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Monday, March 31, 2008

Il web video è come il punk

Spesso mi si obietta che i video online, le web serie e tutto quello che è produzione video per la rete non è interessante, non è appassionante e in sostanza non tira. Questo è senz'altro vero, non si tratta di contenuti appassionanti come i film di Hollywood nè di serie imprescindibili come Lost o 24.
Tuttavia il video online, cioè il meglio della produzione in video per la rete (perchè come ogni cosa su internet c'è una produzione sterminata di cui si salva solo il 5%), è come il garage rock o il punk: una forma di produzione che bada molto poco alla forma, che è assolutamente minimalista in ogni aspetto della messa in scena ma che ha (o cerca di avere) dei contenuti forti, che ha qualcosa da dire e non se ne vergogna.

E non dico contenuti nel senso di messaggi, simbologie, metafore, riferimenti aulici ecc. ecc. ma nel senso di come si sposta l'attenzione sull'intreccio, sulla storia narrata, sull'avere qualcosa da raccontare.
E' un effetto della produzione diffusa con tutta probabilità, cioè in molti hanno almeno una storia da raccontare, poi magari non riusciranno a fare nient'altro di valevole, ma una storia da raccontare, un'emozione da mostrare l'hanno e anche se non conoscono perfettamente le regole della messa in scena poco importa.

Il video embeddato in alto ne è una dimostrazione. E' un corto di dieci minuti prodotto per internet. Minimalista fino all'osso mette in scena un triangolo con uno stile divertito, senza pretese, senza virtuosismi di alcun tipo, anzi scegliendo una sobrietà rarissima data probabilmente dalla consapevolezza di una scarsa abilità e dalla volontà di arrivare comunque al punto. Ancora, non è esaltante come un film, ma è diretto come un brano punk.

All'Amore Assente (2007)di Andrea Adriatico

All'Amore Assente è un film su un ghost writer politico che non si trova più, su un uomo che investiga sulla scomparsa prendendone il posto e sulla varia umanità e la politica che circondano e circondavano la vita dello scomparso.
E' un film sulla politica, sulla vita politica intesa come aspetto sociale del vivere in una società, e chiaramente un film sulla sfiducia verso la politica moderna.
Ma più che altro è un film noioso, lento, ridondante e che si crogiola nell'uso di un linguaggio alto, di una messa in scena che cerca in ogni momento il simbolismo e che imbeve il film di riferimenti dotti, citazioni umanistiche ecc. ecc.
Se c'è un diametralmente opposto al buon cinema popolare è il cattivo cinema elitario e All'Amore Assente lo si può considerare un ottimo esempio. Il cattivo cinema elitario è quello che vuole programmaticamente cercare di posizionarsi nella fascia dei prodotti per pochi e che mette in scena in maniera esplicita mille metafore, simbolismi e rimandi (la pioggia, la poesia, il doppio, la parola ecc. ecc.).
Tuttavia non c'è nulla di originale e, cosa ben più grave, non c'è un'idea di mondo valida (per non parlare di quella di cinema). In un film che vuole parlare di società e di politica è del tutto assente una visione chiara delle cose che regolano il nostro mondo, i rapporti e l'umanità.
Non c'è traccia di una visione delle cose ma solo di polemica. Polemica elitaria, lenta e noiosa.

Sunday, March 30, 2008

Yibal Balansiyya: L'estret de les aigües.

L'ESTRET DE LES AIGÜES


L’objectiu del que us relate i dels propers és donar a conèixer llocs on poder gaudir en familia d’un temps que romandrà per sempre en nosaltres.
Vull començar amb un lloc d’especial interés personal ja que part de la meua infantessa s’arrela en l’Estret, on els records perviuen i em regalen sensacions diverses. Avuí, és un lloc on els meus fills comencen a construir el seu propi univers de percepcions, imatges, fets,... i que segurament formaran part de la seua personalitat.
Joan Pellicer i Bataller (1947-2007) també començà el seu llibre "Meravelles de Diània" amb l’Estret de les Aigües. És de suposar que no ha estat un fet aleatori, sinó més bé intencionat ja que en el llibre fa un recull de llocs totèmics i escenaris únics que es troben a les comarques centrals valencianes, d'ahí la seua rellevància.

Recórrer l'Estret és seguir l'artèria pulmonar que nodreix i oxigena Xàtiva i el seu terme. El riu Albaida fa la seua entrada per Bellús, on rics barrancs, correnteres i el riu Clariano fan del seu greixut cabdal l'eina que amb una ganivetada a la Serra Grossa, s’obrirà pas, comunicant així les comarques de la Vall d'Albaida i de La Costera.


Seguint el curs del riu gaudirem de la cova de la Petxina, obertura ovalada i harmònicament traçada i l'assut trencat, pas que ens permet comunicar-nos amb l'altra riba del riu. Ells dos són els qui ens donen la benvinguda oferint-nos, la frescor de la xopada per aturar el pas i fer una ullada.

Continuant per la senda arribem a la Font de l'Estret o de Bellús, pit de la mare serra que ens alimenta. L'aigua que brolla perenne és recollida en un sequiol iniciat pels romans, refet pels àrabs i cristians i en l'actualitat toscament conservat, que serpenteja al llarg de tot l'Estret en direcció a Xàtiva.

Poc després, ens paralitza la visió de la Penya de l'Esventador, tall on escaladors s'agafen fortament per escoltar el xiuxiuejar de la pedra.

La Casa de la Llum, antiga central elèctrica, en l'actualitat en vies de restauració, i els seus pradells, harmonitzen les condicions per gaudir de jocs, aventures, àpats, carícies i d'altres plaers. La senda serpenteja per la part més ombriva quedant embellida amb forçuts canyars, murtes, rudes, figueres, margallons i d'altres espècies botàniques que ens delecten fins topar amb la casa dels primers pobladors...

la Cova Negra, llar acollidora on els avantpassats vorien un Estret ben diferent com diu Pellicer: "en l'època de les glaciacions i interglaciacions. El riu seria molt més cabalós i les muntanyes més altes, coberts els cims de neu i els vessants d'una espessa fronda de boscos d'avets, teixos i roures. S'hi vorien cérvols, urs, cabres, cavalls, ossos i potser elefants i rinoceronts clapotejant les aigües del riu".

Una altra cova que passa desapercebuda és la Cova de Samit, molt a prop de la Cova Negra i sense rellevància arqueològica.

El riu gira i ens regala una postal de la Penya Blanca, enduridora de cames on les il·lusions esportives veuen els somnis complits, en 500m. es passa d'una cota de 200m. fins als 427m. als que cal afegir les vistes panoràmiques més boniques de les dues comarques.
Passem per un pontet i deixem la Font de la Cova Negra a la dreta amb la seua basseta per trobar Les Arcades, construcció formada per nou arcs, destinada a superar el desnivell del terreny i fer un continu discórrer de l'aigüa.
Fins fa poc de temps es podia accedir a la jovenívola Xopada d'Alboi per un senzill pontet de fusta. A l'ombra dels prims xops, hom esmorzadors es delecten amb la parla i el remugar de les aigües albaidines mentre la xicalla correteja amb tons de rialla.


Fins ací, el passeig amb xiquets, encara que la senda de l'Estret segueix l'Albaida fins arribar dalt de la carretera C-322 direcció a Genovés. En la fàbrica de ceràmica, posa rumb a ponent arribant a Xàtiva pel camí de Sant Antoni.


Bon viatge i salut.

La Società Dello Spettacolo (La Société du spectacle, 1973)di Guy Debord

La forza delle idee e delle opinioni alle volte non riesce a fare un intero film, specialmente se non è supportata da un adeguato uso delle immagini.
Guy Debord illustra, argomenta, spiega e mette in scena le sue idee e le sue teorie sul concetto di società dello spettacolo, cosa sia, cosa comporti e dove ci possa portare. A fare da continuo contrappunto alla sua voce fuoricampo sono immagini diverse di attualità, media e cinema, cioè di ciò che appunto nel suo complesso forma la società dello spettacolo.
Ma il contrappunto non è tale, non c'è una trama parallela, un discorso in accordo o in antitesi con le parole dell'autore e le immagini hanno più un uso illustrativo che narrativo o dialettico. In sostanza il valore aggiunto di ciò che si vede è alle volte blandamente illustrativo, alle volte di conferma di ciò che viene detto.
Parola (contenuto) e immagini (forma in questo caso) non intrattengono in sostanza alcun rapporto che non sia ogni tanto di spiegazione e illustrazione del detto. Dunque a latitare è proprio il concetto di cinema.
E nonostante la forza profusa da Guy Debord nel cercare di portare avanti un discorso attraverso altri media che non siano solo i libri, il risultato è il medesimo che si potrebbe ottenere dalla lettura di un libro. Anzi. La parola così veicolata, e senza immagini a fare da supporto, perde anche della sua forza e della sua incisività.

Saturday, March 29, 2008

Questo è adescamento di fan!

Almodovar ha aperto Hanno fatto aprire ad Almodovar un blog sulla lavorazione del suo prossimo film Los Abrazos Rotos. Blog aperto in tre lingue ma senza feed, con post lunghissimi e noiosissimi e molta poca carne al fuoco, cioè pareri, idee e cose personali di Pedro (al momento).

Ecco e tanto io lo so che non posso fare a meno di controllare se ci siano aggiornamenti ogni giorno.

Redacted (id., 2007)di Brian De Palma

Tutta la questione intorno a Redacted è che il film racconta una storia (solo liberamente ispirata ad un fatto di cronaca riguardante l'occupazione militare statunitense in Iraq) fingendo dichiaratamente di assemblare materiale girato in loco e non professionalmente.
Le scene sono mostrate alle volte dalla telecamera amatoriale di un militare, alle volte sono le conversazioni in videoconferenza fatte attraverso la rete tra militari e parenti, alle volte sono i videomessaggi alqaediani, alle volte sono documentari di troupe indipendenti, alle volte sono reportage dei telegiornali locali e alle volte sono i video di sorveglianza della base militare.
In sostanza ciò che sembra è che De Palma voglia raccontare la guerra in Iraq attraverso i mezzi con i quali l'abbiamo conosciuta noi che non ci siamo stati.

Ecco questa cosa, che era la più clamorosa e palesemente la più importante del film per come dia solo con la sua esistenza una chiave di lettura particolare e come voglia riflettere sul senso stesso delle immagini digitali e la loro pervasiva ubiquità, è una cosa ridicola.
Non posso non trovarmi daccordo con quanti in rete hanno espresso la loro perplessità sull'uso che De Palma fa in questo suo film dei punti di vista amatoriali e del video digitale. Le videocamere, i video di sorveglianza ecc. ecc. sono infatti usati per adottare punti di vista e fare cinema come si farebbe altrimenti, ovvero De Palma punta la videocamera amatoriale che dovrebbe essere tenuta in mano da uno dei soldati come punterebbe la sua macchina da presa, solo muovendola un po' di più.

Dunque che riflessione è sui nuovi mezzi se la messa in scena è la stessa che con i vecchi? Ancora mi trovo a dover ritirare fuori l'esempio di Cloverfield che, ben lungi dall'essere un caposaldo del cinema di riflessione, riesce a mostrare la diversità del video amatoriale e fare un uso di questo espediente molto più intelligente.
Quello che Cloverfield mette in scena è il punto di vista sbagliato, immagini spesso incomplete che non inquadrano chi dovrebbero al momento giusto che sottraggono alla nostra vista elementi importanti e che si comportano davvero come i video che siamo abituati a vedere e che non saturano mai la nostra voglia di completezza.

Ma in Redacted tutto questo non c'è, è un film come tutti gli altri. E poi la storia raccontata non è che brilli particolarmente. In fondo è Vittime Di Guerra.
Certo tutto questo non giustifica il non averlo mandato al cinema ma direttamente a pagamento su SKY.

VA DE POETES! (II)

Incloc la segona part de "Va de poetes!" arran de la discussió que els penjollaires heu establert sobre els filòsofs. Seguiré parlant de Lluís Solà, del segon llibre de Solà: L'arbre constant. Quede clar que Solà no és un filòsof sinó un poeta que s'atansa a l'ésser. Evidentment no és el primer que ho fa; vegeu alguns poemes de Carles Riba, vegeu Jaime Siles o Antonio Cabrera. En estos casos la poesia flirteja amb la metafísica, amb el reconeixement de l'ésser o de l'aparença, amb els cantons de la realitat, amb la fenomenologia,... Però seguim amb Solà, i per seguir amb ell cal que conservem allò que se'n va dir en la primer part. Ho recordeu? Seguim, doncs.
En L'arbre constant ens regala 6 llibres dins d'un mateix llibre, que són: Els camins invisibles, L'esperança i l'oblit, Clarors compartides, L'exili i la mirada, L'arbre constant i El lloc fidel. Formalment conjuga la prosa poètica i el vers: hi ha llibres de proses, llibres de poemes i llibres en qué la prosa acaba destil·lant-se en vers. Ací va la prosa que enceta el primer llibre:
"El caminant que aturat al fons de la vall sospesa, inquiet, el passat i el futur, i s'hi desconeix, veu com els núvols inflats llisquen mandrosament damunt el riu, els prats i les muntanyes. Els núvols són els pelegrins infatigables de la temporalitat."
Solà repén temes: la diàlectica entre el món interior i l'exterior, el temps, el personatge del caminant: vegeu Nietzsche (!), vegeu Espriu (El caminant i el mur). Però estem en el primer text d'un llibre de 150 pàgines. El temps, l'espai, la multiplicitat heraclitiana i també la innocència. XXXII proses per vagar-hi.
De l'exuberància de mots de les proses, a la síntesi en alguns poemes del segon llibre:
"Del tu al tu
la foscor
abrandada,
constant.
Al mig de l'ombra
la mà muda
de l'enyor,
surant."
Solà juga amb la rima per trobar nous llocs on viatjar i oferir-nos noves imatges on fer-nos arribar. Tot això afegint-ho al que ja hem dit sobre la seua poètica personal:
"(...)
Abraçat amb cada freixe
dormo i deliro de nit;
dins el silenci la grana,
dins la grana l'infinit."
Solà torna als concrets de la natura per buscar l'intangible dels aspectes de l'ésser. Aprima al màxim el vers per reprendre el devessall de paraules en prosa, este sembla el moviment dels dos últims llibres: de la delícia de cada síl·laba al corrent impetuós de la frase. Als amics d'El Penjoll, la prosa XXIII d'El lloc fidel, llibre que comença amb este aclariment: "Aquest és el lloc fidel, diligent, visible. El lloc de l'enlloc. Fidel i inconstant. Transitori i il·lusori. El lloc de l'enlloc. (...)". El lloc fidel, el pas de la lírica a l'ètica?
"L'actitud de l'escèptic rigorós té una atracció fascinant, i és comprovar fins on i fins quan podrà mantenir el rigor. Paradoxalment, l'abatiment progressiu de tots els valors i de totes les creences proporciona una força admirable al demolidor. Però fins on podrà arribar i fins quan aguantarà?
L'individual és indicible."

Friday, March 28, 2008

Good data drives transit directions



I'm happy to say that we've just added public transit directions for Perth, Australia, Białystok, Poland, and New Jersey Transit to Google Maps. Australia and Poland now join eight other countries where Google offers trip planning and detailed transit schedules in select cities.

Transperth's Oren Vandersteen announced the Perth launch over at the Google Australia blog, and it was gratifying to hear how simple he found the process:
"To my surprise, I was able to produce a valid Transit Feed for testing that same day! The Google Transit Feed Specification that Google had defined was simple enough that I was able to easily translate our schedule information into the required data feed."
The Google Transit Feed Specification (or GTFS) is one of my projects at Google. It's a community-developed format for sharing the transit information that riders care about. GTFS grew out of our initial work with TriMet and the other early Google Transit partners, and it continues to be developed by a community of transit agency engineers and independent software developers.

The goal of this open format is to make it as easy as possible for transit agencies to publish up-to-date official schedules and route maps in a machine-readable form, so that sites like Google can inform people about the transit options in their area. Many people don't realize how convenient and cost-effective their local transit services can be, and tools like Google Maps transit directions can help people discover how transit could work for them.



The GTFS format is published under the Creative Commons Attribution license, which means that anyone is free to use or extend the format. In fact, an unprecedented number of agencies are now making their transit information—the exact same information that Google Maps uses—available to all developers in this form. I've already seen very creative things built using these public feeds, and I hope that they will continue to enable innovative new transit applications.

For our part, we're still working with lots more agencies to bring even more detailed transit information to you, and we've got several other exciting things up our sleeves for this year - so stay tuned!

Silicon Valley Google Technology User Group to host maps meeting



Ever wondered how to create maps like this Primary Election Results Map, created by Michael Geary? If so, please join us in at the Googleplex (Bldg 43, main campus, room Tunis) on the evening of April 2nd. Michael will be on hand to show you how. This gathering is being co-hosted by the Google GEO Developer Series and the recently formed Silicon Valley Google Technology User Group (which is not affiliated with Google). A networking hour with food and drinks starting at 5:30pm will be followed by Michael's talk at 6:30pm. Although this is a free event open to all, we do ask that you register in advance.

During the evening, we're also inviting community members to come forward and do short (no more than 5 minutes) demos of their own Google GEO applications during the networking hour. If you would like to participate in that way, please contact me. I'll be coordinating the networking hour demos. That's all, folks.

Ho poco dunque voglio poco

L'informatica low cost è un mio pallino da tantissimo e il fatto che finalmente stia emergendo come merita non può che riempirmi di gioia. E più che altro mi sembra davvero un segnale di qualcosa di più grande che coinvolge anche la smaterializzazione dell'intrattenimento online.

In particolar modo ci sono due oggetti che stanno attirando la mia attenzione in maniera maniacale, uno è il richiestissimo eee PC della Asus, un computer portatile minuscolo dotato di connettività WiFi, Webcam e mouse touchpad e un po' prese tra ethernet e USB ma nessun drive disc che costa 299€ e che è al momento introvabile date le richieste. Monta sistema operativo Linux ed è perfetto per fare l'essenziale in viaggio, non pesa nulla e si infila dove volete con praticità (nel mio ultimo viaggio la borsa del portatile pesava più di quella dei vestiti, giuro!).

L'altro è più coerente con questo blog ed è Flip, un videocamera grande quanto un telefonino, ma che fa solo quello. Ancora di più non ha zoom, non ha funzioni, non ha impostazioni, non ha nulla. Ha un pulsante che fa iniziare e finire la registrazione, disco rigido interno da 1 o 2 Gb (30 o 60 minuti) e una presa USB per collegare tutto al pc (compreso un software di editing primordiale).
La risoluzione è quella da televisione (640x480 e 30fps) e la qualità è molto buona. Il prezzo è 180€.

Ora non mi metto a parlare di queste cose per fare recensioni di cose che nemmeno ho provato, quanto per parlare di soluzioni low cost che non sono solo grandi idee ma che incontrano il mercato (l'eee PC lo voglio compare e non ci riesco).
Se elaboriamo queste soluzioni per i mercati in via di sviluppo (vedi Africa) e poi capiamo che siamo noi il target prediletto, questo può cambiare e di molto il paradigma tecnologico. Se da una parte infatti c'è Apple con i suoi computer (giustamente) molto costosi, dall'altra è necessaria una controparte economica.
Ma quest'economicità svela come ci sia (e stiamo scoprendo che è lo stesso nella fruizione musicale o cinematografica) un'esigenza di povertà, come la qualità non sia sempre richiesta o desiderata dalla massa. Come ci siano delle funzioni essenziali che valgono poco ma che sono desiderate.

Pagare una videocamera essenziale 178€ o un pc essenziale 299€ non è troppo diverso da desiderare musica anche in cattiva qualità ma gratuita o film in bassa risoluzione ma gratis. Crolla in questo modo il falso mito della qualità con il quale le aziende ci hanno scassato per anni giustificando scelte e rinnovi tecnologici. Il low cost segmenta in due direzioni ovvie il mercato, il basso e l'alto, lasciando Apple da una parte con la sua indubbia maggiore qualità e l'eee Pc dall'altra con le sue funzioni basilari. Sono i sistemi Microsoft che non si sa dove si collochino...

Mars - Dove Nascono I Sogni (Mars, 2004)di Anna Melikyan

POSTATO SU

Sebbene con un grandissimo ritardo arriva nelle nostre sale Mars, il cui titolo originale sarebbe una variazione sul nome Marx che in russo (o meglio in cirillico) si scrive Markc, la scomparsa della k è un richiamo al contenuto del film in cui un cinema chiamato come lo studioso tedesco ha una lettera dell'insegna spenta.
Se Kusturica è il Fellini slavo allora Anna Melikyan sembra la Kusturica russa (anche il letto volante in locandina (foto destra) mette sulla giusta strada), impegnata com'è a raccontare una storia che si nutre di caoticità, grottesco e variazioni continue e fracassone.

Il bello di Mars infatti è proprio il suo essere programmaticamente fondato sull'estetica e il suo mischiare con abilità parti di racconto sognate, parti immaginate e parti realmente vissute (bellissimo il modo in cui il pugile ricorda i paesi in cui è stato).
Pieno di idee interessanti sulle quali regna quella della cittadina dove finisce il protagonista, un luogo sorto per i dipendenti di una fabbrica di peluche nel quale i pupazzi prodotti sono considerati come moneta (visto che spesso così che vengono pagati i lavoratori) e che cerca di venire a patti con l'eredità comunista (mille i manifesti di Marx o Lenin con i pupazzi di peluche).

In tutto questo si inserisce un triangolo amoroso in sè non troppo originale ma che, come nei film di Kusturica, riesce a risollevarsi per il modo in cui tratta le singole scene.
Per intenderci non è esaltante il rapporto tra i due uomini e la donna coinvolti, ma le microinterazioni, i momenti a letto o gli sguardi scambiati quelli si sono alle volte fulminanti, che dimostrano quanto Anna Melikyan sia brava a suggerire e a parlare per metafora o metonimia

Abbonata alla ripresa dall'alto a filo di piombo e abilissima ad usare gli effetti speciali in chiave espressionista Anna Melikyan è qui al primo lungometraggio e già ne ha fatto un secondo, Rusalka, premiato in molte sedi tra cui il Sundance Film Festival. Lo vedremo mai?

LA PARET DEL MORO

Agustí Ventura, cronista oficial de Xàtiva, parlava d'ella en el seu artícle La frontera del Xúquer de 1981 (Papers de La Costera nº1). En 1992, l'infatigable Josep Lluís Cebrian, es feia ressó en el nº 7 d'aquesta publicació. Cebrian i Ventura deien que es tractava d'una torre de guaita musulmana, possiblement de voltants del segle XII (vegeu una foto de Cebrian ací). Després he sabut que els habitants de Manuel l'anomenen la Paret del Moro. Aquesta torre servia per comunicar visualment el Castell de Xàtiva (els castells millor dit) i el de Castelló de la Ribera, abans Castelló de Xàtiva. Aquest darrer, molt més modest, em pareix recordar que segons Ventura podria ser el tercer castell de Xàtiva de que parlava Jaume I al Llibre dels fets. Cebrian deia en 1992 que es trobava en molt mal estat, que quedava quasi només un mur en peu i que requeria una restauració urgent. A l'estar situat fora del terme de Xàtiva per una escassa distància, la responsabilitat requeia en el poble de Manuel, a qui Cebrian animava a actuar. A través d'unes pàginas de la Generalitat sobre Les Salines de Manuel vaig poder fer-me una idea d'on estava, i confiant en que encara estaria en peu, em vaig pujar a la bicicleta de muntanya disposat a trobar-la. Per evitar el trànsit, vaig fer el trajecte per la carretera de La Torre d'En Lloris (una altra torre!), pedania de Xàtiva. Creuant el pont sobre el riu, vaig arribar a Les Salines. Al mapa m'havia semblat que es trobava prop d'unes urbanitzacions i a elles em vaig acostar. Allí un tipus quasi em va llançar als gossos, però afortunadament, un jove i un altre home més amables em van indicar el camí. Encara que per a decepció meua em van assegurar que la Paret ja no hi era: "va caure o la van tombar" va rubricar l'home. "Has de fixar-te perquè està en terra" va dir el jove. Els vaig donar les gràcies i vaig continuar. Una vegada al lloc la cosa no va resultar tan fàcil com pensava. Després de vora un hora perdut entre pins i malesa ja no podia tindre més punxades a tot arreu del cos. Havia inspeccionat tots els senderols i muntons de pedres que havia vist, però res havia trobat. Estava a punt de desistir quan vaig trobar un homenet amb un silbat ultrasònic passejant els gossos. "Ah sí, la Paret del Moro, però només vas a vore quatre pedres! agarra la bici i vine". Un poc més avant estava el senderol correcte que jo no havia seguit. Em va explicar també un altre camí de regrés: "Busca sempre Sant Anna i trobaràs el camí de tornada". Quan per fi vaig arribar a La Paret del Moro, el sol estava alt i eren les 2 de la vesprada. Com ja m'havien advertit, dalt d'una modesta costera, hi havia una trista muntanyeta de runes. Ningú va escoltar o va voler escoltar les paraules de Cebrian. L'Ajuntament de Manuel (tot i el nom d'origen àrab) no va fer res i les darreres restes s'havien vingut avall. A qui l'interessa el Moro? i més encara hui en dia. Millor oblidar-lo, millor oblidar-te, millor oblidar-nos. Camuflada ara entre arbres, és possible que la torre de guaita no estiguera en el seu temps tan rodejada d'ells. Com que ja no es pot pujar a ella, és impossible saber que es veia des dalt. Jo concretament no vaig poder vore el Castell de Xàtiva, però si es veia perfectament el pujol del de Castelló. I també, entre els pins, es distingia l'ermita del Puig, condemnada en el futur al mateix destí, i que tal vegada fora el punt on es trobava l'enllaç amb el Castell. Tots ens anem caient com la Paret del Moro, tot se'ns cau i no queda res. Ja és massa tard, però per això mateix tot és possible. Per això propose que amb les restes de la Paret del Moro es reconstruïsca una torre de guaita per recordar, no que eren torres de guerra, sinó que, per damunt de les muntanyes amb invisibles fils de llum hi havia una xarxa que unia i comunicava aquestes terres.

"Només voràs quatre pedres"

Les restes de la torre de guaita regolen muntanya avall


La xarxa elèctrica espanyola vetlant sempre per la bellesa del paisatge al País Valencià.
I què veien els moros? a la dreta el Puig des de l'emplaçament de la torre de guaita.

A
Art i Patrimoni, una web d'excel·lents continguts de Josep Lluís Cebrian, podeu vore totes les fotos que l'historiador de Xàtiva va fer als anys 90 de: La Paret del Moro (enllaç).

Thursday, March 27, 2008

Street View: expanding our horizons



Just over a month ago, we brought you a dozen new cities in Street View, and now I'm excited to say we're topping that. We've added imagery for 13 new metropolitan areas - and a national park! We have expanded our coverage in 6 of our existing cities. Among the new areas are:
  • Albuquerque, NM
  • Anchorage, AK
  • Austin, TX
  • Cleveland, OH
  • Fairbanks, AK
  • Little Rock, AR
  • Madison, WI
  • Nashville, TN
  • Rockford, IL
  • Richmond, VA
  • Spokane, WA
  • St. Petersburg, FL
  • Tampa, FL
  • Yosemite National Park, CA
Now you can visit landmarks like the Rock and Roll Hall of Fame in Cleveland, OH:


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And did you know that there's a full-scale replica of the Parthenon in Nashville?


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Taking a look at the famous El Capitan in Yosemite National Park can inspire (or intimidate!) you as you prepare for a hike:

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In addition to these 14 new areas, we've expanded our coverage in Denver, Houston, Las Vegas, Los Angeles, Pittsburgh, and the San Francisco Bay Area. Now you can visit the majestic Redwoods — try panning up to get the full effect:


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Remember, Street View images like the ones above can easily be embedded in websites and blogs, so go ahead and share your favorites. And for the developers out there, Street View is now a part of the Google Maps API!

La veritat sobre l´ocultament de l´Institut Independent d´Estudis Patafísics del País Valencià (IIEPPV)

Com diu a la seua capçalera, el IIEPPV és un centre internacional de recerca cultural supèrflua, intranscendent i inútil en Valencià. Per què decideix un centre d´estes característiques ocultar-se? S´han barallat varies hipòtesi, arribant algunes a barallar-se entre elles mateixa. Fins i tot, al seu dia, la resta del staff acadèmic del IIEPPV em va acusar de jugar a dues baralles, al participar conjuntament a El Penjoll i al IIEPPV. Però a hores d´ara puc parlar i dir tota la veritat, sols la veritat i només la veritat al respecte. Què és el que ha provocat l´ocultament del IIEPPV? La raó és ben senzilla: ha estat en la falta de col.laboració. Primer va ser Tarsan qui és va negar a compartir amb mi la responsabilitat de ser Co-rector del centre, dient que era un càrrec massa important com per anar passejant-se amb tapall tot el dia. Després va ser Cal.linca qui renegà de formar part del staff acadèmic (i això que el seu sou doblava el meu). Però el pitjor de tot va ser la falta de resposta de Fernando Arrabal al propossar-li que donara la seua benedicció i fera un discurs inaugural. Mai entendre com no ha tingut la deferència de contestar el e-mail que li vaig enviar el passat 28 de febrer i que faig públic a continuació, per si algú em pot donar una resposta (o la resposta perquè crec que Arrabal també llegeix El Penjoll). El e-mail deia així:


Ilustre Sátrapa D. Fernando Arrabal:

Me dirijo a su señorina porque no sé si me encuentro en lo cierto de lo incierto o en lo incierto de lo cierto, lo cierto es que recurro a su excrecencia para que me saque el dedo del culo. La situación particular que transcurre, mientras tiene lugar, es que he osado inaugurar un clandestino, tal vez hasta subversivo, Instituto 'Patafísico en catalán-valenciano y, aunque sé que el tiempo de su majestad es el mismo que el de cualquier otro ser derivado de otro ser, su percepción particular de los milisegundos que acontecen puede no ser la misma, pudiendo incluso no apreciar la insignificancia del significado de mencionado fenómeno. En cualquier caso, pero en ninguno en particular, respeto la decisión que vaya a tomar a lo que voy a proponerle, tanto como otras decisiones tomadas, eminentemente, por su eminencia sobre asuntos en los que personalmente no he tenido nada que ver ni mirar. Y la respeto de la misma manera que podría no respetarla, de ahí lo trascendente de mi respeto. A lo que voy pero sin moverme, le invito a que visite el magno Institut Independent d´Estudis Patafísics del País Valencià (IIEPPV) (http://iieppv.blogspot.com) del que me he erigido Co-rector, solicitándole que, si tiene a bien o a mal ¡qué más da! dé su bendición papal o mamal en forma de unas palabras a modo de inauguración o como le vengan en gana. Este acontecimiento excepcional me llenaría de Mierdra por todas partes y hasta en mis partes. Muchas gracias por haber llegado hasta aquí en la lectura de esta carta que espero imprima y se limpie el esfínter anal con ella, como también espero su respuesta hasta el mismo momento en que me llegue. Sepa que, de no ser así, tendré que optar por la posibilidad de quedarme esperándola eternamente. En sus manos dejo mi devenir.

Perdone por las molestias, reciba el abrazo de un admirador

El Capità Superflipo

Cellulite e Celluloide - Il podcast

Ecco il consueto podcast settimanale della trasmissione in onda su RadioRock (106.600 FM) ogni sabato alle 17, che vede ai microfoni oltre a Prince Faster anche il sottoscritto sotto lo pseudonimo di Gabriele Vasquez.

Per i file occorre ringraziare il prode Luca che pur non avendo nulla a che vedere con l'amministrazione della radio ha deciso in proprio di registrare, tagliare e mettere online i file.

LA PUNTATA DEL 22/03/08

Or dunque adesso anche se non siete di Roma o dintorni potete godere anche voi di queste perle radiofoniche e sottoscrivere i podcast come più vi aggrada.

Wednesday, March 26, 2008

Add your own buttons to Picasa, upload photos all over the Web



If you've ever wanted to make your favorite software or website work with Google's Picasa software, there's a new Picasa Button API that lets you add your own buttons to the desktop interface.


The BlogThis! button in Picasa uses these APIs.

These buttons can send files to other applications on your PC, -- this tutorial (.zip) shows how to send files to Adobe Photoshop CS3 -- and they can also upload photos and movies to websites of your choice.

I'm most excited about our Web Uploader API. It uses a protocol we developed for posting photos to Blogger a couple years ago, and it shows a web-based preview of what you're going to upload before you send it. Using the web uploader, you can make user interfaces that feel more like sending an email and less like "Wait an hour to upload..." Picasa can also resize files before sending, saving time. There's some sample PHP code (.zip) to try out.

Also because these new buttons can be made by anyone, it means that there's no job too small for a Picasa button. You could make a button for your personal blog or for your major photo hosting service. See our demo video, which features Smugmug.

If you live near Mountain View, California, come out for Thursday's Youtube/Picasa Hackathon. We'll be showing off examples of these APIs, and answering questions to help you get started with them.

A fitting send-off



As Stefan Geens noted on Ogle Earth, the sky can provide real fireworks. In this case, one of the most powerful explosions ever witnessed happened to be timed to provide a wonderful salute to the passing of Arthur C Clarke earlier this month. The gamma ray burst, GRB 080319B, is situated in the middle of the Bootes constellation and is the most luminous burst recorded in the 40 years that satellites have been detecting gamma ray bursts. In fact, it was so intense that the optical component of the explosion was even visible to the naked eye.

Stefan created a KMZ file for GRB 080319B that overlays follow-up images of the sky taken just 20 seconds after the gamma rays were detected. Load the file in Sky in Google Earth and you can compare the before images from the Sloan Digital Sky Survey, which were taken a couple of years ago, with the optical flash from the gamma ray burst to see the dramatic brightening. Stefan crafted these overlays himself, but with a network link, it is possible to stream images and announcements of events in real time and share them with anyone around the world. Alternatively, if you find something interesting in Sky in Google Maps, just click "Link to this page" right above the map and post the link for others to view. Imagine harnessing all of the small telescopes in the world to follow up any unusual event instantaneously by announcing them on Sky — from Earth crossing asteroids to supernovae to gamma ray bursts. That would make the largest astronomical observatory ever seen!

The VOEventNet layer in Sky is a prototype for this sort of service. It uses live feeds from the Gamma-ray Burst Coordination Network to give the burst location and information on the latest detections and from the GRBlog to provide details from follow-up observations. Like all gamma ray bursts, the initial detection of GRB 080319B was reported in VOEventNet. Science never sleeps, so researchers have moved on to the next set of detections, looking for the next observation that will give astronomers insight into the physics that powers these massive explosions in deep space.

MissTake (2008)di Filippo Cipriano

POSTATO SU
Non so chi ricorda Medley - Brandelli di Scuola, un film di 8 anni fa, fieramente indipendente, fieramente trash, fieramente splatter e fieramente portatore di quella che sbandierava come una spontaneità e un totale distaccamento dal cinema italiano imperante che ricevette anche l'onore di essere distribuito dalla Troma (te li raccomando pure quelli!!). Ad interpretare e probabilmente ad ideare c'era Ulisse Lendaro assieme ad altri suoi familiari.
Passati dieci anni non cambia molto, Lendaro sta insieme ad Anna Valle ed ha accesso a fondi e personalità leggermente migliori ma rimane la stessa incapacità di fare cinema e la stessa voglia di non curarsene. Solo che ora la produzione ha un budget più alto (ma comunque basso) e partecipazioni più rinomate (Anna Valle e Remo Girone).

Nessuno sa recitare e quei pochi che un minimo di abilità l'hanno sono mal diretti o mortificati (Remo Girone che deve recitare in romanesco...). Non c'è la minima concezione di messa in scena, di composizione dell'inquadratura o di montaggio. La fotografia è sempre la medesima come se si fosse girato tutto il film in una sola giornata (ipotesi che comunque non mi sento di escludere), la trama è banale e raccontata malissimo e le battute non fanno ridere.

C'è talmente tanta incompetenza programmatica in MissTake da far credere che sia fatto apposta e forse è così, ma anche se fosse non si tratta di una possibile giustificazione. L'idea che possa esistere un cinema volutamente fatto male non ha il minimo senso. Non è questione di girare in fretta e adottare una messa in scena minimale (MAGARI!) è questione di fare le cose male, di mettere in testa delle parrucche da 10€ palesemente finte quando dovrebbero (nella finzione scenica) essere un trucco ingannevole e di non usare il linguaggio del cinema.

Ma ben presto anche l'ipotesi di un cinema appositamente fatto male svanisce quando si abbozza un tentativo di colpo di scena e di intreccio di trama. Spesso parlando del cinema di natale o delle commedie prima degli esami e di tante altre produzioni popolari uso toni benevoli perchè in fondo il cinema di cassetta deve esistere e non vale la pena puntargli il dito contro, invece su questo punto il dito. Eccolo qui il cattivo di cinema, quello che si propone come la novità, quello che vuole andare contro gli schemi e che vuole essere cose che non sa nemmeno cosa siano.
L'unica cosa buona sono gli effetti speciali (ridondanti fino alla morte) e forse il film potrebbe funzionare come loro showreel.

Non dirò nemmeno delle indisponenti frasi autoincensatorie con le quali hanno condito il materiale per la stampa nè di come si siano nascosti dietro la volontà di fare umorismo nero. Non lo dirò perchè sono stanco e già mi sono arrabbiato a sufficienza.
Ah! Chiaramente è già il peggior film dell'anno...

Tuesday, March 25, 2008

Tutta La Vita Davanti (2008)di Paolo Virzì

POSTATO SU

Le ultime prove di Paolo Virzì erano state parecchio deludenti. Tutti tentativi mancati di uscire da quel provincialismo che aveva contraddistinto le sue prime opere (con Ovosodo chiaramente in testa) che sconfinavano solo nei luoghi comuni.
Però non si può negare che anche negli exploit peggiori è sempre rimasto uno dei migliori narratori del nostro cinema, forse al momento il più bravo a mettere in scena personaggi complessi, figure ambigue e quello dotato della visione di mondo più interessante.

Tutta La Vita Davanti soffre del medesimo provincialismo degli altri film, quello per il quale l'ignorante lo si distingue per il fatto che guarda il Grande Fratello e l'acculturato invece racconta i miti platoniani (come già il protagonista di Ovosodo raccontava la grande letteratura ai compagni di fabbrica) e dove non ci sono mezze misure, tutti i personaggi sono estremi nel loro essere caratteri.

Però quello di Marta è forse uno dei personaggi più belli che il cinema italiano ci abbia saputo regalare negli ultimi anni (assieme ad Accio, il fratello figlio unico di Manrico). Merito sicuramente del fatto che Virzì è bravissimo a dirigere gli attori (anche Sabrina Ferilli recita!), ma soprattutto di una scrittura che dota Marta della complessità reale degli esseri umani.
Come spesso capita per i protagonisti di Virzì è una ragazza dalla vita non facile che però non si lamenta nè si dà mai pervinta, contornata da un'umanità grottesca e strana lei è quella forse messa peggio ma si trova sempre a dover aiutare qualcuno e proprio per il suo non arrendersi mai sembra che stia messa meglio degli altri.

Ancora come sempre in Virzì Marta è quasi disumana per come apparentemente sembri non provare sentimenti. Se ne intuisce una natura sensibile ma non esita a fregare i suoi clienti, non si cura più di tanto delle disavventure della compagna di casa, non ha una compassione troppo forte per il compagno di lavoro (Elio Germano) e non è nemmeno troppo ferita quando scopre che l'uomo in cui riponeva speranze romantiche è sposato e comunque va con un'altra. Ma tutto questo anzi che essere un difetto è un pregio.

Si era detto dei personaggi troppo estremi di Virzì, ecco Marta se ne distacca totalmente riassumendo in sè la complessità del film e del mondo che Virzì vuole raccontare. Un mondo di precari ma finalmente non appellato al facile sinistrismo o alla provvidenza delle unioni lavoratori, anzi pervaso di umanesimo che come lo stesso regista sottolinea "fa amare anche il più negativo dei personaggi", che è il tratto migliore della pellicola.

Certo per il resto ci sono mille cadute di stile. A fronte di tante belle trovate utili a rendere in maniera molto sottile le emozioni di Marta ci sono invece espedienti facilissimi e banalissimi usati per gli altri personaggi. In più Tutta La Vita Davanti non va più in là di Ovosodo e tutte le cose migliori che si possono dire per il primo sono quelle che già furono dette per il secondo. La poetica degli ultimi, quelli con l'uovo sodo incastrato in gola che non va nè su nè giù e con il quale gli tocca convivere tutta la vita è ancora la stessa, ma è ancora efficace.
Perchè nonostante tutto, nonostante il fastidio delle trovate facili, di certa retorica, del provincialismo e di una visione troppo radicale delle cose Paolo Virzì con Tutta La Vita Davanti ha vinto, confermandosi ancora il miglior narratore del nostro cinema.

An OpenSocial Foundation



Today we are pleased to announce that Google is joining together with Yahoo! and MySpace in the creation of a non-profit foundation for the open and transparent governance of the OpenSocial specifications and intellectual property. This foundation, modeled after the community-led and industry-supported OpenID Foundation, will seek to ensure that the technology behind OpenSocial remains implementable by all, freely and without restriction, in perpetuity. The establishment of the foundation is a necessary and exciting next step toward an open model for application syndication via an increasingly socially-enabled Internet, and we invite and encourage your involvement as we complete this process over the next several months.

Additionally we are pleased to be a part of the launch of opensocial.org, the new official home for the OpenSocial specifications and developer community. While we are still in the early stages of putting the new site together, we wanted to open the site and the process immediately for community feedback and review.

So please join us, Yahoo!, MySpace, and all of the other OpenSocial containers and application providers, in extending a warm welcome to the community in a spirit of collaboration and rapid iteration, as we move forward with the establishment of the OpenSocial Foundation and look ahead to the continued growth of the social web.

Monday, March 24, 2008

Plant a geotagged tree in Borneo with your name on it!



According to Google Earth Outreach partners the World Wildlife Fund (WWF), areas the size of six football fields are cut down every two minutes in Borneo's rainforest due to illegal logging. To counteract this, the intrepid folks at WWF have a plant-a-tree campaign where you can donate a small amount for them to plant an actual sapling in the Sebangau National Park in Borneo, Indonesia. Follow the adorable animation at mybabytree.org, select how many trees you want to plant, and in return you'll get a KML file with the location of your tree in Google Earth. You can even choose which of three tree species you would like them to plant.

To learn more about WWF's seven other conservation programs in Borneo, or to see all of their programs worldwide, open the WWF Conservation Projects layer in the Global Awareness folder in Google Earth.

Questa Notte E' Ancora Nostra (2008)di Paolo Genovese e Luca Miniero


Incantesimo Napoletano è stato a lungo il film più brutto che avessi mai visto nella mia vita. Non so neanche come sia stato possibile che sia andato a vederlo al cinema. Ora credo che Dracula 3000 l'abbia soppiantato...
Ad ogni modo, con che stato d'animo potevo approcciarmi a questo altro film di Genovese e Miniero dopo quell'exploit? E anzi che non sono stato troppo influenzato dal pregiudizio...

Questa Notte E' Ancora Nostra come si capisce subito dal titolo e dal protagonista (Vaporidis) è l'ennesimo capitolo della avventure cinematografiche della premiata ditta Martani/Brizzi (qui alla sceneggiatura) che hanno trovato in Vaporidis il loro attore feticcio.
Stavolta l'ambientazione non è nè scolastica, nè noiresca, ma interrazziale. Questa Notte E' Ancora Nostra tratta di un gruppo musicale che per sfondare deve avere una cantante cinese e va a cercarla nel ghetto cinese di Roma, salvo poi che il protagonista se ne innamora.
Il film è scritto con l'abile banalità che ci si attende e diretto con i piedi come si conviene (in particolare le scenografie e le luci sono veramente messe su senza cura).

Quello che invece sembra più utile sottolineare è come sempre di più questi film (che comunque incassano e molto e quindi sono assolutamente necessari) si vanno a configurare come i musicarelli moderni. Benchè non ci siano canzoni il fatto che abbiano una struttura sempre uguale che si ripete ad oltranza, che abbiano più o meno il medesimo giro di attori e che basino la loro vera forza sui comprimari (qui in sostanza Mattioli) e l'ironia del quotidiano li rendono davvero quanto di più vicino al cinema italiano da quattro soldi e molti incassi degli anni '60 si sia visto negli ultimi anni.
E' un cinema innocuo, rassicurante (le divergenze razziali di entrambi i fronti ed entrambe le famiglie si appianeranno e ognuno avrà quello che desidera) e che trova l'umorismo nel continuo cambio di scenario (qui le trovate vengono dallo scontro romanità/cultura asiatica e dal fatto che il protagonista lavori col padre nelle pompe funebri), proprio come i film di Nino D'Angelo o quelli di Little Tony. E allora benchè si tratti di brutto cinema, fino a che serve a far cassa ben venga. Almeno è innocuo.

Sunday, March 23, 2008

YouTube Awards 2007 - La massa screma bene ma premia male

Anche quest'anno sono usciti gli YouTube Awards i premi consegnati dagli utenti ai video che si sono distinti durante gli ultimi 365 giorni per motivazioni imponderabili. La fiera dello user generated content.
Si tratta di una sorta di "del meglio del nostro meglio", non tanto per quel che riguarda i vincitori quanto per le nomination (spesso più interessanti).

Le categorie sono 12, alle 7 dello scorso anno (Commentary, Creative, Adorable, Music, Comedies, Inspirational, Series) ne sono state infatti aggiunte altre 5: Instructional, Eyewitness, Short Film, Sport, Politics. Ogni categoria ha un vincitore e non ce n'è uno in assoluto come hanno scritto i giornali fuorviati dal fatto che in automatico sia mostrato il vincitore della prima categoria (sono in ordine alfabetico).

Le notizie sono che Four Eyed Monster (di cui s'era parlato già) nella categoria Inspirational non ha vinto, che non ha vinto nè Obama Girlla parodia a sfondo Clinton dello Apple che faceva il verso a 1984 hanno vinto in Politics, che non ha vinto il genio della visione in 3D con il Wiimote (pure quello già segnalato (che mica si dorme qui!)) in Instructional (ma la risoluzione del cubo di Rubik valeva la candela), che nessuna delle serie nominate era conosciuta mentre in Music ha vinto il noto viral Chocolate Rain e che i video della sezione Commentary erano non solo i più divertenti ma anche i più seri, commoventi e interessanti.

Tra le nuove aggiunte è interessante vedere soprattutto la presenza della categoria Eyewitness cioè filmati che testimoniano qualcosa, la rappresentazione del citizen journalism (o del concetto di reporter diffuso) declinato nella sua accezione più sensazionale (nel senso di creare sensazione). La finestra amatoriale sul mondo.
Sufficientemente autoesplicativa anche la presenza della sezione Politics, l'unica a distinguersi non per forma (è un misto di music, comedy, creative e commentary) ma per contenuto.

Fa piacere vedere che nella categoria Short Film ha vinto My Name is Lisa, corto di cui qui si era già parlato quando si classificò terzo al concorso di cortometraggi sempre indetto da YouTube. Segno che nel tempo gli utenti hanno visto e apprezzato più quello dei suoi concorrenti (indegni, questo lo ricordo con chiarezza). E siccome a me era piaciuto tantissimo (e qui comando io) lo riposto.

E per la serie "ecco il vostro gatekeeper" vi segnalo da vedere (oltre a tutta la categoria Eyewitness) anche la già linkata risoluzione del cubo di Rubik, le donne nella storia dell'arte, HuckChuckFacts, l'irresistibile risata contagiosa del bambino, la serie in 9 puntate (tutte viste, ma io sono maniaco) di Street Fighter: The Later Years e infine se come me amate a tal punto il drammatico da accontentarvi anche di exploit minori il commentary a proposito di Di chi siete la persona preferita?.

Friday, March 21, 2008

The Code Review: Ajax APIs galore, YouTube, and some I/O



I got to meet developers in Colorado this week. Working from the Google Boulder office with its fun climbing wall (*so* Boulder) was a treat, and there were several API announcements that were really exciting.

First of all we had the YouTube API update. The new APIs for YouTube are very broad. Not only do you have new access via AtomPub (e.g. to upload), but you can now have fantastic control of the player with a very simple JavaScript API.

In a matter of minutes I was able to create a simple HTML little language that allows me to annotate my YouTube videos with a table of contents that jump to the correct place.

To listen to the great new features, listen in below:



Then we had the rash of new AJAX APIs.

Google AJAX Language API:

The AJAX Search and Feeds team is happy to announce a new member to their API family -- the Language API. This new API boasts two functions, language translation and language detection - which cover 13 languages and 29 translation pairs.

All this with a couple of simple JavaScript calls such as this:

google.language.translate('Gato', 'es', 'en', function(result) {
alert(result.translation);
});

Google Visualization API:

We are excited to launch the Google Visualization API, a new API designed for visualizing structured data. The API adds the ability to send queries to data sources and process the response. The first data source that already supports this API is Google Spreadsheets. We are also launching a set of visualization gadgets that use this API.

With this API, you can read data from a data source that supports the API. You can read an entire table, or you can run a query on the data source using the API's query language. The query response is an easy to process data table designed to simplify data visualization. It includes both the underlying values and the formatted values, column types, headers and more.

Staying with visualization and charting... we had a great response to the initial Google Chart API launch, and the team came back with new features allowing very cool new graph types, and lifting the limits on chart calls.

All of these APIs share the same property of doing their thing very well, and providing a simple API to the developer. I hope you will agree, and if not, let us know what you need!

In the land of Google Gears, a couple of external libraries were features. Malte Ubl provided a nice little abstraction for cross domain messaging which uses HTML 5 postMessage(), else Gears, else a browser hack to make the beast work on all browsers.

That is for Worker pools, and with the Database API we saw Aptana releasing an update to their server-side JavaScript database API allowing you to use the Gears API on the server.

Google Code itself got some love. We have improved performance on the site and Jacob Moon shared how we did so.

Then we added an interactive developer guide that allows you to try code on the fly as you go through the GData JavaScript API. It feels good to be able to massage and play as you go.

Finally, we announced Google I/O which is "a two day developer gathering on May 28th & 29th in San Francisco. The purpose of the event is to bring developers together to learn about products, tools, and techniques which are moving the web forward as a platform." If you would like to mingle and join Google engineers, and other Web luminaries as we discuss how to move the Web forward, join us!

How do you read a map?



Well, on a new Penguin Publishing site, you read it like a book. The text of select stories is literally displayed on maps. The site promises "Six authors. Six stories. Six weeks." The first is a short story by Charles Cumming entitled "21 Steps," inspired by the John Buchan novel The 39 Steps. And you can read chapters, snippets, and dialogue on a map of London. The interactive map guides you through the protagonist's travels, revealing the next chapter of the story as you--and she--reach the destination. Visualizing the connection of the story to its physical setting expands the reader's perspective and makes the story more palpably real.

Foreshadowing is a common writer's device. Could it be that this site foreshadows the emergence of a new literary medium? The end of this story is a long way from being written.

A match made in Washington



You may have noticed that the Google Maps team is pretty interested in politics. On the flip side, we've discovered a politician who is enthusiastic about maps. Senator Ben Nelson has been creating My Maps to communicate and connect with his Nebraska constituents. He has made maps to share photos, videos, and insight from a trip to Iraq; to showcase attractions in Nebraska; and to highlight the volunteer work that students statewide are doing over spring break. Read more about his innovative use of maps on the Public Policy Blog.

Enguany farà 120 anys...(la cita de la setmana!)


"Llei contra el cristianisme

Promulgada el dia de salvació, el dia primer de l’any u (el 30 de setembre de 1888 de la falsa cronologia)

Guerra a mort contra el vici: el vici és el cristianisme

Article primer .— Viciosa és tota espècie de contranatura. L’espècie d’home més viciosa és el sacerdot: ell ensenya la contranatura. Contra el sacerdot no es tenen raons, es té la presó.

Article segon .— Tota participació en un ofici diví constitueix un atemptat a la moralitat pública. S’ha de ser més dur amb els protestants que amb els catòlics, més dur amb els protestants liberals que amb els protestants ortodoxos. La criminalitat en el fet de ser cristià augmenta en la mesura en què un s’aproxima a la ciència. El criminal dels criminals és, per tant, el filòsof.

Article tercer .— El lloc maleït on el cristianisme ha covat els seus ous de basilisc ha de ser arrasat i, com a lloc infame de la terra, serà un horror per a tota la posteritat. En aquest lloc s’hi han de criar serps verinoses.

Article quart .— La predicació de la castedat és una incitació pública a la contranatura. Tot menyspreu de la vida sexual, tota impurificació d’aquesta mitjançant el concepte d’“impur” és l’autèntic pecat contra l’esperit sant de la vida.

Article cinquè .— Qui mengi en una mateixa taula amb un sacerdot serà expulsat: amb això un s’excomunica de la societat honesta. El sacerdot és el nostre txandala, — se l’ha de proscriure, matar de fam, llançar a tota mena de desert.

Article sisè .— S’ha d’anomenar la història “sagrada” amb el nom que es mereix, amb el d’història maleïda; les paraules “Déu”, “salvador”, “redemptor”, “sant”, han de ser utilitzades com a insults, com a signes per a criminals.

Article setè .— La resta se segueix d’aquí."

Friedrich Nietzsche, L'Anticrist, (traducció, Marc Jiménez Buzzi, publicat a Friedrich Nietzsche, L'Anticrist, Llibres de l'Índex, Barcelona, 2003)

Què?...què vos ha paregut la cita? Curiositat literària? darrera ressaca fallera? Diem-li com vulgueu, en qualsevol cas, el Nietzsche estaria boig, però no hi ha dubte que tenia sentit de l'humor, veritat?

Thursday, March 20, 2008

International radar updates in Google Earth



With spring approaching, weather watchers will surely be looking forward to thunderstorm season and storm chasing, aided by the weather layers that we added to Google Earth a few months back. You may remember that it was only available in the US at the time, but I'm excited to let you know that we've now gone international, as promised! We've again partnered with weather.com to add near real-time radar coverage to Google Earth in the following areas: Europe, Canada, Alaska, Hawaii, and Puerto Rico.

To enable radar, simply check the appropriate checkbox in the "Weather" folder:

Happy storm chasing!

New features for the Google Chart API



Many of the features you've requested via Google Chart API forum are now live in the Google Chart API:

  • Easily create Sparklines (&cht=ls) without having to manipulate other kinds of graphs.

    sparkline

  • Support for Radar charts (&cht=r or &cht=rs) to display data in a polar coordinate system.

    radar chart

  • A new Map chart type (&cht=t) which makes it easy to colour countries and regions according to your data.

    thematic map of europe


Some other changes we've made:
  • Added scaling for text encoded data
  • Added support for negative numbers on bar charts
  • Added ability to draw data lines on bar charts

You can read more about all of this -- plus the fact that we've lifted the 50,000 queries per day limit -- on the Chart API site. And special thanks to our Technical Writer Lesley Burr, who put together this documentation in her 20% time.