Storia vera, protagonista ancora in vita, nazismo, campi di concentramento, lotta per la vita in uno scenario di morte. La continua rielaborazione del proprio passato da parte dei tedeschi pende sempre di più verso Hollywood, verso quelle strutture espressive, quei modi di mettere in scena e soprattutto quel modo di rappresentare l'olocausto.
Ogni fenomeno, ogni evento e ogni epoca può essere messa in scena in vari modi. A seconda della sensibilità del regista si possono scegliere diversi elementi da mettere a fuoco o da rendere importanti nel film, e questa scelta (insieme a molte altre) fa il film, gli dà (o gli leva) personalità e originalità.
Il Falsario, come molti altri film tedeschi degli ultimi anni, rinuncia a cercare una via personale e pur con molta abilità e bravura (decisamente superiore alla media) mette in scena una storia guardando ad Hollywood e dimenticandosi di essere europeo.
La cosa in sè poi non sarebbe nemmeno troppo male, certo non è il massimo, ma neanche il peggio possibile, se non fosse che l'Olocausto hollywoodiano è uno dei temi più abusati in assoluto e che andrebbe bandito dal cinema per almeno un decennio per disintossicarsi. Solo Schindler's List con tutta probabilità è riuscito in tempi recenti a dare una prospettiva diversa, solo Spielberg è stato capace di parlare di nuovo di campi di concentramento ma in una maniera nuova.
C'è davvero bisogno allora di Il Falsario, dell'ennesima storia vera raccontata come tutte le altre? L'ennesima storia che mette su due fronti figure piatte, nazisti che fanno i nazisti e ebrei umani e vittime. Non che voglia negare i drammi di quell'epoca, per carità! Io qui parlo di cinema e molto spesso al cinema per raggiungere il massimo del realismo occorre il massimo della menzogna, sullo schermo le cose non funzionano come nella realtà, per parlare di sentimenti e uomini in maniera reale spesso occorre forzare le cose, sono i meccanismi narrativi. E personalmente quest'ennesima rappresentazione manichea a senso unico mi annoia.
Per fare un esempio virtuoso cito Godard il quale sosteneva che l'unica maniera accettabile di filmare il nazismo per renderne la barbaria e l'atrocità era concentrarsi sulla burocrazia: quanti ebrei entrano in un vagone? Quanto costa trasportarli? Quanta legna occorre per bruciarne uno? Quanto gas va predisposto per una "doccia"?
Ogni fenomeno, ogni evento e ogni epoca può essere messa in scena in vari modi. A seconda della sensibilità del regista si possono scegliere diversi elementi da mettere a fuoco o da rendere importanti nel film, e questa scelta (insieme a molte altre) fa il film, gli dà (o gli leva) personalità e originalità.
Il Falsario, come molti altri film tedeschi degli ultimi anni, rinuncia a cercare una via personale e pur con molta abilità e bravura (decisamente superiore alla media) mette in scena una storia guardando ad Hollywood e dimenticandosi di essere europeo.
La cosa in sè poi non sarebbe nemmeno troppo male, certo non è il massimo, ma neanche il peggio possibile, se non fosse che l'Olocausto hollywoodiano è uno dei temi più abusati in assoluto e che andrebbe bandito dal cinema per almeno un decennio per disintossicarsi. Solo Schindler's List con tutta probabilità è riuscito in tempi recenti a dare una prospettiva diversa, solo Spielberg è stato capace di parlare di nuovo di campi di concentramento ma in una maniera nuova.
C'è davvero bisogno allora di Il Falsario, dell'ennesima storia vera raccontata come tutte le altre? L'ennesima storia che mette su due fronti figure piatte, nazisti che fanno i nazisti e ebrei umani e vittime. Non che voglia negare i drammi di quell'epoca, per carità! Io qui parlo di cinema e molto spesso al cinema per raggiungere il massimo del realismo occorre il massimo della menzogna, sullo schermo le cose non funzionano come nella realtà, per parlare di sentimenti e uomini in maniera reale spesso occorre forzare le cose, sono i meccanismi narrativi. E personalmente quest'ennesima rappresentazione manichea a senso unico mi annoia.
Per fare un esempio virtuoso cito Godard il quale sosteneva che l'unica maniera accettabile di filmare il nazismo per renderne la barbaria e l'atrocità era concentrarsi sulla burocrazia: quanti ebrei entrano in un vagone? Quanto costa trasportarli? Quanta legna occorre per bruciarne uno? Quanto gas va predisposto per una "doccia"?
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