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Thursday, January 31, 2008

La Fortezza Nascosta (Kakushi-toride no san-akunin, 1958)di Akira Kurosawa

Questa volta non si parte da un dramma shakespeaeriano ma è come se lo si facesse.
La Fortezza Nascosta cerca il colpo al cerchio e quello alla botte, proponendo amore, avventura e comicità, ognuno secondo le direttrici della tradizione.
Siamo ben lontani dai dintorni del capolavoro eppure il film fortunatamente va oltre la propria vocazione nella direzione proprio di quel western samuraiesco nel quale il maestro nipponico eccelleva trovando così la salvezza.
Sono i paesaggi aridi e assolati in contrasto con le foreste fitte, le zone desertiche e le case riparate, il rapporto che i personaggi instaurano con i paesaggi (per come sono ripresi) a ricordare il western.
Ma è solo una base di cui Kurosawa si serve per fare il suo racconto anche in maniera più popolare del solito.
Epica la scena della lotta con le lance e quella dell'inseguimento a cavallo.

Editorial

Però és que ningú va a escriure l'editorial???????

Portada nº2

My Map of travel conditions during China's snowstorm



Next week, most Chinese will be celebrating Chinese New Year with their families. Millions of people in China travel home for this holiday. Because of the crowds, it's extremely difficult to get train tickets during Chinese New Year. I still remember how hard it was for me and my college classmates to get tickets from Shanghai to Harbin. Some of my friends slept at the train station overnight, waiting in line for the ticket windows to open.

However, this year the biggest problem isn't the availability of train tickets, it's the huge snowstorm that's currently affecting the central, southern, and eastern parts of China. It's the worst snowstorm in about 50 years. By now, it is estimated to have caused billions of dollars in damages. Several national highways, airports, and train stations have been closed; tens of thousands of farms have been destroyed; power outages have hit many of the provinces; and thousands of soldiers are working around the clock to clear the snow. Many of the people who want to go home for Chinese New Year are stranded.

The Google Maps team in China has put together a special My Map that shows current weather conditions and the status of China's public transit systems. Click on the train and plane icons to find out whether the train stations and airports are still selling tickets, and whether the stations are currently open or closed. You can also get information on which trains have stopped operation, the number of passengers stalled in the stations, and instructions on how to get your tickets reimbursed.


If you have information that you'd like the Maps team to include, please email us.

Avis Rara a El Penjoll

A causa dels problemes que provoca la Central Nuclear de Cofrents en el funcionament normal de El Penjoll, tots els plumífers que l'habiten han passat a ser subitament pollastres rustits. Disculpen les molèsties. Xe collons, es pot saber què vos passa?

Thursday Prejudice

Prendo solo in prestito il titolo di blog più noti per dire che domani correrò a vedere Sogni e Delitti (perchè non si sa per quale motivo non mi hanno invitato all'anteprima) e che so anche io come molti altri che quasi tutti quelli che l'hanno visto hanno riferito che vale poco.
Ma è un film di Woody Allen, regista quasi perfetto, che alla veneranda età che ha raggiunto e con la mole impressionante di film realizzati ha raggiunto una maestria tale da considerare impossibile che un suo film, anche il peggio riuscito, sia brutto.
Ecco io voglio scommettere (con me stesso e la mia onestà intellettuale naturalmente, anche perchè sarò sempre io il giudice della scommessa) che Sogni E Delitti non potrà essere brutto. Perchè un film di Woody Allen ci mette sempre di fronte al miglior cinema possibile, anche nelle sue performance peggiori.

Avís nimi a El Penjoll:

A causa de la desídia i el desinterès que percep en el projecte d'El Penjoll, em declare en vaga de ploma caiguda de forma indefinida. Disculpeu les molèsties.

Qualcosa da attendere speranzosamente

Il Falsario - Operazione Bernhard (Die Fälscher, 2007)di Stefan Ruzowitzky

Storia vera, protagonista ancora in vita, nazismo, campi di concentramento, lotta per la vita in uno scenario di morte. La continua rielaborazione del proprio passato da parte dei tedeschi pende sempre di più verso Hollywood, verso quelle strutture espressive, quei modi di mettere in scena e soprattutto quel modo di rappresentare l'olocausto.
Ogni fenomeno, ogni evento e ogni epoca può essere messa in scena in vari modi. A seconda della sensibilità del regista si possono scegliere diversi elementi da mettere a fuoco o da rendere importanti nel film, e questa scelta (insieme a molte altre) fa il film, gli dà (o gli leva) personalità e originalità.
Il Falsario, come molti altri film tedeschi degli ultimi anni, rinuncia a cercare una via personale e pur con molta abilità e bravura (decisamente superiore alla media) mette in scena una storia guardando ad Hollywood e dimenticandosi di essere europeo.
La cosa in sè poi non sarebbe nemmeno troppo male, certo non è il massimo, ma neanche il peggio possibile, se non fosse che l'Olocausto hollywoodiano è uno dei temi più abusati in assoluto e che andrebbe bandito dal cinema per almeno un decennio per disintossicarsi. Solo Schindler's List con tutta probabilità è riuscito in tempi recenti a dare una prospettiva diversa, solo Spielberg è stato capace di parlare di nuovo di campi di concentramento ma in una maniera nuova.
C'è davvero bisogno allora di Il Falsario, dell'ennesima storia vera raccontata come tutte le altre? L'ennesima storia che mette su due fronti figure piatte, nazisti che fanno i nazisti e ebrei umani e vittime. Non che voglia negare i drammi di quell'epoca, per carità! Io qui parlo di cinema e molto spesso al cinema per raggiungere il massimo del realismo occorre il massimo della menzogna, sullo schermo le cose non funzionano come nella realtà, per parlare di sentimenti e uomini in maniera reale spesso occorre forzare le cose, sono i meccanismi narrativi. E personalmente quest'ennesima rappresentazione manichea a senso unico mi annoia.
Per fare un esempio virtuoso cito Godard il quale sosteneva che l'unica maniera accettabile di filmare il nazismo per renderne la barbaria e l'atrocità era concentrarsi sulla burocrazia: quanti ebrei entrano in un vagone? Quanto costa trasportarli? Quanta legna occorre per bruciarne uno? Quanto gas va predisposto per una "doccia"?

Wednesday, January 30, 2008

CINE CLUB DEL DIJOUS: cicle dedicat a la comèdia

Capítol III: El rei de la comèdia

Així cal reconèixer a Mack Sennett, el nostre artista de hui. Inicialment va treballar a les ordres de David W. Griffith a la Biograph, però en 1912, Sennett va fundar els Keystone Studios a Els Àngels (Califòrnia), el primer estudi i escenari totalment tancat de la història del cine.

Sennett, a més de ser el creador de les comèdies de pastissos, va ser l’introductor d’un element nou clau a l’època: moure la pel·lícula més espai dins la càmera, el que augmentava la velocitat del moviment que aconseguia un efecte còmic que va ser la base de tota la comèdia slapstick nord-americana de 1920.

Picaresca, irreverència, ritme trepidant i caricatura serien les constants del cine de Sennett. Entre 1910 i 1929 va produir més de 1000 pel·lícules mudes. Va dirigir a la major part dels còmics del cine mut entre els que trobem a Raymond Griffith, Ford Sterling, Andy Clide, Ben Turpin, W.C. Fields, Harry Langdon, Fatty Arbuckle. Harold Lloyd o Buster Keaton. També va ser el descobridor i el que va donar les primeres oportunitats cinematogràfiques a Charles Chaplin,

A tot un monarca de la comèdia no ens queda més remei que deixar-li que ens marque un "hat trick".

1) La primera pel·lícula que veurem és Those Awful Hats (1909) dirigida per D. W. Griffith i en la que Senett actua (és el de la jaqueta a quadres).

2) La segona és Bangville Police (1913) dirigida per Sennett on podem veure als Keystone Kops en acció.

3) I la tercera és Kids autorace at Venice (1914) on Sennett dirigia el segon curt on apareixia Chaplin, i on trobem el seu debut amb la imatge de Charlot.

Com va dir Sennett d’ell mateix:

I called myself the king of comedy, but I was a harassed monarch. I worked most of the time. It was only in the evenings that I laughed.

Que jo traduiria, a no ser que el mestre Calín em faça alguna correcció, com:

"Em vaig anomenar el rei de la comèdia, però era un monarca aclaparat. Vaig treballar la major part del temps. Sols em reia per les vesprades."

Fins el dijous que ve!

Find more with Google Maps



There's a lot to discover in Google Maps: addresses, businesses, points of interest, user maps, and even photos, books, and videos. To help sift through all of this, we've added a new search option that will help you find exactly what you want. Check out the new "show search options" link near the search box. Following this link will add a drop-down menu with three options for refining your search:
  • Locations - Search only addresses, places of interest or other location names. For example, searching for "storm" will bring you to the city of Storm, Finland.
  • Businesses - Search only businesses. Searching for "storm" over San Francisco will show you businesses with storm in their name.
  • User-created content - Search maps created by users in Google or anywhere on the web. Searching for "storm" over San Francisco will show some interesting photos from the stormy week we had in San Francisco last month.
This last option is particularly useful for exploring the world from the vantage point of true local experts. Here are some cool searches I was able to do: "Windsurfing in San Francisco" shows windsurfing spots around the Bay Area from YouTube, virtualglobetrotting and Flickr (while business search will show windsurfing business listings); "Romantic places in Paris" includes results for romantic places mentioned in mashups by francoissachs.nl, communitywalk and Platial; "Seinfeld New York" highlights locations featured on the show from Panoramio, Flickr and other highlights from Google My Maps.

Rimane impagabile!

Più che altro per l'incredibile ingenuità del fatto che ha le sopracciglia aggrottate per fargli lo sguardo cattivo....
Ci pensavo oggi scrivendo un pezzo sulla realizzazione del mostro di Cloverfield. Godzilla che si muove nei modellini delle città è quasi commovente per quanto è ingenuo.
Quasi quasi me lo metto come sfondo del desktop...

Cloverfield (id., 2008)di Matt Reeves


POSTATO SU
J.J. Abrams prende uno sceneggiatore e regista televisivo, un cast di sconosciuti, un tema vecchissimo e una visione un po' più moderna (ma comunque già vista) di cinema e i principi alla base del successo di Lost (fascino, mancanza di informazioni complete, suspense, fantascienza intrisa di una certa illusione di realismo) e confeziona il primo film della sua carriera che funzioni come una serie tv, nutrendosi al 100% di hype scatenato con una magistrale conoscenza dei meccanismi della rete.
Intendiamoci è cinema e non televisione, ma i meccanismi applicati sono quelli delle sue serie, cioè il fatto che si crei un forte clima di interesse e discussione prima e dopo la visione che ne alimenti il godimento e la redditività.

Cinematograficamente parlando poi Cloverfield non è molto originale, passato l'espediente della visione "micro" dei fatti, cioè dall'ottica della gente comune, il film è raccontato con tutti gli stilemi del cinema americano, tutte le forzature di trama tipiche e i risvolti dei personaggi cui Hollywood ci ha abituato.
Nonostante infatti le riprese fatte tutte in digitale e a mano, simulando un vero reportage amatoriale, quella del realismo è solo un'illusione e non solo perchè i fatti raccontati sono incredibili (un mostro che attacca New York) ma soprattutto perchè il loro svolgimento non è più reale di tanti film di Godzilla.
Ma va bene. Nel senso che alla fine Cloverfield con la sua illusione di realtà regala tantissimo intrattenimento e mille spunti di suspense ed emozione agli amanti del genere. Al pari di Marvels (per chi l'ha letto) Cloverfield è un punto di vista diverso su un sistema narrativo che conosciamo molto bene. E proprio per questo funziona.

Personalmente mi sono veramente divertito e, specialmente nel finale a Central Park (arioso e plumbeo e dal sapore di showdown finale), ci ho trovato anche una visione interessante delle cose, della storia e del cinema.
Si, Cloverfield mi ha soddisfatto, ma no, non cambierà nulla nella storia del cinema. Non lo fece The Blair Witch Project (più audace nel voler tentare qualcosa di diverso) e non lo farà lui, più semplicemente si inserisce in una tendenza più generale e già registrata al maggiore realismo nella fantascienza al pari della prospettiva sociale di La Guerra Dei Mondi.

La Caduta di HD DVD

AVÍS IMPORTANT CULEBRÓ MARIA I JOSEP

A causa de les Ereccions Generals, la sèrie Maria i Josep se suspén de forma indefinida. Disculpen les molèsties

Tuesday, January 29, 2008

Interview with Steve Yegge on Rhino on Rails and more



Last year, Steve Yegge posted about Rhino on Rails, his port of Ruby on Rails to the JavaScript language on the Rhino runtime. It garnered a slew of interest, and I have been wanting to talk to him in more detail about the project.

Fortunately, I happened to be at the Google Kirkland office and Steve graciously had time to spend talking about the framework. Steve is an entertaining chap, and manages to keep you interested with long blog entries, and did the same as I chatted with him.

In the conversation we cover the germination of the project, why Steve went ahead with the port, the side effects of JavaScript on the server, how Rhino will be implementing JavaScript 2 / ECMAScript 4 (with Google committing engineers to the project), the intent to open source RnR, and random thoughts from a language geek.

Give it a watch, and let us know if there are any other questions you would have liked to ask

Doing our homework



We know that the last thing teachers have is tons of free time to spend learning about new teaching tools. That's why I'm thrilled to point out some new YouTube video tutorials that offer up basic tricks for using Google Earth and can serve as inspiration for lesson plans. While any new user (and even some of our old hands!) can appreciate these helpful hints, it's our hunch that educators will find them particularly useful. Here's a look at one of the videos in the series:


These short clips (there are 5 total) will walk you through some of the most popular features in Google Earth. Whether it's navigating, searching, marking locations, obtaining coordinates, or geotagging photos, you'll be able to get started in no time at all. More videos are in the works, and, of course, the Google Earth User Guide is also a great training resource. We hope that you'll soon be developing and sharing your own educational content just like these awesome literary field trips!

TV, sorrisi e canzoni in WMA

L'iTunes italiano è una parola un po' forte specialmente calcolando che iTunes c'è già in Italia.
Tuttavia Mondadori ha messo online il suo music store digitale appiccicandogli il marchio TV Sorrisi e Canzoni (cosa in sè retrograda e che scoraggia dall'affidarcisi), ma che sorprendentemente non è male.

Le tracce sono in vendita ad un prezzo che viene deciso dalle singole etichette ma che è sostanzialmente superiore a quello che si paga su iTunes, un brano si aggira infatti intorno a 1,30€ se nuovo.
Per molte canzoni è disponibile anche il download senza DRM con un ulteriore maggioramento di prezzo di 10 cent. (ma questo lo fa anche iTunes), il formato tuttavia è sempre WMA (ma per i file liberi si può operare tranquillamente la conversione in mp3).

Il catalogo è al momento di 700.000 brani. Modesto rispetto ai milioni di iTunes e compagnia, ma questo è comprensibile, e tuttavia ben spalmato (c'è Van Morrison, per dire). Ovviamente è molto focalizzato sulla musica italiana.

L'interfaccia di acquisto è fatta molto bene, non rapidissima, ma intuitiva e funzionale. C'è anche una funzione che non si capisce perchè iTunes ancora non incorpori, cioè la possibilità di sentire tutte le preview da 30 secondi dei brani di un certo album in fila.

L'ho testato e per quanto fossi scettico ammetto che funziona bene tanto quanto iTunes.

Asterix Alle Olimpiadi (Astérix aux jeux olympiques, 2008)di Frédéric Forestier

Forse il peggiore di tutti i capitoli e il perchè è presto detto.
Io accetto tutto. Accetto il fatto che ci sia bisogno di un cinema di questo tipo, accetto che debba esistere una dimensione "facile" di cinema, accetto che ci sia uno sfruttamento di certi tipi di pubblico con seguiti e seguiti, ma non accetto la mancanza totale di idee. Anche i cinepanettoni (che rimangono il punto di riferimento verso il basso) nella loro ripetitività coatta cercano di trovare delle idee.

Invece Asterix Alle Olimpiadi non crea nulla e si adagia su tutto il già fatto, cavalcando ogni cosa possibile. Si cavalca l'imperante (ma grazie a Dio tramontante) citazionismo con una serie infinita di rimandi superficiali ad altri film che non si sa chi del pubblico di questo tipo di film possa cogliere (dai precedenti film di Delòn come il Clan Dei Siciliani, Il Gattopardo e Rocco e i suoi fratelli, al dr. Mabuse, dall'Uomo Che Sussurrava Ai Cavalli al Gladiatore), si cavalca il sistema delle "partecipazioni" speciali con un'infinita coda finale che vede partecipare alla grande festa finale personaggi come Zidane in grotteschi cammei dove fanno i propri equivalenti antichi e infine si cavalcano le passioni facili come l'inserimento di Jean Todt e Schumacher nella corsa delle bighe a bordo di un quadrivio rosso (ma battente bandiera germanica!).
Di risate nemmeno l'ombra chiaramente. L'espediente dovrebbe essere il ricalco del cartoon grazie agli effetti speciali che deformano i corpi come si fa nel fumetto, ma senza trovate nessuna deformazione fa ridere.

Per il resto i soliti screzi ai romani (cioè agli italiani) e solita autoesaltazione. Però stavolta ci abbiamo infilato un po' di nostri attori. Oltre a Luca e Paolo infatti si vede anche Enrico Brignano in un piccolo ruolo.
Mi farebbe piacere capire chi ha doppiato la protagonista, la principessa greca. Perchè non risulta nei titoli di coda (dunque non è nessuno di famoso) ed è davvero incapace.

Monday, January 28, 2008

La samarreta de El Penjoll

Un mes llegint El Penjoll i encara no tens la seua Samarreta? No t'ho "penges" tant! inscriu-te ací baix i així podrem fer una encomana raonada a la nostra fotocopiadora de confiança! Indica també quin matís lumínic t'estimes més, negre o roig. Afanya't collons que se n'acaben!

"Cellulite e Celluloide" - Il podcast

Come avranno notato i più attenti da ieri è comparso sulla sinistra il box di download dei podcast di "Cellulite e Celluloide", trasmissione in onda su RadioRock (106.600 FM) ogni sabato alle 17, che vede ai microfoni oltre a Prince Faster anche il sottoscritto sotto lo pseudonimo di Gabriele Vasquez.

Per i file occorre ringraziare il prode Luca che pur non avendo nulla a che vedere con l'amministrazione della radio ha deciso in proprio di registrare, tagliare e mettere online i file.

LA PUNTATA DEL 26/01/08

Or dunque adesso anche se non siete di Roma o dintorni potete godere anche voi di queste perle radiofoniche e sottoscrivere i podcast come più vi aggrada.

Accadde domani

E' online su Punto Informatico il reportage dal concluso Future Film Festival diviso per sezioni.
Resoconto cinetecnologico, le tecnologie WETA per la virtual cinematography, due interviste ad uno sceneggiatore ed un animatore Pixar, LA TAVOLA ROTONDA DEI CINEBLOGGERS, le profezie di Bruce Sterling
Copioncollo di seguito il meglio dei cinebloggers al FFF

Per i feticisti di Manu, Kekkoz (la cui INSTANCABILE voglia di apparire a tutti i costi mi ha costretto a fargli mille primi piani!) Ohdaesu, contenebbia, SaraTheHutt e Roy Menarini è disponibile anche l'uncut, l'integrale della tavola rotonda in 5 tronconi.
1 2 3 4 5

La Storia Del Generale Custer (They Died with Their Boots On, 1941)di Raoul Walsh

Fazioso, antistorico e manicheo, è il cinema classico americano, disprezzabile dal punto di vista dei contenuti ma fantastico nella forma. Eppure forse proprio per questo, per la loro palese distanza dalla storia (stiamo parlando del west con gli indiani cattivi), ancora più fortemente cinematografico perchè metafora del reale e non sua pedissequa rappresentazione.
Tuttavia contrariamente a quello che ci ha abituato Raoul Walsh La Storia del Generale Custer manca di quello stile secco e asciutto e si dilunga in scenette accessorie. Spesso ridondante e con una andamento che ne penalizza la godibilità, il film che segna l'ennesimo capitolo del sodalizio Walsh/Flynn tratta la figura di Custer come il classico personaggio poliedrico e dotato di forza interiore, gioia di vivere e sprezzo del rischio che gli consentono di raggiungere qualsiasi obiettivo.
E forse è proprio un racconto non eccessivamente svelto e vivace a riuscire ad appesantire anche i rari momenti sentimentali che, proprio in quanto tali, solitamente vengono trattati senza dargli importanza risultando incredibilmente convincenti.
Non mancano tuttavia alcuni colpi azzeccatissimi come il racconto a distanza dei primi e inaspettati trionfi militari del giovane Custer. Ammetto però che vedendo scene di massa con cavalli al galoppo furioso come queste si capisce la forza completamente diversa che ha la scena classica dell'assalto alla diligenza di Ombre Rosse.

Friday, January 25, 2008

No address required




Have you ever been traveling and needed to get directions from your hotel to another destination in town, like a restaurant you keep hearing about? You may have been a bit frustrated that Google Maps required you to look up the addresses of your starting and end points before ultimately getting your directions.

Well, we felt the same way. So we fixed it. Now you can type in any location where you want to go -- whether it's a specific street address, a business name like Fuzzy Buddy's Dog Daycare, or even something more general like "florist" -- and we'll help you get directions. We'll even automatically try to find the closest results for you.

We've found this particularly handy for pizza runs from our office; now we can just put in "651 N. 34th Street Seattle to pizza" and choose from our options. And if you're ever in town visiting us and want to go to dinner from your hotel, you might try "Andra Hotel Seattle to Wild Ginger" (make sure to try their seven-flavor beef).

Compiere: Building a GWT interface for opensource ERP



The Compiere team is trying to make ERP easier. I had a chance to catch up with Gary Wu, Di Zhao and Chris Sprague of the Compiere engineering team. We talked about their recently shipped open source ERP solution that now includes a GWT-based rich internet interface.

Using GWT was natural for the developers and allowed them to create a highly productive web experience for Compiere users in just a few months of effort. Listen to the Compiere developers discuss their experiences with GWT and see a demo of the new Compiere Web user interface.

First Google Earth layer update of 2008



Happy New Year! We're starting things off with a number of exciting updates.

With help from a team of USGS scientists, we reengineered the Earthquake layer to be more accurate and informative. And to top it all off, we gave it a fresh new look. This layer presents historic earthquake epicenters of magnitudes greater than 3 for the entire world over the last 40 years. It's very fun to look at if you're interested in geology. For instance, did you know that large earthquakes happen most frequently at tectonic plate boundaries? If you zoom far out and connect the large earthquake dots, you will get a rough graph of these areas. The information balloons that appear on the map tell you the magnitude, depth, and date of the earthquake. And if you're interested in tracking earthquakes happening in real time, you can download the USGS Real-Time Earthquake KML file from any of the earthquake bubbles. The KML file will be added to the "Temporary Places" panel on the left, and it will automatically refresh every 5 minutes, showing the latest earthquakes around the world. So if you're feeling a jolt under your feet but not sure if it's an earthquake or your neighbor playing Wii, now you have a way to find out.


We expanded one of our most popular layers -- National Geographic -- to three more continents: Europe, Asia, and South America. These new additions feature interesting stories about everything from China's fearsome Taklimakan Desert, where Marco Polo traveled, to the hyacinth macaws of Brazil.


And finally, we added and updated roads in 26 countries: Russia, Malaysia, Thailand, Aruba, Bahamas, Belize, Bermuda, Bolivia, Chile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Mexico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Peru, St. Kitts and Nevis, Trinidad and Tobago, Uruguay, and Venezuela. Place names in Taiwan, Russia, Australia, New Zealand, Brazil, and Turkey will now be labeled in their local language, and bodies of water will be labeled in the language you have Google Earth set to.

Tabellino di lavorazione

dal quale si capisce la deriva della serie e si perdono le ultime speranze

Tim Burton, la rockstar

Dei tanti incontri che Mario Sesti e Antonio Monda hanno fatto all'Auditorium di Roma, quello avvenuto con Tim Burton l'altro ieri sera di certo è stato tra i più appassionati.
Sebbene rimarrà nel mio cuore per sempre quello con David Lynch (all'interno del quale si alzò dal pubblico Enrico Ghezzi per fare una domanda incomprensibile), ammetto che questo anche non è stato niente male.
Innanzitutto il pubblico era di quelli mai visti: il sommerso cinematografico. Alla pari delle prime di film come Il signore degli anelli anche in questo caso c'era gente praticamente in costume, l'unica differenza era che loro non lo consideravano un costume.
Molti dei presenti potevano benissimo essere Tim Burton da giovane, mentre ad altri mancavano solo le mani di forbice ed erano perfetti. Dark e depressi come si conviene ma anche prontissimi a spellarsi le mani, fare urletti di giubilo (forse anche tirare reggiseni se li avessero portati) e standing ovation ogni due minuti. Che poi io amo da morire queste cose e che vengano dai darkettoni mi fa solo ridere un po' di più.

Ad ogni modo Burton è stato affabilissimo ed ha parlato, rispondendo alle domande di Monda e Sesti, sia del suo mondo e della sua poetica (non aggiungendo nulla di nuovo a quanto si sappia già), sia delle difficoltà che comunque anche uno come lui (dotato di successo di pubblico e di critica) soffre ad Hollywood.
Ignoravo che avrebbe voluto fare anche il terzo capitolo di Batman e che gli fu levato di mano perchè alla lobby dei fast food (che evidentemente erano nella produzione) non piaceva l'atmosfera sporca e schifida della sua Gotham.

Ma il momento migliore per capire davvero chi è Tim Burton e cosa è il suo cinema sono state le domande dal pubblico. La metà di quelli che hanno preso il microfono in realtà non voleva fare domande ma dichiarazioni appassionate d'amore. C'è stato anche un esplicito "Ti amo!! Ci siamo visti alla biennale ed ero vestita da Sally!!" che Burton ha fatto finta di ricordare benissimo: "Era un costume perfetto!".
Se infatti anche per Lynch c'è un seguito che ha i contorni del fanatismo, per Burton la mobilitazione è decisamente molto meno intellettualistica ma comunque non popolare. E' la nicchia nel senso allargato del termine. Non si limita certo ai soli dark, ma con la sua poetica particolare di solitudine e affetto non ricambiato e la sua visione di mondo prima ancora che di cinema, si è preso il cuore di tantissimi come forse nessuno nel cinema contemporaneo.
Un incontro con Scorsese anche farebbe il tutto esaurito in poche ore come è capitato per Burton ma non avrebbe la gente che urla per prendere la parola e poi grida nel microfono: "TI AMOOO!!!!".
Credo si tratti di una questione di sublime immediatezza che il cinema di Burton ha, ma anche di coerenza interna, nonostante exploit fuori dalla grazia di Dio come Il Pianeta Delle Scimmie, mista ad una sincerità che intercetta i gusti e gli stati d'animo della modernità (la solitudine specialmente adolescenzial-infantile).

All'uscita scene di fanatismo ai cancelli attendendo il passaggio di Burton, cosa che mi ha ricordato molto ciò che accade con le rockstar, mondo solitamente lontano dal cinema per fanatismo e culto della personalità. Solitamente.

Aliens vs Predator 2 (AVPR: Aliens vs Predator - Requiem, 2007)di Colin e Greg Strause


E' ufficiale abbiamo raggiunto il medesimo livello tecnologico dei Predator. Nei 20 anni passati da quando Schwarzenegger bastonò un loro esemplare (atto con il quale si è guadagnato il governo di uno stato), pare non si siano evoluti tecnologicamente mentre noi si. Ancora stanno con i puntatori e i led anni '80. Hanno solo le astronavi più di noi.

Per il resto c'è un polpettone confusissimo, che tenta di salvarsi con una fotografia esageratamente e immotivatamente "poetica", nel quale dei giovani maschi americani vanno dietro a giovani femmine americane sullo sfondo di razze aliene che se la danno di santa ragione senza motivo e il governo fa saltare tutti in aria.
Del resto alla regia ci sono due supervisori agli effetti speciali....
Siamo chiaramente oltre il reame della fantascienza (genere nobilissimo) e dentro quello del cinema di suspense di bassa lega che cerca in ogni modo di soddisfare nel pubblico la sete di reiterazione del piacere scatenato dai film originali. E per farlo (senza riuscirci) non fa economia di espedienti umilianti per la produzione e per il pubblico stesso.
La cosa che dispiace veramente è vedere, alla fine di tutto, il nome di Giger sullo schermo, che poverino non centra nulla.

La frase del film: "Ma cosa diavolo sta succedendo?" - "Lo saprò quando l'avrò capito".

Data la rilevanza storico-cinematografica del film siamo pieni di contenuti extra (il che la dice lunga sulla piega che sta prendendo questo blog).

LO SCORE

L'APPROFONDIMENTO (!!!)

Thursday, January 24, 2008

Heading to linux.conf.au?



Several folks from Google Sydney and beyond will be attending linux.conf.au 2008 in Melbourne, Australia next week and we're looking forward to sharing a week of FLOSS and fun with our fellow attendees. If you're heading to the conference, stop by our table at Open Day to learn more about Google's global open source initiatives. We'd also love to have any students, whether you're a local or just in town for the conference, join us on Thursday evening for our student party; several Google Summer of Code students and mentors have already let us know they'll be coming. You are, of course, welcome to join us at the Google conference wrap-up party on Friday evening. We'll be hosting a grand barbecue, with plenty of options for our vegetarian and vegan friends.

You may also be interested in these talks given by Googlers:
Anthony Baxter, Python's Release Engineer and a recent addition to Sydney's engineering team, will deliver Friday's opening Keynote, Two Snake Enter, One Snake Leave.

We hope to see you there!

Making changes



At Google, we're encouraged to move to different groups and learn new skills. I recently transitioned to the Maps team -- specifically, to the group that empowers local experts like you to improve your virtual neighborhood on Google Maps. You may remember that not too long ago we launched a feature that enables people to correct marker locations.

I previously focused on behind-the-scenes kernel work, so switching to something as well-known as the Google Maps user interface was quite a refreshing change. Excited and inspired, I got to task by working on a Maps 'recent edits' viewer that provides a real-time view into a sampling of the user edits taking place across the globe. You can just sit back and watch the world's information improving bit by bit, edit by edit. I warn you, though, it's highly addictive (almost as addictive as helping make the improvements yourself!).

Now that it's complete, I'm excited to know that something I've worked on is actually a visible part of the Maps experience, and helps encourage people to improve the information about the world around them. And as a bonus, after all these years, when Mom and Dad ask "So what exactly do you do again at Google?", I can simply point to http://maps.google.com/recentedits and say, "That's what we do!"

Il senso della notizia

Tutti presi dalla morte di Ledger non ci siamo accorti che la notizia vera da trarre dall'avvenimento non era che è morto un attore hollywoodiano giovane e maledetto (poco importa che poi non lo fosse!) ma che a Terry Gilliam è morto uno degli attori principali durante le riprese del suo nuovo film la cui produzione è adesso incerta. Di nuovo!

CINE CLUB DEL DIJOUS: cicle dedicat a la comèdia

Capítol II: Max Linder

Al Regador regat li seguiren moltes pel·lícules còmiques. Cal destacar les aportacions franceses al gènere fetes pel realitzador Jean Durand, qui va dirigir moltes pel·lícules còmiques com la sèrie Calino, troupe d’acròbates còmics i, posteriorment, les sèries interpretades per B. Bataille (Zigoto) i C. Bourbon (Onésime). També Louis Feuillade, altre pioner del cine francés, va dirigir vàries sèries burlesques titulades Bebe i Bout de zan, protagonitzades respectivament per René Dary i René Poyen. Però el còmic amb més èxit a França i a Europa en la primera dècada del segle XX va ser Max Linder.

Linder fou el primer gran còmic del cinema i un dels millors mestres de la pantomima del segle XX. Encarnava un personatge d’aspecte distingit i engalanat, una espècie de dandy de la belle èpoque, que es veia atrapat en els més insòlits embolics. Amb este personatge va trencar amb el tipus de comicitat burda, plena de personatges grotescos i mal vestits que, majoritàriament, caracteritzaren la comèdia cinematogràfica dels primers anys.

Després de 1911, va començar a dirigir totes les seues pel·lícules, investigant noves possibilitats com la pantalla escapçada en dos o més trossos per a representar una conversa telefònica, angulacions de la càmera sorprenents, així com efectes de camp i contracamp. En 1916 va anar als Estats Units contractat pels estudis Essanay amb la intenció d’ocupar el buit que anava a deixar Charles Chaplin, qui arribà a reconèixer-lo com el seu gran mestre. Però el concepte de l’humor de Linder fracassà als Estats Units. Se’n tornà a França en 1918 on es retrobaria de nou amb l’ èxit.

En 1921 va fer un segon intent als Estats Units, esta vegada com productor independent. Entre 1921 i 1922, va rodar tres llarg metratges que tingueren un èxit comercial discret, tot i que foren el cim del seu geni creatiu i que tingueren una evident influència a la posterior sofisticació del cinema còmic nord-americà dels anys vint. Entre estos films estava Seven Years of Bad Luck (Set anys de mala sort) una pel·lícula modèlica admirada per Chaplin i que va inspirar algun gag de Buster Keaton i dels germans Marx. De nou va retornar a França, i sent dirigit per Abel Gance, va tornar a assaborir l’èxit. Però en 1925, quan tenia quaranta dos anys, es va suïcidar amb la seua dona, enmig d’extranyes circumstàncies.

M’haguera agradat ficar-vos alguna escena de Set anys de mala sort però les limitacions de la filmoteca del You Tube fan que sols vos puga ficar una de les seues primeres obres: Vive la vie de garçon de 1908.

Fins el dijous que ve!



Maria i Josep (Capítol Cinqueeeeeé!...)

LA RESPOSTA A LES VOSTRES PREGÀRIES:

Ell somriu i li agafa amb suavitat una mà. La d’ell, a poc a poc, puja cap al braç i estira de Maria. Ella es deixa. En uns minuts de brega amb la massa desaforada, aconsegueixen eixir a l’aparcament de la discoteca. La du a una furgoneta amb matrícula britànica. Maria decideix no pensar, posar la ment en blanc. No pensa. Quan se n’adona, sent una boca generosa traure-li el suc i llepar la seua suor dipositada al coll. Es treu la samarreta de tirants i els sostenidors i li ofereix els pits. Ell llença la seua camisa sobre algun racó distant. La tomba, li puja la faldeta, li treu les braguetes i explora amb la llengua tots els racons de la vulva mentre fa emprar els dits en amassar els mugrons i tocar-li la boca. Maria nota l’absència d’oxigen en els pulmons quan ell comença a mossegar-li el clítoris amb la pressió justa dels dents per provocar-li una explosiva sensació de goig i dolor. Creu que, en qualsevol moment, caurà desmaiada. Gaudeix i es deixa portar fins l’orgasme. Maria recupera la respiració. Es reincorpora i li treu al seu amant els pantalons i els calçotets, amb ànsia, fins que la verga del seu amant queda alliberada. El membre no resisteix comparances de grandària amb l’altra verga que havia tingut a les mans fa unes hores. És el mateix. Aquesta és seua. La toca, comprova la seua duresa. La desitja, la vol tindre a dintre seu. Mentre el masturba, delicadament, ell li posa en els llavis un preservatiu per la part del dipòsit. Maria somriu, baixa el coll i desplega el profilàctic, sense mans, amb tota la lentitud que és capaç. A tongades, menys d’un centímetre en cada ocasió, comprovant els efectes de la maniobra sobre el querubí sense nom. Quan arriba a la base del penis Maria sap, pels gemecs i per la rigidesa de les cames, que té l’amant a punt de rebentar. Moment de parar i de col·locar-se a sobre. Tot i l’excitació, el mascle aconsegueix controlar-se i la cavalcada s’estira el suficient per a que ella fregue de nou l’èxtasi. Maria, a cops, para de moure’s per a que ell recupere l’alè i els seus fluids es retiren a l’espera de l’esclat definitiu que no tarda en arribar. S’aturen i es contemplen. Quin exemplar, pensa, quan pot observar amb deteniment les faccions canòniques de model fotogràfic i el pit alliberat de qualsevol tipus de vell masculí deixant veure uns pectorals jovenívols. L’antídot contra el sentiment de culpa. Maria pren consciència de la situació: sexe amb un desconegut vespres de la seua boda. Però no va a torturar-se. La imatge d’aquell xic imponent i feliç per l’experiència la fa sentir-se més desitjable que cap vegada en sa vida. Cap dels dos veu la necessitat de verbalitzar res. Ni abans ni ara. Sols resta acomiadar-se per a sempre amb un bes llarg com una tardor plujosa i llençar al fem una goma alterada en la seua composició per un forat minúscul, impossible de detectar, però suficient per deixar corre en la direcció equivocada material genètic

A la tornada, Anna la mira amb cara de gata enutjada i dolguda.

La Màquina de Calín i el capitalisme

(Un conte local)

Els recreatius
En Kurtz i jo acudíem al Al-zira, un recreatiu de billars, futbolins i pinballs, on els videojocs s’havien obert pas entre el fum del tabac i la música de Ramones. En aquella època cada videojoc tenia la seua pròpia màquina. Una de les més conegudes era la Màquina de Calín. Aquesta era una màquina de marcianets que tenia com a peculiaritat que sols una persona podia gravar el seu nom. A diferència de les altres on sols podies posar tres lletres, en aquesta podies posar una frase. La màquina es dia així perquè un tipus anomenat Calín havia fet un rècord impossible, espectacular, inversemblant, inimaginable, antològic, estelar i havia gravat el seu nom per sempre més mai. El nostre amic Albu, que era sens dubte el millor de nosaltres, havia aconseguit fer uns 12.000 punts, però això quedava molt lluny del rècord del tal Calín que eren uns 54.000 o uns 100.000, o 400.000, o veste’n tu a saber quina increïble xifra que no podia encabir-se ni en les nostres ments ni en el caseller. El rècord portava mesos o potser anys, per a nosaltres tota una eternitat. Intuïem que Calín era, sens dubte, un ser superior.
El cabaler
Tothom desconeixia qui era el tal Calín. Alguns afirmaven haver-lo vist en alguna ocasió, però eren fonts pocs fiables. Nosaltres mateix el confonguérem amb un tipus estrany i antipàtic. Era realmente bo. Superava de prou a Albu. Botava d’una a altra pantalla sense esforç, però es posava de malhumor quan el mataven (cal tindre humor fins i tot per morir si vols ser el campió). Prompte comprenguèrem que no era Calín, si no algú que pretenia competir amb ell sense ni acostar-se-li.
Una desgràcia està en l’ambient
Un dia, però, va ocorrer una desgràcia o una fortuna, segons es mire. La màquina va ser desconnectada durant més temps de l’habitual perquè s’havien comprat de noves i calia redistribuir-les al local. Al tornar a posar-la en marxa el rècord s'havia esborrat. No ens ho podiem creure! Ràpidament animarem a Albu perquè jugara i gravara el seu propi, ja que el marcador estava a cero. Va fer un rècord acceptable, però no havíem ni pensat un nom. Així que quan per fi estiguèrem, plens d’admiració, davant d’aquella pantalla desconeguda per nosaltres, en Albu no sabia ni què posar i se li va passar el temps abans d'escriure res de trellat. En qualsevol cas, la cosa no va durar molt. Al dia següent, quan tornarem, el cabaler ja estava jugant compulsivament i havia elevat el rècord inabastiblement per a l'Albu. Però a aquest "secundon" al que anomaré, a partir d’ara, Anticalín, ben poc li va durar també l’alegria. No més tard d’una setmana, descobrirem, amb gran sorpresa nostra, que Calín havia tornat i havia gravat el seu nom. Qui era? Quan ho va fer? Algú l’havia vist? Existia realment? De ser així, conscient de l'admiració que suscitava, dosificava sempre les seues aparicions. La llegenda continuava avant.
La guerra dels noms
Aquesta situació que he descrit adés, es va repetir més d’una vegada a partir d’aleshores. Els vells videojocs, passaven de moda, i a poc a poc eren retirats, de manera que cada dos per tres reubicaven les màquines i s’esborrava el darrer record de Calín. Llavors, l’Anticalín acudia ràpidament i gravava de nou el seu nom (sentenciat a l'oblit i que ningú pot recordar) que, prompte i furtivament, era esborrat per l’ignot Calín. La inscripció que lluïa ara de manera humiliant per a l'Anticalín era: "Kala Calín el campeón". Una dia, tanmateix, aquella mena de William Wilson, tan proper en facultats a Calín però arraconat a l’ombra per ell, va aconseguir fer un dels seus millors rècords. Prompte ens adonarem que passaven els dies i la presència onomàstica de Calín no tornava. I un dia per fi el vegerem.
Calín!
Era una vesprada lluminosa i s’acostava ja l’estiu quan entrarem als Al-zira i el vegerem amb el seu impermeable Karhu (no podia ser menys). L'afortunat registre del seu competidor l'havia obligat a multiplicar les seues ràtzies fins a arricar-se a deixar-se veure a plena llum. En els Al-zira hi havia un silenci dens. Tothom xiuxiuejava d'un a l'altre confí dels recreatius: "És Calín! és Calín! està batent el rècord!". Es botava les pantalles amb serenitat. L’elegancia dels moviments distava molt de la de l’Anticalín. Hi havia però un cert malestar en la seua cara, ja que aquesta vegada, el seu enemic li ho havia posat difícil. Ells dos devíem ser com el foc i l’aigua. Quan estava un no estava l’altre. Es coneixierien? S’haurien vist? Eren sens dubte dues forces antagòniques de la natura. Els breus instants fugaços en que s’havien creuat al carrer no podien traspuar la confrontació tan pregona que hi havia entre ells i que podia estar instal·lada al seu cap durant la resta del dia. En ella, Calín se sabia superior, mentre que l’Anticalín sabia que, des del seu paper d’etern "secundon", un colp de fortuna podia donar-li la breu glòria de la sorpresa per un instant. Un personatge imprevist per nosaltres, però, va fer la seua irrupció trastocant tot aquest equilibri de forces.
El Maquinetes
El Maquinetes, que era com li dien al propietari dels recreatius, va retirar definitivament la Màquina de Calín i amb això no va excomunicar una llegenda, si no dues, i una epopeia que s’elevava per damunt del temps fins als inicis primordials de tot. No, no, no van ser els anys, va ser El Maquinetes qui va canviar llegenda per la banalitat del capital. I amb els diners que en va obtindre de Kurtz, Albu, Calín, l’Anticalín, Superflipo, Tarsan i jo mateix, i tants d'altres, ens va cobrir les faldes de les muntanyes de tarongers amb el reg per goteig. Prompte el latifundi va desplaçar als minifundis. Algun dia, el Maquinetes trobarà el seu Antimaquinetes o trobarà a algú que retire la maquineta de la taronja per altres maquinetes. O que retire totes les maquinetes. Mentrestant, aquest matí, jo m’he pres un suc de taronja (aquesta vegada de minifundi) i m’he preguntat què serà del legendari Calín, haurà trobat una nova màquina on gravar el seu nom? Haurà trobat el seu Anticalín que l’anime a superar-se? Què en pensarien El Penjoll i el Capità Superflipo de tot açò?

Il 3D casalingo fai-da-te


Lui è Johnny Lee e da solo ha inventato un sistema di visualizzazione tridimensionale e immersivo senza mettere a punto alcuna tecnologia.
Utilizzando il controller di Nintendo Wii, un computer e un televisore ha tirato fuori da quell'oggetto un uso nuovo con la sola forza delle idee, il risultato è stupefacente: l'esperienza più autenticamente tridimensionale che si possa sperimentare in casa.

Wednesday, January 23, 2008

KDE 4.0 Release Event wrap-up



I had the pleasure of helping out with the KDE 4.0 Release Event this past weekend. With attendees of all ages and backgrounds from around the world, the event was a huge success. In addition to a great coming out party for KDE 4.0, it was also the venue in which Trolltech announced it would adopt GPL 3 for Qt.

Thursday was 'un-conference' style with attendees organizing impromptu BOFs and breakout sessions. However, a lot of people spent a good portion of the day discovering who else was there, as many of the KDE developers and community members were meeting each other for the first time.

Friday was the big day with around 150 people and 2 dragons in attendance. Aaron Seigo's keynote was well received by KDE release parties going on simultaneously around the world, thanks to the video streaming magic of Franz Keferböck. Many other speakers graced the podium after Aaron, including the two Release Event Contest winners, Kyle Cunningham and Aron Stansvik. The day finished with cocktails and a special vintage provided by Celeste.

Things wrapped up on Saturday with a few more BOFs. Since we had all that A/V goodness going unused, many attendees took it upon themselves to give a presentation or two. The most popular one was the Amarok 2 talk given by Jeff Mitchell and Leo Franchi (both worked on Amarok as Google Summer of Code students).

All in all, everyone seemed to have a great time. Many thanks go to my co-conspirators Tiffany and Cat from the Open Source Team, and to Wade, Franz, Sebas, Troy and Jeff of KDE for their efforts in putting the event together. I hear that a similar event is in the works for next year. Here's hoping Aaron Seigo does karaoke at that one too.

Reordering features in My Maps



Many people have used the My Maps feature of Google Maps to store, organize, and share their geographic data. In fact, more than 7 million maps have been created, on topics ranging from skate parks and historic pubs to real-life superheroes. You can add local businesses, mark favorite spots, draw a few lines, and then label and color code everything to make it easier to read. But lately, a lot of users have told us that they want the ability to reorder the placemarks, lines and shapes in the left panel when they edit their maps.

Well, we're happy to let you know that now you can drag and drop items in the left panel to reorder them. If you have a large map, you can also move features to the previous or next page by dragging them to the special targets that appear before and after the list of features. After you're finished rearranging everything, just click save.

With this new feature, you can finally sort your placemarks the way you want. You can put the most important ones on top, or sort them by date or alphabetically. You can also arrange your markers into groups -- geographically, east to west, north to south, alphabetically by city, or any way you like. Now the choice is yours!

Super Tuesday = Super Map



Super Tuesday (February 5) is another important stage of the 2008 political season, as residents of 24 states help nominate each party's presidential candidates. Google Maps closely followed the caucus results from Iowa and primary results from New Hampshire, but we decided to do something a little bit different in honor of Super Tuesday: YouTube is implementing a Google Map to create the Super Tuesday YouTube Channel.


Anyone -- from candidates and voters to members of media -- can upload videos to YouTube and geotag them so they can be tracked and viewed on a Google Map that resides in the Super Tuesday channel. There will be unique markers for voters, Democratic campaigns, Republican campaigns, and news outlets so that viewers can easily determine the source of the video. The site will feature a wide range of content, from predictions and interviews to personal reflections. To check out the videos, head over to the channel, then zoom in on your state or hometown to see what's been uploaded in your area. We hope this will be your go-to spot for all videos leading up to this important day.

I'll be heading to the polls in my home state, California, so I definitely plan to follow this new YouTube channel closely to stay informed. And even if you're not in a Super Tuesday state, you can still tune in to catch all the action.

EL TAST DEL LLAMP

Ací us deixe un poemeta (llarguet, perqué després no digueu) d'Aixàtiva, Aixàtiva, un llibre que pegarà un esclafit, vull dir, que serà un boom. De quan érem xiquets i anàvem al Claret, a 3r o 4t d'EGB (allò sí que eren classes!). Au, un regalet per fer memòria.


EL TAST DEL LLAMP

don Antonio duia bigot.
fou el nostre mestre i tutor
durant el 3r i 4t curs
en aquell col·legi i presó.

jugàvem al futbol, al pati,
com bojos: 102 a 90…;
decapitada, la Victòria
de Samotràcia volava
driblant, zig-zag, pel camp de terra:
ens hi anava l’honor i l’ànima!
els calcetins plenets d’arena,
les esportives, a banderes;
un partit que durava tot
el curs. sonaven les sirenes
i els xiulets de l’autoritat,
com xais formàvem les fileres,
a crits : “firmes !... cubrirse!...” etcètera.
una displicent disciplina
resàvem al pati i a l’aula
rodava tovament la vida
per damunt de les coses com
ho fa la llum, i verdejàvem
com els xiprers, com els rosers
bruns del jardí. i estudiàvem
en castellà, les lliçons, pura
memòria; dictat i còpia;
el tema, exercicis, lectura
del Senda; Naturals, Història.
ens corregia les llibretes
don Antonio, l’ortografia,
anàlisis morfosintàctiques;
Plàstica i Pretecnologia,
les racionals Matemàtiques,
dels mapes, la Geografia:
els sistemes i els rius
serralades i pics
capitals i ciutats
regions i els estats...
don Antonio ens feia pintar
la bandera i l’escut d’Espanya
abans que mamprenguera el vol
l’àguila, senya i antigalla;
la melangia, 40 anys…
l’àguila, ull esquerp, bec daurat,
les xarpes coltells esmolats,
ales olioses d’abans.

ens castigava don Antonio
de genolls i els braços en creu,
o amb un regle de fusta, al cul,
a les mans: als dits o als palmells
—la Dolorosa, es deia el regle—,
a voltes podíem triar.
benevolències. brandava
en l’aire el regle com el llamp
de Júpiter justicier,
brunzia en caure
sobre la carn
bé que esclafia
sovint ploràvem
sempre coïa
la deixuplina.

els pupitres de dos
verd rèptil la pissarra
les barretes de guix
l’ordre i la clau de l’aula…
xiquet obedient
trau bones notes, deien…
tretze llamps vaig tastar
del tust amarg del regle.

Dia del Palleter!

Ahora se van a enterar los catalufos y los rojos de mierda! por fin alguien con sentido común va dedicar un dia al dios Onanos. Se acabo el folleteo, el pancatalanismo y los judeomasónicos. Valensia Freedom!!! No os va a salvar ni ese pancatalanista de vuestro alcalde. A partir de ahora el 23 de mayo...
tochs a matar-se a pallorfes davant una estampeta de la cheperudeta!!!

Era una star indiscussa

Non stupisce che Heath Ledger sia il termine più cercato in queste ore come riporta Google Trends, semmai stupisce che il secondo termine più cercato dal pubblico americano sia Keith Ledger, cioè che la gente che non lo conosce minimamente e che sta cercando informazioni su di lui sia numerosa quasi quanto chi lo conosce.

Lo Scafandro E La Farfalla (Le scaphandre et le papillon, 2007)di Julian Schnabel


POSTATO SU
Ammetto di aver avuto paura dopo i primi venti minuti di Lo Scafandro E La Farfalla, un po' perchè è un film tratto da una storia vera (AAAAAH!!!) di un uomo che in seguito ad un ictus si è trovato con il corpo totalmente paralizzato tranne la palpebra destra, un po' perchè fino a quel momento il film era tutto in soggettiva del paziente con immagini, si intelligentemente calibrate, ma anche faticosissime e dopo un po' poco interessanti.
Invece no! I miei pregiudizi mi stavano annebbiando la vista, Lo Scafandro E La Farfalla, si tira su molto bene, prende spunti interessanti, racconta in maniera molto partecipata gli stati d'animo del paziente, la malattia e i tentativi di riprendersi. Senza retorica o noia ma con il gusto dell'introspezione Schnabel fa ricorso ad immagini molto curate ma non troppo.
Quando dico non troppo intendo che solitamente questo tipo di cinema essendo debole di storia (o meglio di intreccio) finisce col ripiegarsi onanisticamente su un fotografia curatissima e fine a se stessa, costituendo più un documentario realizzato a posteriori che un film.
Non è questo il caso, le immagini sono curate ma mai fini a se stesse così il focus rimane sulla storia e sullo svolgimento degli eventi, di modo che il racconto della vita noiosa, ripetitiva e malata del paziente non risulta per niente prolisso, anzi.
Attraverso la storia di Jean-Dominique Bauby, ex direttore di Elle, e della sua paralisi Schnabel riesce a parlare (e con raffinatezza) anche di impulsi, del fascino del concetto di racconto e non tanto dell'abusato e troppo scontato tema vita/morte, con grande stima dello spettatore e con idee di regia e un linguaggio che non è tanto quello delle parole o quello della recitazione (tanto per cambiare) ma finalmente quello delle immagini.

C'è una difficilissima e nascosta citazione di I 400 Colpi che credo potevo beccare solo io che ho visto il film 8-9 volte. Alla fine quando si mostra il flashback in cui il protagonista è colpito dall'ictus la musica sotto è la stessa del finale del film di Truffaut e mentre la camera allarga per mostrare un totale si vede bene il luogo in cui avviene il fatto e non so se sia il medesimo della fuga di Antoine tuttavia lo ricorda veramente tantissimo. Se avete amato il capolavoro truffautiano vi commuoverete, anche se non riconoscerete la musica avrete un riflesso pavloviano.

Ad ogni modo fossi stato nei panni del protagonista io mi sarei organizzato diversamente (e meglio) per comunicare...

Tuesday, January 22, 2008

I Am Legend

Le componenti per il mito ci sono tutte: dalla droga alla stravaganza alle poche performance e sopra le righe. Manca solo di determinare quale sarà l'immagine con la quale sarà ricordato.

Il più grande paese arretrato del mondo

Nonostante l'industria videoludica cinese sia stata un settore ottimo di produttività e sviluppo negli anni recenti, i giochi online sono ritenuti da moltissimi una sorta di oppio spirituale e tutta l'industria si situa ai margini della società.

Scusa Ma Ti Chiamo Amore (2007)di Federico Moccia

Che il figlio di Pipolo (si, quello di Castellano e Pipolo) si sarebbe dedicato alla regia era abbastanza scontato dopo i successi letterari (che in vero sono tutta farina del suo sacco, raggiunti in totale autonomia), ma stupisce che nonostante abbia mooolto meno mestiere del padre (ed era difficile averne ancora meno!) comunque il film non sia realizzato male.
Il poco mestiere sta nel fatto che dopo la metà si comincia a soffrire di una certa noia e si sente la macchinosità dell'ingranaggio. Scusa Ma Ti Chiamo Amore, che come si può immaginare non brilla mai ma proprio mai, in nessun momento, almeno dovrebbe avere la superficiale bontà di scorrere liscio e indolore (nonchè incolore). Invece no.
Sarebbe però pregiudiziale non notare come a fronte di sceneggiatura e recitazione da ridere (non a caso le componenti più in vista di un film per il pubblico generico, quindi quelle su cui solitamente un regista desidera di più avere voce in capitolo) le altri componenti tecniche non sono affatto male, almeno per il livello medio italiano.
Si dice sempre che "Ah! Il cinema americano! Anche quando fanno cose stupide le fanno con una professionalità che ci sognamo". Certo è ancora vero, tuttavia ultimamente si nota come il livello qualitativo tecnico (che è diverso dal complesso di un film) dei film italiani stia decisamente migliorando. Certo c'è poca originalità ancora, quel cinema che cura un po' di più la tecnica lo fa imitando lo stile di Gabriele Muccino (forse veramente il primo a fare commediole spensierate realizzate con un occhio alla qualità con Ecco Fatto): sovrapresenza del bianco, luce che viene dal set e sbatte sempre con efficacia sui corpi degli attori, abbondanza di design e colori saturi.
Scusa Ma Ti Chiamo Amore è lontano dalla faciloneria del montaggio e della fotografia (ma anche di scenografia e colonne sonore) di Neri Parenti, Pieraccioni, Sergio Martino, Brizzi e Martani e tutti gli altri commedianti popolari (che aggettivo magnanimo) nostrani.
Roba come L'Uomo Perfetto (per citare uno che ricordo di qualche anno fa), Bianco e Nero o appunto questo film mostrano una qualità di girato decisamente migliore, ma decisamente! E io non posso che gioirne anche se nel contesto di un film da dimenticare infarcito di macroscopiche idiozie.
I motivi? Forse una propensione a scegliere meglio i propri collaboratori o a dargli più ascolto. O forse l'accortezza di certi produttori che impongono processi di lavorazione che insistano un po' più sulle componenti tecniche invece di girare a tirar via. Ma siamo nel campo delle ipotesi.

Non ci credo ma firmo

Non penso che queste cose servano a molto (anche dopo la petizione per l'abolizione dei costi di ricarica) ma ad ogni modo ammetto la mia debolezze sull'argomento e non solo firmo ma diffondo anche la notizia di una petizione per scongiurare un disegno di legge che regolamenti l'industria videoludica. Non voglio neanche leggere come è stato redatto. Semplicemente no.

PARTIDET DE FUTBET DE GERMANOR

Es fa saber:

que el toc de pilotes del Capità Superflipo va més enllà del bloc i que vol demostrar els seus super-poders “balopèdics” també al terreny de joc. Així que, assabentat que molts dels plumífers de El Penjoll viuen exiliats, convoca, amb el temps suficient, a qualsevol que llija aquest edicte a un estel·lar PARTIDET DE FUTBET.

L’esdeveniment tindrà lloc al xicotet maracanà de Novetlè, el dissabte 15 de març (a no ser que proposeu una millor data). El programa d´actes (a no ser que el canvieu) serà el següent:

9h Esmorzarot de germanor al Bar del Poliesportiu. La benedicció i micció de la taula anirà a càrrec de la Minga del Runa. (L'ordre “primer s’esmorza i després es juga” és l’habitual quan es persegueix el divertiment enlloc del rendiment)

10h. Formació dels equips que s’enfrontaran. La selecció natural d’individus la faran dos capitans que, en este cas, perfectament podrien ser: Superflipo i Pollastret. La tria es farà a la antiga usança, és dir: mitjançant el sistema dels passos, i després triant per torns als components de cada equip un a un.

10´15h. L’estel·lar partidet de futbet (servici d’honor per La Minga del Runa)

11´15h. Intercanvi de calçotets. Els calçotets sense record de l’esmorzarot o del partidet no s’intercanviaran.

11´30h. Dutxa comú co-patrocinada per sabons Palmolive, preservapius Durex i olis de La Canal.

12h. Tercer temps: cervesa per a tots i totes! Cometari de les jugades clau, tant del partidet com de les dutxes

12´30h. Paraules d’acomiadament per La Minga del Runa.

Està convidat tot el món, siga de l´espècie i del gènere que siga. No valen les excuses de mal pagador. No val allò d’estic a règim, jo no sé jugar al futbet, és que no estic en forma, em dóna por dutxar-me amb tant de matxo, es que m’acabe de fer el canvi de sexe, etc. Tampoc s’acceptaran informes o baixes mèdiques, ni justificants dels pares. Tot el món pot esmorzar, jugar, dutxar-se i fer-se unes cervesetes al recer de La Minga del Runa. No hi ha excusa que valga!

Es prega l’assistència, la puntualitat i el vindre amb roba esportiva i amb material de neteja personal...

Per favor, és important que contesteu este edicte dient si vos sembla bé la idea, si vos ve bé el lloc, la data, el programa... per així poder fer els canvis impertinents a este avantprojecte.

Xè! No ens Falles!