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Tuesday, February 2, 2010

An Education (id., 2009)di Lone Scherfig

POSTATO SU
Noto più che altro per essere il primo adattamento che Nick Hornby fa per il cinema da un romanzo non suo (il che significa la prima vera sceneggiatura) An Education è in realtà l'opera calibrata di una pentita del Dogma cioè Lone Scherfig (era suo Italiano per principianti). L'ex seguace vontrieriana non solo gira un film molto "finto" rispetto ai canoni dogmatici (del resto fare il contrario non avrebbe avuto senso e sarebbe stata un'operazione fuori dal tempo) ma sembra totalmente rinnegare ogni declinazione moderna di quel modo di vedere il cinema. Nessuno più fa film Dogma ma in molti hanno conservato qualcosa da quell'esperienza, qualcosa che contamina il cinema moderno spesso in maniera positiva. Lone Scherfig ha scelto di non farlo.

Il racconto infatti è finto che più finto non si può e proprio per questo molto valevole. Il modo in cui si viene introdotti nel mondo di Jenny, non semplicemente un'intellettuale in fieri in una realtà di aspirazioni borghesi spesso ignoranti e dogmatiche da cui attende di essere liberata come sembra all'inizio, è degno della miglior causa. Cauto, misurato e straordinariamente efficace nel comunicare la complessità dell'educazione alle cose della vita di una ragazza che pensa a tutt'altro, lo script di Hornby è tutto concentrato in come la protagonista venga travolta da quella dimensione passionale della cultura che tutti le presentano come opposta all'approfondimento scolastico e che lei invece vede come complementare.

E alla fine tutto An Education si interroga su questo. Sul parallelo tra educazione canonica (libri, nozioni, latino ecc. ecc.) ed educazione all'attualizzazione di quelle forme di cultura (acquisto di quadri, bei ristoranti, musica raffinata, film francesi degli anni '60 e via dicendo), cioè il passaggio tra l'apertura mentale scolastica e quello a cui quell'apertura dovrebbe servire. "A cosa serve tutto questo?" chiede Jenny alla preside della scuola che non condivide le sue scelte. Un tema su cui chiunque sia stato travolto dal turbine della produzione culturale ad un certo punto si è interrogato.

Una volta tanto quindi la forza del film sta davvero nella sceneggiatura e in quel modo delicato con cui Nick Hornby ci conduce per mano davanti ad un dubbio e chiude il film in maniera netta e decisa (facendo addirittura intuire il futuro della storia), lasciando comunque lo spettatore nell'impossibilità di attribuire con certezza le colpe o i meriti dei molti eventi convulsi e quasi tragici della trama.

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