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Tuesday, March 16, 2010

Chloe (id., 2010)di Atom Egoyan

POSTATO SU
Amanda Seyfried contrapposta a Julianne Moore, tradizione e stranezza, due modelli di bellezza che sono nel film due modelli di vita e di etica. Atom Egoyan su questo sembra incastrarsi, su come l'etica e i valori siano opinabili e impossibili da conoscere realmente tanto quanto gli accadimenti.

C'è una moglie, bella ma non più giovanissima (Moore) che sospetta che il marito, la cui bellezza aumenta di anno in anno (Liam Neeson) la tradisca con qualche giovane studentessa. Rosa dai dubbi chiede ad una prostituta dal fascino giovanile (Seyfried) di far finta di mostrare il fianco casualmente ad un abbordaggio del marito. Per vedere come si comporta.
Pessimo errore.

Tra interni di una borghesia altissima e raffinata fino all'eccesso, fino cioè alla spersonalizzazione e alla dispersione umana (la casa gigante e trasparente che paradossalmente nasconde invece di mostrare) ed esterni ruvidi fatti di orti botanici e caffeterie, i tre personaggi si muovono per lo più fuoriscena. Tutti i momenti topici sono raccontati e dunque filtrati dal giudizio e dal punto di vista del personaggio che li narra, mentre gli alterchi, le litigate e le discussioni avvengono davanti allo spettatore senza mediazione alcuna che non sia del regista. L'obiettivo è spiazzare dire cose che forse sono vere e forse no per affermare che verità non ce ne sono mai.

Atom Egoyan trova una strada tra ossessioni comuni e avvincenti anche per lo spettatore meno intellettualmente esigente e suggestioni alte (pure troppo), per accontentare con stile le due anime del pubblico. Dà un colpo al cerchio e uno alla botte tenendosi a metà strada tra il genere, l'azione e i colpi di scena di Attrazione fatale e le rarefatte atmosfere del cinema sentimentale europeo. Il risultato non brilla da nessuna parte ma è indubbiamente riuscito. Forse l'azione non fa per lui ma il dramma da camera sicuramente.

Monday, December 14, 2009

Jennifer's Body (id., 2009)di Karyn Kusama

POSTATO SU
Chi ha deciso che a dirigere Jennifer's Body ci sarebbe stata Karyn Kusama? Perchè rovinare in questo modo una sceneggiatura che aveva ben più di un elemento di interesse dandola in mano alla regista di Aeon Flux?

Non sono un fan a tutti i costi di Diablo Cody eppure di Jennifer's Body trovo apprezzabile non solo l'idea di fondo ("l'inferno è una teen ager") con tutto il parallelo tra la vita scolastica rigidamente regolata dalle regole dell'attrazione e le pene infernali ma anche lo svolgimento di una trama che si arrischia in terreni non semplici mirando non solo a contrapporre fiche e sfigate ma cercano di stabilire una relazione tra chi detiene il potere e chi si trova ad inseguire che non è scontata.
Ambientato in una cittadina di provincia Jennifer's Body sembra anche una curiosa presa di coscienza su quel mondo (spesso edulcorato) e sullo squallore dei meccanismi di popolarità ai margini dell'impero. Non solo ritrae la bella del paese per la squallida provinciale che è ma fa un discorso più complesso sulla vita ai margini.

Non ci vuole molto a capire per chi parteggi la sceneggiatrice, eppure il ritratto impietoso di Jennifer non è mai semplice attacco o anche semplice dualità (cattiva e bella ma bisognosa di affetto) e nessun personaggio è privo di contraddizioni interne, tutti hanno un loro cinismo da high school e chi ne è immune è solo buonista. Nulla di eccessivamente nuovo ma mescolato con intelligenza e proposto senza sbatterlo in faccia.
Purtroppo trovare i guizzi di Diablo Cody è un'impresa che sta tutta sulle spalle dello spettatore, non aiutato da un film che non riesce a dare i tempi corretti e gli accenti giusti su una sceneggiatura che gli è sempre un passo avanti.
Le uniche cose che possono passare dalla visione del film sono la facile metafore mangiatrice di uomini/vampira e l'attrazione/repulsione verso la migliore amica sfigata, suo doppio e improbabile simbolo di un'innocenza perduta. In pratica le cose peggiori.