La ragazza al chiudere delle scuole per le vacanze natalizie rimane stranamente chiusa dentro la biblioteca della scuola. Unico contatto con l'esterno, il computer collegato ad Internet. Nessuno la va a riprendere perché, apprende lei stessa dai commenti degli amici sulla bacheca, in realtà c'è un'altra Martina che è in giro e vive la sua vita, dunque tutti ritengono lei stia scherzando. Col passare dei giorni però si capisce che la Martina che è fuori non è proprio uno stinco di santo...
La serie è stata fruibile solo sulla fan page di Martina su Facebook perché per portare avanti il racconto non utilizzava solo i video ma tutti gli elementi del social network (foto, post, commenti, link). Anzi, proprio quella parte di discrezionalità (le possibili interazioni con gli utenti) è stata quella che più ha influenzato lo svolgersi della storia, allontanandola anche dalle volontà degli autori.
A parlarne è Riccardo Milanesi, manager di Peter Pedro la società di edizione che ha dato vita al progetto con un budget di meno di 5.000 euro ("Ma - spiega - lavorando abitualmente nel settore abbiamo potuto abbatere il budget di almeno un terzo risparmiando su cose che altre persone invece dovrebbero pagare") senza alcuna aspettativa di ritorno economico, solo per sperimentare nuove forme di racconto e vederne l'esito. E l'esito è stato buono e molto lontano da certi stilemi tipici della rete, Milanesi infatti ha fortemente voluto un tono, una recitazione e una messa in scena "pulite" che rifuggissero qualsiasi realismo o pretesa di realtà, "Non volevo una cosa stile Blair Witch Project - dice - non volevo polemiche o accuse di sfruttamento di fatti di cronaca, volevo un racconto palesemente finto e per questo ho utilizzato messa a fuoco selettiva, color correction e tutti i trucchi del caso".
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