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Wednesday, December 26, 2007

Vertigine (Laura, 1944)di Otto Preminger

Al suo primo film importante Preminger dirige in piena epoca di veri noir (e lo si vede dalle luci PERFETTE!) un giallo solo sporcato di venature noiresche, che non intende indagare tanto le figure tipiche del genere quanto spiazzare lo spettatore con il gioco dei sospetti tipico del giallo.
E forse qui è il grande limite del film, che tutto preso dagli elementi del plot disegna personaggi ad una sola dimensione, capaci al massimo di un colpo di scena ma non di evocare paesaggi interiori, dubbi, incertezze o tormenti.
Certo non può essere sottovalutata l'ambiguità generale del film e la sua struttura a continui flashback, molto innovative per l'epoca ed orchestrate con sapienza. Ma se l'intreccio sembra evocare l'ambiguità di rapporti non chiari e torbidi, il tutto appare come uno stratagemma per stupire e non come un tentativo di indagare o semplicemente mostrare diverse facce complesse di una medesima ossessione.
Anche un po' ridicolo il rapporto d'amore che si sviluppa tra il detective incaricato di indagare la misteriosa scomparsa e la donna (ritenuta) morta.
Insomma a me Otto Preminger continua a non convincere.

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