.:[Double Click To][Close]:.
Get Paid To Promote, Get Paid To Popup, Get Paid Display Banner




Showing posts with label mario camerini. Show all posts
Showing posts with label mario camerini. Show all posts

Wednesday, August 27, 2008

Darò Un Milione (1936)di Mario Camerini

Non mi stancherò mai di ripetere che Mario Camerini è uno dei più grandi geni misconosciuti del nostro cinema, uno dei cineasti più tecniciche abbia mai visto orchestrare un film nel nostro paese e uno dei più delicati narratori.
Penalizzato (forse) dal cinema dei telefoni bianchi e dal dover girare continuamente commedie rosa (ma in molti casi si trattava di scelte precise) Camerini ha attuato in silenzio e senza clamori, una serie di sperimentazioni visive e narrative fuori dal comune.

In particolare Darò Un Milione si apre con un montaggio alternato tra un milionario stanco nel suo yacht e un barbone desideroso di porre fine ai suoi giorni, entrambi meditano di buttarsi nelle medesime acque ma con scopi differenti. Alla fine lo farà solo il milionario per fuggire dalla sua di realtà e tuffarsi in quella del barbone (la vita di indigenza). Ma che rigore nel montare...

Al favolismo zavattiniano del soggetto Camerini (che non aveva buoni rapporti con il soggettista) risponde con una messa in scena rigorosissima e densa di poesia nascosta (e non esibita come è invece uso di Zavattini). Esempio di questo è ancora verso l’inizio del film la scena in cui il giovane milionario che si finge barbone si sveglia in un prato erboso tra panni stesi al sole. La prima cosa che vede è un cane che fa le capriole mentre sente la voce della ragazza destinata (come vogliono i canoni) ad essere la sua amata. Le percezioni dello spettatore si confondono tra le ombre ingannevoli di altre lavandaie dietro ai panni, il cane che fugge e un montaggio che confonde ancora di più come se ci si trovasse in una stanza degli specchi. Una tecnica che sembra mantenere una continuità insperata con il mondo dei sogni da cui il giovane barbone milionario dovrebbe essersi destato, cosa che personalmente ho ritrovato in un altro solo film girato almeno 10 anni dopo cioè Scala al Paradiso (il risveglio in spiaggia).

In particolare poi, per gli amanti della lotta ai regimi, Darò Un Milione cambia ambientazione dall’Italia alla Francia per poter mostrare una diffusa povertà, una meschinità umana non comune nel cinema dei telefoni bianchi e un opportunismo alto borghese che appartiene tutto alla matrice originale, cioè la storia di Zavattini.

Saturday, April 5, 2008

Gli Eroi Della Domenica (1953)di Mario Camerini

Pur se preso nei termini di una commediola di costume (in cui è maestro) ancora una volta Camerini si dimostra uno dei registi in assoluto più tecnici e moderni di tutta la nostra storia.
Gli Eroi Della Domenica è uno dei primissimi (e dei migliori) film italiani sul calcio, proprio sullo sport e il suo gioco ad alti livelli. Per l'occasione vi presero parte anche molti attori veri del Milan di Nordal e Lieldholm, dato che la storia è quella che ruota intorno a diversi personaggi prima e durante una partita di serie A tra il Milan e un'altra squadra immaginaria in crisi e pronta alla retrocessione.
Protagonista assoluto è Raf Vallone, giocatore di calcio mancato e attore per caso (fu lanciato da una parte in Riso Amaro), nella parte di un attaccante fortissimo ma in tramonto di carriera che si vende la partita salvo poi avere il classico rimorso di coscienza e trovare un riscatto incredibile. I ruoli più comici e leggeri sono invece affidati a caratteristi come Paolo Stoppa e Marisa Merlini. In parti minori poi si trovano anche Marcello Mastroianni e Franco Interlenghi.

Ma le cose migliori, oltre ad una visione d'altri tempi su un calcio completamente diverso da quello moderno (calciatori che non hanno soldi e che non vengono riconosciuti dalla folla per la poca diffusione della televisione, termini e ruoli mai sentiti e regole diverse (l'allenatore si piazza dietro la porta durante un rigore per dare suggerimenti al portiere!!)), sono le scene delle partite e il climax finale da grande melodramma (compreso l'espediente da harmony della malformazione cardiaca che salta fuori durante la partita).

Il problema, è evidente, è come sempre di non poter girare le sequenze di partita con uno stadio pieno, per risolverle Camerini da lontano utilizza immagini di repertorio di partite del Milan contro una squadra dalla maglia simile a quella usata dai protagonisti, mentre per le ravvicinate adotta un punto di vista inusuale e molto alto che, avendo la macchina da presa puntata verso il basso, esclude le gradinate. Il risultato è credibilissimo soprattutto per come si muovono tutti i giocatori.

Ma ancora di più sono fenomenali (e in questo rivaleggiano con le omologhe di Fuga Per La Vittoria) le inquadrature vicinissime dei dribbling del protagonista, un po' velocizzate com'era uso per le sequenze d'azione dell'epoca, e realizzate con lunghi carrelli che non escludono gli altri giocatori sullo sfondo (ma sempre senza prendere le gradinate).