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Monday, December 31, 2007

Halloween (id., 2007)di Rob Zombie


Dopo il successo dei due horror di nuova scuola Rob Zombie decide di rivedere il mito di Halloween, iscrivendosi nella lunga galleria di remake horror abbiamo visto negli ultimi anni. Tutta roba di una qualità insperata in grado di rileggere i capisaldi del genere con intelligenza e alle volte anche maggiore maestria degli originali.
Rob Zombie ad ogni modo tenta un'operazione completamente diversa dai suoi predecessori. Il suo Halloween non è come Le Colline Hanno Gli Occhi di Alexandre Aja, ma più come Batman Begins di Nolan, tenta cioè di rileggere l'opera originale puntando a colmare i buchi volutamente lasciati vuoti e riraccontando le medesime scene da prospettive diverse, da punti di vista inediti e con risvolti differenti e soprattutto dando grande spazio alle origini del personaggio.

Innanzitutto Zombie agisce con il senno di poi, inserendo in Halloween elementi della trama che sono stati inventati solo nei capitoli successivi (come il fatto che la protagonista, Laurie Strode, è in realtà la sorella di Mike Myers), poi piega alla propria volontà le origini del personaggio che Carpenter aveva solo accennato. La famiglia Myers non è più benestante ma una famiglia di disperati in pieno stile Zombie, parte integrante del malessere e della deviazione mentale del piccolo Mike.
Ma soprattutto è stilisticamente che compie il salto più grande. Dallo stile secco e asciutto del Carpenter prima maniera si passa al dinamismo di Rob Zombie, che se evita la camera a mano, non manca di dirigere infarcendo il film dei propri stilemi (lo si vede già dalla primissima immagine).
La prospettiva fortemente intimista dell'originale si perde perchè l'attenzione non è più sulle vittime ma sul carnefice. E dove Carpenter evitava per larga parte del film di mostrare anche una sola goccia di sangue, giocando tutto sulla suspense e sui rapporti tra i personaggi, Zombie invece opta (come suo solito) per un mondo di violenza continua e quotidiana, dove il sangue è all'ordine del giorno.

Da questo ne deriva quindi una prospettiva diversa. Non si tratta più di quell'orrore tipicamente anni '70 del non visto, dell'ignoto e dell'agguato, ma della paura del noto, della paura spiegata indagata e mostrata quasi pornograficamente. Non arriviamo alle punte del gore ma comunque la tensione che Carpenter crea abilmente centellinando le apparizioni di Mike Myers non è prevista, è anzi cancellata da una sovraesposizione dell'assassino, più simile agli horror moderni (anche un po' asiatici).
Il risultato è decisamente più fiacco dell'originale, per quanto sulla carta molto interessante nella pratica il film è poco accattivante e poco stimolante. E' più fiacco anche dei precedenti film di Zombie che, senza i vincoli della trama, avevano uno svolgimento più libero e anarchico, cosa che forse ne era l'elemento più interessante.

LE DIFFERENZE CON L'ORIGINALE

Contro il mito della qualità

Se c'è una cosa che odio è il mito autoalimentato dai diversi settori della produzione e/o distribuzione audio-video della qualità. Il mito per il quale i clienti cercano la qualità.
Non dico che nessuno la cerchi o che non esistano i puristi ecc. ecc. Sostengo che questa motivazione sia diventata ormai una coperta buona a spiegare qualsiasi strategia è un'affermazione autoconsolatoria che sta alla base di tante mosse assurde e controproducenti. La verità è semmai, secondo me, che i consumatori dicono di cercare la qualità ma in realtà in linea di massima cercano i contenuti.
A fronte di un gruppo di persone molte attente alla qualità audio della musica e video/audio dei film, la nicchia cioè dei mega impianti HiFi e degli Home Theater perfetti, c'è una stragrande maggioranza che invece, pur apprezzando la qualità quando la vede, bada soprattutto al contenuto. Ed è poco incline a spendere di più per avere più qualità, specialmente online.

Siccome sono avversatore del mito della qualità ogni occasione è buona per postare dei dati che lo sconfessino. Quelli di oggi fanno riferimento al la classifica pubblicata da Wired (dietro i dati di Big Champagne Media Measurement) sui contenuti più scambiati sui circuiti P2P nel 2007.
In particolare la classifica dei film più scambiati riporta nei primi 6 posti ben due film, Superbad e Beowulf, che non sono ancora usciti in DVD (il primo solo da 10 giorni) e dunque vengono scambiati e fruiti unicamente nelle versioni CAM, cioè quelle registrate con le videocamere dai cinema, che è quanto di qualitativamente più basso si possa immaginare.
    Top Movies of 2007
  • 1. Resident Evil: Extinction
  • 2. Pirates of The Caribbean: At World's End
  • 3. I Now Pronounce You Chuck & Larry
  • 4. Ratatouille
  • 5. Superbad
  • 6. Beowulf
  • 7. Transformers
  • 8. American Gangster
  • 9. Harry Potter and the Order of the Phoenix
  • 10. Stardust

The show must go on:


Jo també vull desitjar als meus amics del Penjoll tota la sort del món... el show ha de continuar! Sigueu majestuosos! Què el glamour forme part de vosaltres! Provoqueu i sigueu escandalosos. Porteu una vida victoriana. Rodegeu-vos d´un exquisit desordre.

Petonets, Farrokh Bomi Bulsara

Sunday, December 30, 2007

Benvolguts cavallers del Penjoll:

Perdoneu que m´adrece a vosaltres com cavallers, però es que encara no vos conec gaire bé. El Capità Superflipo ha interromput el meu descans per tal que vos felicite el 2008. Si bé és eixe el meu comés, que l´escometre d´immediat, no vull deixar passar l´oportunitat de fer una breu referència a Doña Encarnación Palomino. Simplement dir que tot el que vaig arribar a ser en vida va ser gràcies a aquesta senyora de cul atapeït, a la que li vaig dir que, si es casava amb mi, mai tornaria a mirar a cap altre cavall (cosa que vaig complir, encara que ella mai es va casar amb mi). Si encara visquera el món sencer parlaria de Doña Encarnación perquè tindria vora cent quaranta anys, malgrat haver nascut a una edat molt primerenca.
Fet aquest necessari comentari des del cementeri, vull desitjar a tothom i a totdon molta felicitat per al 2008, recordant que la felicitat està feta de coses xicotetes: un xicotet iot, una xicoteta mansió, una xicoteta fortuna...
Abans d´acomiadar-me, també vull aprofitar per fer un comentari sobre el Capità Superflipo. El paio pot semblar un idiota i actuar com un idiota, però no es deixeu enganyar: és realment un idiota!
Ah! Per cert… molts cregueu que a l´epitafi de la meua tomba fica “disculpeu que no m´alce”, com es nota que no veniu a veurem a l´Eden Memorial Park d´Els Angels...
El vostre etern amic Julius Henry Marx.

Sèrie GRANS LECTORS DEL PENJOLL




Lascia Perdere, Johnny! (2007)di Fabrizio Bentivoglio


Recupero al cinema il film di Bentivoglio perso alle anteprime pieno di curiosità per le buone voci sentite ma la delusione è in agguato.
Bentivoglio infatti dirige senza personalità un film che di particolare e originale ha unicamente una parte della trama, perchè per il resto è il classico film italiano degli ultimi anni: stretto nella crasi tra provincia e grande città, che si guarda indietro, tentando una riflessione sugli affetti e sull'arte e/o il lavoro creativo attraverso il racconto della formazione di un ragazzo.
Un po' sognatore da una parte, un po' buonista dall'altra, che non nega la realtà da lupi del nostro paese ma che contemporaneamente ne dà una visione consolatoria (la figura di Ernesto Mahieux). Tutto raccontato con una voce off molto invadente e girato con poca cura (gli attori che interpretano i musicisti, Bentivoglio a parte, non sanno suonare e si nota), recitato ottimamente (oltre al grandissimo Mahieux c'è Bentivoglio stesso, Toni Servillo e Valeria Golino più il solito straordinario insieme di caratteristi regionali) e scritto con superficialità e molta banalità, specialmente nelle facili metafore (il sogno, il naufragio in motoscafo, la pioggia durante il concerto e gli incontri con le prostitute).

Tuttavia nonostante il forte disappunto per l'ennesima speranza delusa di un cinema diverso, più particolare e soddisfacente, non posso negare che Bentivoglio non gira male (quanto meno non peggio della media) e ha una voglia e un piglio per il racconto che magari possono ottenere sbocchi migliori.
Il finale aperto del film, per quanto simil-consolatorio, non era male e alcune figure dipinte con pochi tocchi mi hanno convinto (il "maestro" Toni Servillo). Ma appunto nulla che vada più in là dell'ordinaria amministrazione.

Il momento in cui le cose diventano lentamente obsolete

Si sta svolgendo un interessante dibattito da quando Howard Rheingold (pensatore moderno che pone l'accento sulla funzione sociale e politica delle nuove tecnologie) ha messo pubblicamente in dubbio la possibilità che Jurgen Habermas (filosofo politico moderno tra i più influenti e ascoltati) sia in grado di dare conto delle trasformazioni che la sfera pubblica, e quindi il processo di formazione e gestione delle idee democratiche, sta subendo con l'ingresso dei nuovi media.
Un dibattito purtroppo quasi a senso unico dato che Habermas (lo si è ormai capito chiaramente) non utilizza o sottoutilizza la rete e non partecipa alle discussioni online in nessuna maniera, probabilmente non ne è nemmeno a conoscenza o le ritiene (come del resto ha detto) ininfluenti nella loro continua frammentazione.

Habermas fonda il suo concetto di sfera pubblica sulla comunicazione mediata dai grandi media tradizionale e l'informazione (o controinformazione professionale), Rheingold invece si domanda cosa accade ora che nasce una forma comunicativa orizzontale che in rete compete con quella professionale. Cosa accade alla sfera pubblica?
Se lo chiede ed è riuscito a chiederlo pubblicamente ad Habermas durante una conferenza a Stanford, la disarmante risposta del filosofo è stata di andarsi a rileggere i suoi scritti.

Tra i vari contributi alla comprensione e alla riflessione sull'accaduto è da segnalare (se non altro per becero e blando campanilismo) quello sempre attento e ponderato di Luca De Biase.

Un dubte existencial:

Ja fa dies que no puc dormir pegant-li voltes a un assumpte. Clar si dic de què es tracta igual els que no podeu dormir sou vosaltres. No sé què fer: ho dic o no ho dic?. Vinga va ho dic: quina semblança tenen Johnny Weissmüller i Bud Spencer? Veges tu, per què collons em plantege jo aquestes coses?. Qui em mana clavar-me en aquestos “fregaos”? Segur que és obra de l´esperit de Doña Encarnación Palomino!. Algú em pot tirar una maneta per tal de resoldre aquest dubte i poder dormir d´una vegada?


Saturday, December 29, 2007

Inauguració oficial del bloc per part de la il.lustríssima senyoreta Doña Carmen de Maireno


Com que tinc molt de talant, tant per darrere com per davant, i com que em sobra el glamour perquè m´ambiente la figa amb Ambipur, el Capità Superflipo m´ha convidat a donar unes paraules de benvinguda com qui fa el servici d´honor en un partit de Futbol o fica la primera pedra d´una obra. Aclarida la meua intervenció dir que m´en recorde tan bé de Doña Encarnación Palomino, aquella joveneta amb els pits vellutats i en punta, que sembla que va ser ahir quan vaig ser Fallera Major de Xàtiva. Com passa el temps, com recorde aquella primavera del trenta sis. Ara que em dedique a la meditació transcendental, a la metafísica i a l´epistemologia vull donar-vos l´enhorabona per haver ressuscitat El Penjoll, justament en una època de crisi d´indentitat on tant de moda està la silicona. Vull desitjar-vos tota la sort en aquesta nova experiència a la que acabeu de baixar-li la bragueta. ¡Ah! I records de les meues parts a la Faraona i a la Marieta.
Sempre en disposició, la vostra musa Carmen de Maireno.

Sessió fotogràfica del Penjoll a principis dels 90

Ací vos penge una destarifada sessió fotogràfica del Penjoll a principis dels 90. Aquesta sessió la vam fer amb una càmera Werlissa manual que tenia l'objectiu trencat, de manera que mai se sabia si estavem enfocant o desenfocant. Com podeu comprovar la majoria de les fotos resultaren un desastre, però d'entre elles vam poder salvar la titolada "Rema, rema cabró" i la famosa foto de la portada. Aquesta darrera l'estem buscant i prompte la penjarem. Crec que la té Lo Envit (la foto, vull dir). De moment, haureu de conformar-vos amb açò.

Per vore-les un poc millor (no molt, tampoc vos feu il·lusions), punxeu damunt.





















Endivineu qui és el de la foto?

























Lo Envit vestit amb l'uniforme de soldat republicà
del seu avi a la porta d'
Izquierda Republicana












El xiquet salvatge d'Aveyro















En la caseta de Hansel i Grettel














Aquesta tenia títol, però no sé quin. Poseu-li'l vosaltres mateix. I si sabeu
per què eixia la punyeta de zona d'ombra al mig de les fotos m'ho digeu.

Au!!

Friday, December 28, 2007

Com passa el temps!

En data tan assenyalada com un 28 de desembre de fa vint anys el món socarrat es sorprenia davant aquesta esquela que ens recordava que no som res:


Com que Benet XVI no ha volgut beatificar a Doña Encarnación, he pensat rendir-li un breu homenatge amb el meu valencià meridional en aquest bloc que ara comença.

D.E.P. ací i a la Xina Popular (Doña Encarnación, no el bloc)

Ara fa vint anys

Ciclomotors aparcats a la porta per a lluïment de llurs propietaris, i quina propietat més preuada, una Vespino, una Derbi Variant, llarguíssims mano a manos als recreatius, els jugadors de futbolí es posaven en parella i movien els ferros entre suors, no valia passar-la en la davantera, sí arrastrar, música de fons: Barón Rojo, Leño, els Ramones, Mecano, Hombres G, eren els huitanta com si tal cosa.

Els creadors i col·laboradors d’El Penjoll vam nàixer tots al voltant de l’any 1970, enmig del baby boom. Vam anar a escoles massificades, a instituts massificats, a universitats massificades. Ens tocava fer el servei militar però també podíem substituir-lo amb el servei substitutori o evitar-lo per raons mèdiques o declarar-nos insubmissos. Als anys noranta vam conéixer les oficines de l’INEM i en aquelles llargues cues retrobàvem els vells amics de l’escola, de l’institut, de la facultat, i ens contàvem les penes contemporànies sense conéixer encara les del futur (trobar pis, trobar sentit a la vida). Qui sap, potser també ens espera, el dia de demà, una mateixa fossa comuna que ens acollirà a tots.

La nostra generació és també la de l’abisme amb els nostres pares. L’educació universitària, la societat de consum, els avanços tecnològics ens separen de la generació anterior, ens fan pensar que vivim en mons diferents. Però van passant els anys i semblen diluir-se poc a poc les anteriors fronteres. Per sort ens queda el temps, no només com una línia recta que ens du cap a algun lloc, sinó també com allò que ens retorna, que ens porta de nou allà on érem.

Gli Spostati (The Misfits, 1961)di John Huston

All'alba della Nouvella Vague dall'altra parte del pianeta (sia geograficamente che cinematograficamente) John Huston gira un film incredibilmente libero che sembra quasi una delle improvvisazioni indipendenti di John Cassavetes. Fotografato quasi tutto in esterni come fosse un vero western, ma moderno, modernissimo già a partire dal racconto Gli Spostati è un film in anticipo di millenni sul cinema americano.
Il racconto melodrammatico di tre esistenze fuori dal tempo, tre male adattati come dice il titolo originale, si instaura nelle dinamiche e negli scenari di un west moderno che non ha niente di quello originale se non gli spazi e il cielo (quello sì sempre "grande").

Pieno di difetti ma anche di giganteschi e meravigliosi eccessi Gli Spostati è stato l'ultimo film di Marilyn Monroe e di Clark Gable e per questo è molto famoso, anche se il motivo per il quale andrebbe ricordato è la straordinaria ansia di modernità che si respira. E' come se Hughes non vedesse l'ora di girare un film moderno ad Hollywood, con i suoi ruoli tipici e le sue dinamiche, ma su una base rinnovata, pessimista, crepuscolare e cinematograficamente libera, anche se nel finale crolla clamorosamente su metafore banali e una risoluzione semplicistica.
Le opposizioni del film da quella Gable/Clift, a quella libertà/costrizione (nella doppia chiave umana e animale) a quella sessualità/desiderio ecc. ecc. sono quanto di più classico ci sia, assieme alle interpretazioni dei personaggi (tranne ovviamente quella di Montgomery Clift), mentre la fotografia oscilla tra ansia di novità e movimenti di macchina intelligentissimi, rigorosissimi e virili come non mai e la musica che spinge sul melò è inspiegabilmente azzeccata.
Gli Spostati è un film sbagliatissimo per mille motivi ma esaltante per altrettanti mille.

Thursday, December 27, 2007

Do viral video dream of electric media?

Oggi ripensando al video postato circa una settimana fa con Homer Simpson che ripensa alla sua vita come nel celebre viral video di Noah Kalina, quello di una foto al giorno per 6 anni (entrambi qua sotto), pensavo che è un passo avanti veramente decisivo.

I viral video (e quello di Noah Kalina ne è uno splendido esempio) sono una cosa nuova perchè hanno un formato, una durata e uno svolgimento impensabile per qualsiasi altro medium, sono in sostanza il vero specifico del video in rete. La maggior parte di questi video non potrebbero andare in televisione in nessuna forma (ci provò tra gli altri la Gialappa's Band con esiti magri), non potrebbero essere nemmeno dei cortometraggi, semplicemente sono degli ibridi, degli esperimenti, delle forme di comunicazione audiovisuale particolarissime e adatte alle dinamiche di curiosità e fruizione immediata di internet.

Il frammento dei Simpson in questione invece ingloba per la prima volta un video della rete nel linguaggio audiovisuale canonico (nel caso specifico televisivo), utilizzando quel tipo di montaggio per rendere l'idea di Homer che vede passare davanti a sè la propria vita prima di morire. E funziona! Nel senso che al di là del gioco interno per chi già conosce il video di Noah Kalina è un modo efficace di rendere l'idea di "la vita che ti passa davanti".
In sostanza in quell'episodio dei Simpson una forma di linguaggio audiovisuale nato per la rete viene sdoganata, ampliata (con variazioni "narrative" rispetto all'originale) e inglobata nel linguaggio narrativo televisivo.

Se teoricamente la cosa si ripetesse, se qualcun altro volesse usare quel tipo di montaggio per mostrare un uomo che ripensa alla propria vita o anche per raccontare in breve le fortune e le sfortune di una vita intera quel tipo di forma entrerebbe di diritto nella grammatica del cinema o comunque della narrazione audiovisuale.
Un passaggio non da poco per qualcosa che era partito da internet come una curiosa novità ed ora riceve dagli altri media (più stabili e regolamentati) un riconoscimento di efficacia.

Angeli Violati (Okasareta hakui, 1967)di Koji Wakamatsu

Non conoscevo per nulla il cinema di Koji Wakamatsu (e a meno che qualcuno non abbia suggerimenti credo che continuerò a non conoscerlo data la sua vastità) ma Ghezzi mi regala l'ennesima perla, una proiezione notturna di Angeli Violati, film chiaramente mai uscito da noi ma assolutamente imperdibile.
Si tratta di una piccola operetta (dura circa un'ora) girata quasi interamente in un ambiente, ma assolutamente fuori da ogni dinamica teatrale (cosa nella quale cadono quasi sempre i film in una stanza) o trappola attoriale. Wakamatsu non sovrasfrutta i suoi attori, nè punta sui dialoghi bensì sul cinema, sull'arte dell'immagine e sulla molteplicità di significati.
A fronte di una trama dall'intreccio semplicissimo (un uomo sessualmente represso entra nel dormitorio delle infermiere e fa una strage) il regista riesce a parlare di ossessioni, di impotenza, di volontà, di lucida follia e incredibilmente anche di amore romantico in una maniera pazzesca e puntando sull'estetica. Una vera lezione di cinema.
Girato interamente in bianco e nero con solo due scene a colori (che come è facile immaginare sono devastanti) Angeli Violati non risparmia colpi bassi, gioca sporchissimo e usa tutti gli espedienti possibili per raggiungere il suo scopo di dare conto di una figura complessa, sfaccettata e in fondo ragionevolmente folle.

Esemplare anche di un certo modo asiatico di intendere vita, morte, violenza, sessualità e amore Angeli Violati è stupendo e lo si capisce immediatamente, fin dalle prime inquadrature è ovvio che non si tratta di un film come gli altri ma di un'opera che se non altro tenta il colpaccio, tenta di usare tutte le armi in dotazione ad un regista per comunicare un mondo interiore.

Wednesday, December 26, 2007

Vertigine (Laura, 1944)di Otto Preminger

Al suo primo film importante Preminger dirige in piena epoca di veri noir (e lo si vede dalle luci PERFETTE!) un giallo solo sporcato di venature noiresche, che non intende indagare tanto le figure tipiche del genere quanto spiazzare lo spettatore con il gioco dei sospetti tipico del giallo.
E forse qui è il grande limite del film, che tutto preso dagli elementi del plot disegna personaggi ad una sola dimensione, capaci al massimo di un colpo di scena ma non di evocare paesaggi interiori, dubbi, incertezze o tormenti.
Certo non può essere sottovalutata l'ambiguità generale del film e la sua struttura a continui flashback, molto innovative per l'epoca ed orchestrate con sapienza. Ma se l'intreccio sembra evocare l'ambiguità di rapporti non chiari e torbidi, il tutto appare come uno stratagemma per stupire e non come un tentativo di indagare o semplicemente mostrare diverse facce complesse di una medesima ossessione.
Anche un po' ridicolo il rapporto d'amore che si sviluppa tra il detective incaricato di indagare la misteriosa scomparsa e la donna (ritenuta) morta.
Insomma a me Otto Preminger continua a non convincere.

Monday, December 24, 2007

Surf's Up (id., 2007)di Ash Brannon e Chris Buck

Uscito in periodo estivo e mancato di poco, Surf's Up mi era stato consigliato non tanto per la qualità dell'animazione (senza infamia e senza lode), quanto per l'originalità e la ricercatezza del contesto.
L'originalità sta tutta nel fatto che si tratta di un cartone animato in computer grafica girato come i documentari sul surf (con tanto di finto materiale di repertorio in super8 (foto a destra)) con però protagonisti dei pinguini. E si ferma qui. Perchè al di là di qualche interessante variazione nel consueto modello narrativo (a favore comunque della parodia) poi il racconto è sempre lo stesso. C'è il mito del successo, il cattivo da battere, la seconda occasione, figure pseudo-paterne, l'amicizia virile ecc. ecc.
A salvare il film è però la ricercatezza con cui è stato girato. A partire dal titolo del film che è anche il titolo di un album dei Beach Boys e da tantissime piccole chicche (non citazioniste grazie al cielo) che sono sparse nel film.

Ad un livello più distante però il cartone della Sony Pictures è anche la dimostrazione di come si stia creando un livello medio per le produzioni animate, cosa di cui si parlò già tempo fa.
Un tempo Surf's Up non sarebbe mai stato prodotto, troppo di nicchia e troppo low budget per essere un cartone animato, ma ora che i cartoni animati li possono fare (quasi) tutti vedono il buio della sala anche prodotti meno mainstream come questo, che si configura come un Dreamworks con meno soldi e più onestà.

Sunday, December 23, 2007

The best of the blog



Since the start of Google Lat Long back in May, we've had fun keeping you updated on all the exciting new developments in the geo world -- from product launches and innovative user-created content to the evolution of the geoweb in general. As the year comes to a close, we thought we'd take a moment to look back at some of the greatest moments in news and notes by the Google Earth and Maps teams.

Street View
Since the launch of Street View in May, our post introducing the service remained one the top five most read posts consistently throughout the year. And "street view" was one the most common search keywords. So just as we did earlier this month in announcing 8 new Street View cities, we'll be sure to keep you posted on new city rollouts.

Google Earth Outreach
We heralded the arrival of this exciting new program for non-profits with a post that pointed to video footage of our kick-off event at our New York office. The video featuring an appearance by Jane Goodall was viewed over 22,000 times.

My Maps and Disaster Relief
When the My Maps tab was added to Google Maps earlier this year, we were eagerly anticipating all the cool and creative custom maps folks would be coming up with. However, we were positively floored to find the incredible maps made to aid areas in need. From flood maps created by "citizen journalists" and by BBC Berkshire to the San Diego fire maps and the Google Earth layer of Southern California imagery, the astonishing number of views pointed to new ways to help.

Sky in Google Earth
Another top post of the year, our note introducing the addition of a new Sky view in Google Earth, caught the attention of many Lat Long readers. Google Earth aficionados are able to zoom in on distant galaxies and explore constellations and supernova explosions from the comfort of their computer screens. A list of great tips on how to use Sky in Google Earth for educational purposes followed, and you can expect more updates in the new year.

YouTube videos in Google Earth
Ever watched a funny, intriguing, or outrageous YouTube video and wondered where it came from? Well, we have too. That's why we were so excited to announce the addition of a new YouTube layer in Google Earth. Videos geotagged in YouTube are included in this browseable layer, making it easy to view clips associated with a location of your choice.

Maps Mania!

2007 saw the addition of a number of great new features in Google Maps, perhaps too numerous to count. Early on in the year, the creation of the My Maps tab and the addition of countless Mapplets enabled just about anyone to create their own mashups. Throughout the year, searching for accurate and helpful directions got a whole lot easier with the launch of draggable directions and the ability to read and write user reviews of businesses, as well as edit address markers. Finally, mapmakers enjoyed the addition of cool new Maps functionalities towards the end of the year, including the ability to both collaborate on customized maps and embed them wherever you see fit, as you might a YouTube video.

As you can see, this year's been a busy one. We're all looking forward to a few days of rest and holiday cheer. And with that, we must bid adieu -- happy holidays and a wonderful new year from all of us at Google Lat Long! Stay tuned for more geo news and notes in 2008, and don't forget to track Santa!

La continua rincorsa

Gli esercenti sono entusiasti del 3D e lo promuovono più che possono perchè è la vera alternativa al cinema in sala. I film in 3D si possono vedere nel loro vero formato solo in sala e non in casa.

Piccoli proiettori 3D domestici sono possibili, ora costerebbero tantissimo ma tra poco diventeranno alla portata di tutti.

Update 24/12:

Fabio nei commenti mi segnala un primo esempio di 3D casalingo anche se riferito ai videogiochi.

I primi timidi rimedi

Se il tuo show va in onda ogni giorno ed è interamente basato sull'attualità nel caso di uno sciopero degli autori non hai altra scelta che chiudere aspettando tempi migliori, ma ad un certo punto per non mandare sotto un ponte tutte le altre persone che lavorano allo show (tecnici, costumisti ecc. ecc.) potresti essere costretto a riaprire a quel punto ci sono 3 possibili strategie:

1) David Letterman riapre dal 2 gennaio con un accordo speciale con gli autori che prevede che questi scriveranno per lui perchè lui li ha pagati anche mentre scioperavano e per solidarietà con i tecnici
2) Jay Leno riapre i battenti dal 2 gennaio puntando su altre tipologie di contenuti
3) The Colbert Report riapre dal 7 gennaio senza autori, scriverà da solo le battute (e staremo a vedere)...

Certo che quando uno sotto la propria barba non ha il mento ma un pugno.....

Chuck Norris dimostra scarsissimo senso dell'umorismo nonchè scarsissima intelligenza nel denunciare per diffamazione gli autori di "La Verità Su Chuck Norris: 400 fatti sul più grande essere umano del mondo", libro che raccoglie i Chuck Norris facts che da più di un anno girano in rete.
Secondo l'attore (???) il libro sarebbe pieno di inesattezze. Un genio.

Sette Spose Per Sette Fratelli (Seven Brides For Seven Brothers, 1954)di Stanley Donen

Ho sempre ritenuto i musical classici americani veramente misteriosi. Misteriosi per come nonostante una messa in scena assolutamente superata, tematiche obsolete e una morale di fondo quasi sempre bigottissima riescano comunque a risultare coinvolgenti.
Non è nemmeno il senso del ridicolo ad avvincere, perchè quello non durerebbe tutto un film, è probabilmente che al di là di tutti gli elementi superficiali (storia, balletti e recitazione) sono meccanismi che molto semplicemente funzionano e alla grande tanto da confermarsi ancora validi oggi.

Sette Spose Per Sette Fratelli è così, misteriosamente intrigante fondato com'è su dinamiche basilari (uomini forti/donne sognanti, esigenza di sposarsi/mascheramento degli istinti sessuali) e espedienti filmici scontati (la contrapposizione cromatica tra il grigiore della vita da soli uomini e i colori delle donne, la metafora delle stagioni...).
In particolare poi Stanley Donen non osa nulla e dirige di mestiere, applicando gli stilemi classici del genere ma con abilità cercando in ogni momento di nascondere se stesso e mettere in primo piano di volta in volta il ballo, il canto e le scene realizzate con il rivoluzionario Cinemascope puntando molto sulla fotografia coloratissima.
Sensazionali le ambientazioni tutte (o quasi) ricreate in studio.

Saturday, December 22, 2007

Halloween: La Notte Delle Streghe (Halloween, 1978)di John Carpenter

Date le voci che si sono rincorse sulle peculiarità del remake di questo film che sta per uscire nei cinema italiani ad opera di Rob Zombie ripesco l'originale.
Recentemente poi ho visto finalmente Distretto 13, il film che viene prima (ma sempre dopo Dark Star), e che insieme a questo definisce lo stile Carpenter fino almeno a Grosso Guaio a Chinatown.
Molti gli elementi che rendono Halloween un film valevole, dall'idea vincente di ambientare un horror in un contesto cittadino suburbano a quella di non mostrare violenza (se si eccettua la prima scena) per quasi tutto il film, lasciando che la suspense scaturisca dall'attesa dello scatenarsi inevitabile della carneficina, fino a quella (che personalmente preferisco) di inserire intimismo in un genere che fino a quel momento non lo prevedeva.
Halloween è infatti tanto un film dell'orrore (o di suspense) girato in stile serie B (e non con ambizioni più alte come per dire Rosemary's Baby) quanto un film giovanile e intimista, i suoi personaggi sono i primi ad essere a tutto tondo, i primi che prima di essere massacrati mostrano di avere sentimenti, aspirazioni, problemi, incomprensioni e contraddizioni interne. E quello viene mostrato anche più della carneficina stessa, solitamente il cuore del cinema dell'orrore.

Stilisticamente poi Halloween è un unico e gigantesco omaggio ad Argento, sono utilizzate tutte le tecniche più caratteristiche del regista italiano (molte delle quali a sua volta Argento aveva preso da Bava), come in primis la tanto decantata soggettiva iniziale dell'assassino in piano sequenza (che ammetto non ho mai trovato fenomenale), ma anche le entrate a sorpresa degli antagonisti e i particolari abbinamenti con la musica (qui come sempre curata dallo stesso Carpenter).

Friday, December 21, 2007

Brian McCallister on Ning, OpenSocial, and Apache Shindig



When I read an email sent to an Apache Software Foundation mailing list suggesting an open source project for OpenSocial, I wasn't surprised to see it come from Brian McCallister, a prolific open source developer that I met years ago in a former life.

Brian McCallister now works at Ning, the social network outsourcer, and sat down to talk to me about topics revolving around Ning, OpenSocial, and Apache Shindig.

What will you learn from this chat?
  • What Ning is all about
  • Why Ning and Brian think about OpenSocial, and why developers should be interested
  • The parts and pieces of OpenSocial from the standpoint of a developer, and a third party container
  • How Brian thinks that we will get more than just "Write one, learn everywhere"
  • What Apache Shindig is all about
  • How Shindig allows you to do simple local development, which changes the game with respect to your development lifecycle


A worldwide celebration



As a member of the Maps team, I'm constantly impressed with the creative and meaningful ways people are using our mapping tools. My heart was warmed this morning when I read this post on the Official Google Blog. Readers are invited to add to a map created by the blog team and encouraged to add their personal holiday stories and traditions, punctuated with videos and photos.

Add a video of your kids squealing as they tear through wrapping paper, or pictures of the holiday morning you spent tobogganing with the family. Paste in your holiday wish list and direct your family members to it. Whatever you decide to do, just don't forget to take a peek at the other placemarks across the map. It's a fantastic time of year to celebrate the world around us.


View Larger Map

L'Amore Ai Tempi Del Colera (Love in the Time of Cholera, 2007)di Mike Newell


L'Amore Ai Tempi Del Colera è il classico film che facilmente sconfina nella categoria "film di attori", cioè quelle pellicole nelle quali tutto è affidato alle prestazioni degli attori (solitamente di grosso calibro) e in funzione loro viene ridefinito tutto il resto.
Questa volta ci sono Javier Bardem, Giovanna Mezzogiorno e John Leguizamo (in una parte più defilata) e come base il libro di Marquez. Come era prevedibile la storia e i personaggi vincono, anzi hanno già vinto, sono interessanti, intriganti, completi e quant'altro, è semmai il cinema a perdere.
Come infatti capita spesso per i "film di attori", il cinema è trascurato e la messa in scena si crogiola in lunghe battute, primi piani intensi e molte scene madri lasciando appunto all'interpretazione degli attori la comunicazione dei significati del film e non alla più usuale grammatica del cinema. Per questo il cinema viene sconfitto, perchè il suo linguaggio viene ridotto e semplificato ad una sola delle sue dimensioni.
Certo va dato atto Newell di riuscire nell'impresa non facile di non rendere ridicole le situazioni e i personaggi che considerando la storia potevano risultare comici sullo schermo, inoltre riesce anche a trattenere le gigionerie di personaggi come Leguizamo (fiammeggiante eppur moderato in un ruolo che è una chicca). Ma altro non c'è. O meglio c'è Bardem.

Forse Javier Bardem al momento è l'unico attore per il quale direi che vale la pena andare al cinema unicamente per vederlo, l'unico dotato di uno sguardo, di una posa e di un modo di stare davanti alla macchina da presa che sono cinema e non recitazione, che è linguaggio del corpo e non parole, che è messa in scena e non teatralità.

Thursday, December 20, 2007

Mapping at the speed of light



Just the other day I was perusing the many fantastic customized maps people around the world have created using tools in the My Maps tab when I came across a map that made my face light up. As a child, I loved going on car rides with my family during the holidays, cruising through surrounding neighborhoods and checking out all the beautiful lights and decorations sprinkled throughout the area. That's why when I came across this map pinpointing the locations of holiday light displays put together by The Ledger, a newspaper in Florida, I was filled with glee!

The Ledger's map has markers spread throughout Polk County, just outside of Tampa, describing light displays in the area in detail. They've made their map open for collaboration and are inviting viewers to add placemarks of their own. So if you're in the area and are particularly proud of your holiday decorations, feel free to add them to the map. Just log into your Google account and hit "Edit."

And if you're not in Polk County, I encourage you to make a similar map for your area. Click on My Maps in Google Maps and use the tools in the upper left-hand corner to design a holiday map of your own. I wish this sort of technology had been around when I was a kid -- playing tour guide for my family with a detailed holiday display map might have made the season all the merrier.

Caramel (Sukkar banat, 2007)di Nadine Labaki


Caramel è uno dei film favoriti nella corsa all'Oscar come miglior film straniero, nonchè un exploit di successo (commerciale) del cinema libanese, una cosa decisamente non da tutti i giorni.
In realtà però si tratta di un dramma molto leggero ed edulcorato in pieno stile almodovariano, senza la grande abilità narrativa e il senso del dramma del regista spagnolo.
Se da una parte il senso del dramma può essere eluso, non volendo magari fare per forza un film che sia una grande tragedia ma anche solo un affresco della situazione femminile nel libano (dove le donne sono strette tra estetica orientale e occidentale, pronte alla modernità ma soffocate da un sistema bigotto), dall'altra è imperdonabile la superficialità narrativa, specialmente considerando il palese modello.

Dico che Almodovar è il modello palese perchè tutto richiama lui: il modo in cui sono ritratte le donne (cioè i motivi di fascino che sono sottolineati), l'uso della musica, l'uso dei lenti carrelli, la fotografia, l'universo di riferimento (in cui gli uomini sono quasi assenti e se ci sono possono essere solamente o buoni, ingenui e un po' cretini, o belli, stronzi e senza cuore) e il piacere sottile che si percepisce nel parlare di un mondo chiuso.
Ma in Almodovar tutto questo è giustificato se non nobilitato da un racconto formidabile, dall'abilità del regista spagnolo di prendere materia di serie B, espedienti narrativi banali e sentimentalismo becero ed elevarlo a cinema di serie A con una costruzione complessa e stratificata del racconto.
Tutto questo chiaramente è assente da Caramel che quindi prende solo gli elementi più superficiali di Almodovar, senza che però possano avere il medesimo fascino. Soprattutto infine se il canto del mondo femminile in Pedro è ammirazione e amore, in una regista donna suona molto come autoconsolatorio.

Wednesday, December 19, 2007

Where in the world is... (Answers)



Great detective work, everyone. As always I am very impressed at the speed with which the blogosphere finds these updates. Here's a list of answers to the clues, as well as a more complete listing of updates.

1) A young boy living in this town designed the Alaska state flag 32 years prior to Alaska
gaining statehood.
-- 13 year old Benny Benson designed the current Alaska state flag while living in Seward, AK.

2) The incredible ruins of an old medieval castle, believed damaged during the Swedish
invasion of 1655, are now visible in Google Earth.
-- Ogrodzieniec, Poland

















3) On July 3, 1810, this city declared independence from Spain.
-- Santiago de Cali declared independence from Spain 17 days before the national revolt in Bogata. It wasn't until 1819 that Colombia won its freedom.

4) This city's metropolitan area is the most populous in the world, with over 35 million people.
-- Despite a national declining population, the greater Tokyo area has held this title since the 70's.

5) This city, known as the City of Peace for hosting many peace conferences, is a popular
tourist destination.
-- Sharm el-Sheikh, Egypt. Check out the amazing Panoramio photos people have taken of this resort hot spot.

6) The oldest Polish cathedral, burial site of many famous Polish leaders, is now high res.
-- The Archcathedral Basilica of St. Peter and St. Paul in Poznan, was first constructed in the second half of the 10th century.

7) This Jersey city is now high res.
-- I said Jersey, not New Jersey. ;) Saint Helier, the capitol of Jersey (a British Crown Dependency located off coast of Normandy) is now high res.

8) Lawrence of Arabia and Cleopatra were both shot at this famous studio.
-- Atlas Studios in Ouarzazate, Morocco.














9) This city is also Ukraine's largest port.
-- Odesa, Ukraine

10) Though completely destroyed in an 1868 fire, this gold rush town was completely
restored by the government of British Columbia to act as a tourist attraction.
-- Barkerville, British Columbia
















11) This was the final port of call for the Titanic before it's ill-fated transatlantic journey.
-- Cobh, Ireland, where the Titanic picked up most of it's third-class passengers.

12) Bach, 38 at the time, was appointed the cantor for St Thomas' Church in this city
-- Leipzig, Germany

13) This deep-water port was constructed in the middle of a bay and is connected to the
mainland by the third longest bridge in the world.
-- You can view the incredible infrastructure development at the Yangshan deep-water port outside of Shanghai.











14) The element Hafnium is named after this city's Latin name.
-- Hafnium was named after Copenhagen's Latin name: Hafnia.

15) The picturesque port in this city has been painted many times over, and helped inspire
the Impressionist movement.
-- The port of Honfleur, France was painted by the likes of Gustave Gourbet, Claude Monet, and Johan Jongkind.

16) Famous as the site where Portuguese explorer Pedro Álvares Cabral landed in Brazil, this
city is now a tourist destination.
-- Pedro Álvares Cabral, thinking he had landed on an Island, originally named Porto Seguro The Island of the True Cross.

17) The imagery above the headquarters of my favorite search engine has been upgraded!
-- The Googleplex in Mountain View, California!















Here's a more complete list of imagery updates in this data push:
New high resolution:
Americas:

- Canada: Significant amount of British Columbia
- USA: Jefferson City (MO), Central Virginia, Tioga County (NY), Cayuga County (NY),
Jefferson County (NY), Broome County (NY),
- Brazil: Uberlandia
- Colombia: Cali, Pasto
- Mexico: Veracruz

Europe, Middle East and Africa:
- France: Le Havre, Dunkerque
- Poland: Poznan
- Russia: Yaroslavl, Ivanovo, Vladikavkaz, Volzhskiy, Barnaul
- Ukraine: Rivne, Odesa
- Morocco: Agadir
- Nigeria: Abuja
- Egypt: 2.5m imagery for eastern half of the country


Asia & Oceania:
- Japan: Kagoshima, Hamamatsu
- New Zealand: Manawatu Wanganui Province, Thames-Coromandel Province
- China: Guiyang, Zhaoqing, Zhongshan, Neijang, Anshun, Zhuzhou, Changde,
Jiaoijang, Sashi, Qinhuangdao, Mudanjiang
- Indonesia: Sukabumi, Surakarta

2.5m imagery for the eastern half of Egypt.

Updated Imagery:
Americas:
- Canada: Calgary
- USA: Bend (OR), Reno (NV), Googleplex (CA), San Miguel (CA), Paso
Robles (CA), Buellton (CA), Thousand Oaks (CA), Los Angeles (CA), Orange
County (CA), Denver (CO), Saint Louis (MO), Knoxville (TN), Chattanooga (GA),
Dayton (CA), Atlanta (GA), Desoto County (FL), Onondaga County (NY), Cayuga
County (NY), McAllen (TX), Sanger (CA), Bellevue (WA)

Europe, Middle East and Africa:
- France: Nantes, Lyon
- Germany: Sindelfingen, Ausburg, Leipzig, Aachen
- Denmark: Entire country
- Niger: Niamey
- Zimbabwe: Harare
- South Africa: Johannesburg
- Iran: Tehran

Asia:
- Japan:
Tokyo, Osaka, Nagano
- Thailand: Bangkok
- Vietnam: Hanoi

Antarctica: new 15m imagery

Updated Terrain:
Massachusetts