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Wednesday, October 15, 2008

Centochiodi (2007)di Ermanno Olmi

Centochiodi è veramente un bel film. Ma davvero. E lo dico con raro stupore nonostante ne abbia letto sempre bene e pure sulla connection gli siano stati dati bei voti anche da blogger che mai avrei detto.
Lo stesso avevo dei pregiudizi inumani per via del soggetto e del regista (nonostante la rivalutazione di opere come Il Posto) e invece sono stato davvero conquistato da questo film che come tutti hanno già detto fa qualcosa di correttamente sacrilego: non si accanisce sui libri ,che in sè non sono il male ovviamente, ma sulla cultura immobilistica libraria e religiosa (in questo senso è bellissima l'idea dei libri del prete inchiodati per terra con chiodi da crocefissione).

Ma ancora di più la cosa che a me davvero ha stupito di Centochiodi è come, ci sia anche un fenomenale discorso sotterraneo sul potere del fascino oltre al più evidente e forse anche tropo didascalico discorso di liberazione culturale e riappropriazione del mito cristologico innescata nella solita poetica di Olmi del ritorno alle campagne e della vita rurale come unica vera forma di civiltà.

La cosa più curiosa del film e cioè il suo protagonista, Raz Degan, è stato scelto con un'abilità e un'intelligenza rare. Bello, anzi bellissimo, sia per fattezze che per aura (professore di filosofia delle religioni esule e ribelle che torna alle origini), mostra con tutta la sua parabola la potenza incredibile del concetto di fascino.
Il fascino che lui esercita sulle donne è fondamentale, come anche quello che in quanto figura cristologica "che fa i miracoli col bancomat" (A. Crespi) esercita sui paesani (e il fatto che questa identificazione per i contadini sia principalmente dovuta alle fattezza è straorinariamente divertente) nonchè tutto il discorso della "bella del paese" sul suo vivere questa curiosa condizione.

E il fascino è davvero l'elemento più emblematico di questo splendido film dal ritmo rilassato e goduto che forse, come tutti hanno detto, sarebbe stato migliore non doppiato e quindi arricchito dai dialetti originali ma che lo stesso trova secondo me "altrove" il suo di fascino profondo.

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