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Wednesday, December 30, 2009

Io Loro e Lara (2009)di Carlo Verdone

POSTATO SU
La carriera di Carlo Verdone ha smesso di essere cinematograficamente interessante da tempo, tuttavia negli ultimi anni la storia produttiva dei suoi film ha sostituito (per interesse) i film stessi.
Nel 2006 all'annuncio di Il mio miglior nemico dichiarava di aver cambiato produttore, dopo decenni con Cecchi Gori passava a De Laurentiis perchè si sentiva tarpato, voleva più libertà e soprattutto più respiro internazionale che pensava la nuova società gli avrebbe garantito. Quasi 4 anni e un Grande Grosso e Verdone dopo dichiara di passare alla Warner perchè De Laurentiis non fa per lui, è eccessivamente pressante con la sua mania di controllare e (ma questo lo aggiungo io) non si è visto uno straccio di distribuzione internazionale, solo una qualità tecnica delle pellicole in picchiata verticale.

Oggi con Warner dichiara di voler fare un cinema diverso, più personale, lontano dalle solite figure borghesi, più morale, etico e via dicendo. E poi magari cercare una distribuzione internazionale. Io Loro e Lara è stato già sottotitolato e, fa sapere la Warner in persona, presto verranno i colleghi delle altre nazioni a visionarlo.
Quello che si troveranno davanti è un film girato maluccio (non peggio dei film delaurentiisiani che quelli non li batte nessuno ma di certo peggio di quelli cecchigoriani) e anche scritto male, che affoga nel buonismo una trama piena di assurdità che affianca scene, elementi e avvenimenti senza che stringano una relazione di causalità plausibile, adoperandosi con cattiveria solo nei confronti delle figure già deprecabili (cocainomani arrivisti, ipocriti e via dicendo). L'unica cosa positiva, come è sempre stato, è lui, Verdone. Solo lui ha delle trovate (improvvisate e non di sceneggiatura) che siano divertenti e solo lui ha un personaggio degno di questo nome, dotato di un conflitto interiore, di sfumature e teso verso il raggiungimento di qualcosa.

Attorno a lui ci sono non-personaggi, macchiette buone a fare delle gag ma inadatte a reggere un film. Se c'è un certo impegno nel trattare di striscio la crisi della fede, l'umanità dei preti e la difficoltà di operare nella realtà dei fatti (argomenti visti e trattati con una struttura di racconto curiosamente identica a quella di La Messa E' Finita) qualsiasi altra cosa è passeggera, come purtroppo alla fine è anche il film.
Verdone dice che si tratta del primo prete della sua carriera, perchè gli altri erano caricature, tic di un clero vetusto eppure quando in certi momenti rispolvera quelle movenze caricaturali si intravedono le uniche possibilità di ancorare il discorso alla realtà. Per il resto il personaggio di don Carlo è un uomo con un abito da prete e mai un prete che è anche e soprattutto un uomo normale come vorrebbe il regista.

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