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Wednesday, October 21, 2009

Brotherhood (Brotherskab, 2009)di Nicolò Donato

CONCORSO
FESTIVAL DEL FILM DI ROMA 2009

I neonazisti sono uguali in tutto il mondo, così anche in Danimarca fanno raid notturni per menare immigrati (in questo caso pakistani) o omosessuali, rileggono la storia della seconda guerra mondiale, hanno riti di iniziazione e nelle sfere più alte dei movimenti cercano di reclutare gli elementi più furbi tra le file degli insoddisfatti della società con affabili parole. Trovano così Lars, militare radiato per accuse di omosessualità che non ama gli extracomunitari ma nemmeno i nazi, loro però lo convincono, lo prendono tra le loro fila e lui si innamora di uno di loro scoprendone il lato gay. Gli amici ovviamente non gradiranno la scoperta.

Come sempre in questi casi si tratta di una storia di violenza, di miseria e in ultima analisi di uno stile di vita senza scampo. Brotherhood colpisce duro lo spettatore ma solo superficialmente mostrandogli un sentimento fiorire tra le rocce e poi distruggendo la possibile felicità dei protagonisti, mostrando una possibile redenzione da un abisso e poi lasciando che il male in un certo senso abbia la sua rivincita. Tutto già visto in un meccanismo risaputo che però vuole essere originale.

Tirare in ballo tematiche come quelle neonaziste, sulle quali la quasi totalità del pubblico è già daccordo può essere un'arma a doppio taglio, poichè è molto failce fornire agli spettatori solo conferme di quello che già pensano, cavalcare i loro desideri espliciti (che qualcuno tenti di rompere la catena di violenza insensata) e impliciti (che il film trovi delle impennate drammatiche) però a questo dovrebbe anche corrispondere un'idea davvero originale che differenzi questo film dalla restante moltitudine di opere sullo stesso tema.

Gli estremisti di destra sembrano personaggi marginali presi da altri film o dall'immaginario collettivo, sono figure piatte e incomprensibili che è possibile solo condannare senza appello. L'ideologia aberrante non dovrebbe essere una scusa per non tentare di capire gli uomini che si celano dietro atti così ignobili. In Brotherhood invece solo chi si distacca dall'ideologia sembra avere veri sentimenti, gli altri sono solo figurine, ma anche per quei pochi fortunati il destino è di un trattamento noioso e prevedibile nelle sue svolte.

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