta" che non sarebbe male se non fosse che i commenti su YouTube sono bloccati per paura delle (probabili) valanghe di insulti generici che sarebbero arrivati.

Chi capisce la raffinatissima citazione youtubiana del titolo ha la mia stima.

Thursday, February 26, 2009

FlopTv

Finalmente anche da noi, al pari di MyDamnChannel, TheWb.com, Spike.tv, Strike.tv (e tanti altri siti di produzione che mostrano ma anche aiutano a produrre serie per la rete), arriva FlopTv.
Arriva da Fox, che investe in Italia per una cosa simile prima che in America, e arriva con cognizione di causa. Nonostante un'inspiegabile reticenza a far circolare i video su altri siti (non si embedda e il canale YouTube non ha gli episodi delle serie), per il resto il sito è fatto bene e le serie pure.
Non siamo ai massimi ovviamente ma abbiamo fatto un passo avanti e un moderato successo o anche solo un successo di nicchia di una simile iniziativa (che comunque dal primo marzo apre le selezioni per idee e serie da coprodurre con gli utenti) possono segnare la via per gli altri e mostrare a tutti più o meno come si fa.

Friday, January 9, 2009

Friday, January 2, 2009

Il 2008 in video (in rete)

Fa un po' ridere una classifica dei migliori video del 2008 prodotti per la rete.
Fa un po' ridere perchè nessuno ha potuto vedere tutto, perchè ci sarebbero infiniti video da Funny Or Die o da CollegeHumor da mettere e soprattutto perchè tante cose non hanno una data precisa. Lo stesso voglio segnalare le 10 cose più interessanti che io ho visto (e quindi postato qui) nel corso del 2008, a prescindere da quando sono state pubblicate o prodotte, perchè di roba bella ce n'è stata.

Saturday, November 29, 2008

YouDem vs. Red TV

Nel mese scorso sono state lanciate due avventure italiane nella web tv. Due avventure politiche nate per motivi diversi e con spinte diverse (sebbene molto simili) sulla scia della tv online di Obama che poi viene dalla tv online di Al Gore, Current TV.

Da Current le due televisioni, quella del PD (YouDem) e quella dei dalemiani (Red TV), prendono la doppia collocazione (satellite e internet) e da quella di Obama l'impellenza politica. Eppure ognuna a modo suo rimedia diversamente quei modi di proporsi al pubblico.

Una sembra la televisione di 50 anni fa, senza nessun possibile appeal giovanilistico, forse l'equivalente di Radio Radicale, l'altra invece vuole prendere i giovani e tenta proprio di fare il lavoro di Current deviando sui contenuti più consoni al partito, ma è flagellata dalla presenza di figure politiche.

Tuesday, November 11, 2008

Invisible Friend

E' la serie per la rete che racconta della vita e del presunto omicidio di un amico immaginario.
Raffinata nello stile e anche abbastanza nell'umorismo, tutto ovviamente centrato sul paradosso dell'interagire con un amico immaginario che però tutti sembrano vedere, la serie sembra giocare molto con le premesse da Dexter o CSI.
Attenzione! Non con le trovate formali di quelle due serie ma con quell'universo simbolico.

Non si tratta di materiale per chi ha amato Dexter ma per chi gli è capitato di vederlo o di vedere altre cose sul genere e che quindi è alfabetizzato a quel tipo di dinamiche.
Teoricamente questa sarebbe la perfetta descrizione del concetto di parodia, ma Invisible Friend non è un parodia del genere, rimane ben ancorato a quello dimensione thirtysomething delle produzioni per la rete, solo che parla a quel tipo di pubblico e interagisce stando alle regole dei telefilm polizieschi.

La cosa più interessante infatti è l'aperto contrasto tra lo stile di regia molto serio e minuzioso e la finalità assolutamente di divertissment della serie. Diciamo che solitamente cose così cretine e leggere non vengono fatte in maniere così ricercate, nemmeno al cinema (dove ad una forma più elaborata può anche corrispondere una commedia o un film comico ma allora il film prende subito anche dei toni più "alti" perchè la forma stessa li comunica).

Tuesday, October 14, 2008

Solo una precisazione

Che la Rai vada su YouTube è molto importante, visto che date le premesse non ci vorrà molto perchè Mediaset faccia il medesimo accordo. Ma non ci si faccia ingannare.
La notizia non è che la Rai va su YouTube, bensì che YouTube accetta contenuti televisivi professionali completi e funzionali, dalle serie storiche della CBS come dalla Rai.

Thursday, July 31, 2008

"Chi ha avrà sempre di più e chi non ha avrà sempre di meno"

Il pubblico che più guarda contenuti televisivi in rete (anche in primissima visione, sostituendo di fatto il pc alla tv) è quello con minor tempo a disposizione e che quindi soffre la logica a palinsesto.

Sociodemograficamente il segmento è prevalentemente femminile, tra i 25 e i 44 anni di età e, come sempre, appartiene ad un livello di istruzione alto.

Thursday, June 12, 2008

Un passo avanti

Sono il primo ad aver sempre lodato il lavoro di Teche Rai e Rai.tv (prima Rai Click) per quanto riguarda la parte in rete, ci sono moltissimi programmi molti dei quali online a poco tempo dalla vera messa in onda.
Eppure la notizia della BBC che per i suoi 80 anni intende mettere online TUTTO il suo archivio con una pagina per ogni episodio di ogni trasmissione mi squassa.

Thursday, December 27, 2007

Do viral video dream of electric media?

Oggi ripensando al video postato circa una settimana fa con Homer Simpson che ripensa alla sua vita come nel celebre viral video di Noah Kalina, quello di una foto al giorno per 6 anni (entrambi qua sotto), pensavo che è un passo avanti veramente decisivo.

I viral video (e quello di Noah Kalina ne è uno splendido esempio) sono una cosa nuova perchè hanno un formato, una durata e uno svolgimento impensabile per qualsiasi altro medium, sono in sostanza il vero specifico del video in rete. La maggior parte di questi video non potrebbero andare in televisione in nessuna forma (ci provò tra gli altri la Gialappa's Band con esiti magri), non potrebbero essere nemmeno dei cortometraggi, semplicemente sono degli ibridi, degli esperimenti, delle forme di comunicazione audiovisuale particolarissime e adatte alle dinamiche di curiosità e fruizione immediata di internet.

Il frammento dei Simpson in questione invece ingloba per la prima volta un video della rete nel linguaggio audiovisuale canonico (nel caso specifico televisivo), utilizzando quel tipo di montaggio per rendere l'idea di Homer che vede passare davanti a sè la propria vita prima di morire. E funziona! Nel senso che al di là del gioco interno per chi già conosce il video di Noah Kalina è un modo efficace di rendere l'idea di "la vita che ti passa davanti".
In sostanza in quell'episodio dei Simpson una forma di linguaggio audiovisuale nato per la rete viene sdoganata, ampliata (con variazioni "narrative" rispetto all'originale) e inglobata nel linguaggio narrativo televisivo.

Se teoricamente la cosa si ripetesse, se qualcun altro volesse usare quel tipo di montaggio per mostrare un uomo che ripensa alla propria vita o anche per raccontare in breve le fortune e le sfortune di una vita intera quel tipo di forma entrerebbe di diritto nella grammatica del cinema o comunque della narrazione audiovisuale.
Un passaggio non da poco per qualcosa che era partito da internet come una curiosa novità ed ora riceve dagli altri media (più stabili e regolamentati) un riconoscimento di efficacia.

Wednesday, December 5, 2007

Questo è quello che ottieni da un medium fondato sulla pornografia

Si è già parlato in questa sede sia di QuarterLife che di RoomMates, due serie per la rete che sono in corso di svolgimento. Per una si è parlato di ottimo prodotto (pur se di stampo televisivo) e per l'altra di solita porcata in stile Vuguru, buona per il pubblico americano più becero.

Entrambe le serie sono ospitate su MySpace in primis e poi chiaramente dal giorno dopo la pubblicazione si fanno il giro di tutti gli altri siti (su cui regna YouTube). Addirittura per RoomMates MySpace partecipa anche alla produzione.
Beh la notizia è che si farà una seconda serie di RoomMates dati gli ottimi accessi, mentre QuarterLife come già progettato finirà in televisione.
Dunque per il pubblico della NBC la serie dai risvolti interessanti per internet quella con le ragazze sempre seminude.

Roommates Ep30: Wet & Wild Car Wash

Sunday, November 18, 2007

Lo sciopero degli autori USA potrebbe beneficiare la produzione per la rete?

Se ne parla moltissimo negli ultimi giorni, gli autori delle serie tv, dei film e degli show televisivi americani sono in sciopero, tutti. Cioè nessuno più scriverà una riga fino a quando non avranno ciò che chiedono (l'ultima volta che l'hanno fatto, nel 1988, hanno resistito 5 mesi causando danni incredibili alle televisioni) ovvero riconoscimenti monetari per la diffusione dei loro lavori attraverso i nuovi media, internet su tutti (le motivazioni nel dettagli spiegate in un video da loro prodotto).

Ma la cosa più interessante qui non è tanto il dibattito sul fatto che internet entra sempre di più nel mondo del business canonico ecc. ecc. quanto il fatto che il sindacato degli autori ha dato precise disposizioni ai suoi membri di non scrivere per nessuno (ad ogni modo rimangono da mandare in onda molte cose che hanno già completato, la lista completa è qui), escludendo gli show che vanno in onda in rete. Primo perchè la rete è il motivo del contendere e se si scrive direttamente per la rete di sicuro si verrà pagati, secondo perchè lavorare per chi mette in scena in rete non aiuta i padroni tradizionali.
Quello che succede (o meglio potrebbe succedere perchè non c'è nulla di sicuro MAI) è che se lo sciopero dovesse continuare per mesi come si prevede ad un certo punto molti autori professionisti (gente che scrive per David Letterman, per I Simpson, per Lost, CSI ecc. ecc.) per mangiare potrebbero riversarsi in rete, un mondo fin'ora da loro schifato. Questo avrebbe due conseguenze di opposto gradimento.
Da una parte (ed è facile immaginarlo) ci sarebbe un aumento della qualità pazzesco del materiale prodotto per internet, mentre dall'altra ci sarebbe un suo cambiamento inevitabile. Mi sembra, e lo dico da sempre, che al momento la cosa migliore del materiale fatto per la rete non è tanto la qualità (quasi sempre bassina al pari della professionalità coinvolta) quanto l'identità con i consumatori, il fatto cioè che si tratta di cose fatte da una nicchia per una nicchia, che magari parlano male ma parlano direttamente a me (nel senso di membro di quella nicchia).
Ecco un aumento improvviso della professionalità cambierebbe sicuramente il carattere di questi contenuti portandoli inevitabilmente verso un'ottica più tradizionale, certo se poi Lost o I Simpson sono l'ottica tradizionale non è niente male, ma si perderebbe o meglio si acquieterebbe la componente di rottura e di diversità delle produzioni per la rete.
Per il cinema invece la situazione è anche peggiore, se lo sciopero va per le lunghe e si arriva ad un punto in cui sono state utilizzate tutte le sceneggiature ad oggi completate, i film si faranno lo stesso solo che saranno orrendi.

Nel 1988 lo sciopero sopracitato ebbe come effetto di creare una nuova dimensione per gli show televisivi che dovettero cominciare a fare a meno degli autori professionisti e per ovviare alle perdite che si facevano incalzanti cominciarono a concepire programmi diversi che non avessero bisogno di autori, che parlassero da soli traendo ispirazione dalla realtà, che mettessero in scena non prodotti di fantasia ma gli spettatori stessi che raccontano le proprie storie.

Monday, November 12, 2007

QuarterLife

C'è eccitazione in giro per la rete per la prima puntata di QuarterLife, la nuova serie per internet che va in onda sul sito omonimo e su MySpace, scritta e diretta da Marshall Herskovitz e Ed Zwick, produttori e autori di serie per la TV di grande successo come Thirtysomething a fine anni '80 e più recentemente My So-Called Life.
Partito sulla carta come un progetto abbastanza complesso per come vuole unire gli episodi e tutta una piattaforma di videoblogging aperta a chiunque, almeno per il momento sembra abbastanza semplice.
Gli episodi vanno in onda due volte a settimana e pare durino 10 minuti (almeno sono così i primi 2) che non è poco, ma in compenso non c'è pubblicità.

Quanto alla trama, ovvero il cuore, purtroppo duole dire che non è che ci stiamo allontanando troppo dalle consuete attitudini delle produzioni professionali per la rete, ma almeno un minimo si respira una volontà di fare qualcosa di valido.
Nello specifico situazioni e personaggi potevano essere benissimo prese da una delle produzioni Vuguru (PromQueen, Roommates), ormai diventate il punto di riferimento per i contenuti di bassa lega, poca fantasia e molta fica prodotti per il web, ma la fattura è di grandissima qualità e non parlo solo di fotografia, montaggio ecc. ecc. ma soprattutto di come queste situazioni da Vuguru sono poi attualizzati (cioè messi in scena).
E' indubbiamente intrigante Quartelife e mi fa arrabbiare perchè mi infastidiscono i personaggi ma rimango avvinto dalla trama (ancora agli inizi). Il personaggio principale (almeno al momento) è tratteggiato molto bene nonostante sia la tipica intellettuale con grandi aspirazioni e lavoro frustrante non sexy ma comunque bella che soffre perchè vorrebbe di più, tipico personaggio autoconsolatorio pronto per l'immedesimazione facile (abbastanza carina e intelligente per avere piacere di immedesimarsi con lei e sufficientemente sfigata nella vita per ricordarci la nostra o meglio la visione vittimistica che se ne ha).
Al secondo episodio ancora non mi sono fatto un'idea chiara (mentre per Roommates sono bastati i primi 10 secondi), ma mi ha per certi versi conquistato e spero che col tempo guadagni dignità e non si riveli un prodotto per giovani stereotipati e una volta tanto lo segnalo per tempo.