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Thursday, December 30, 2010

Che bella giornata (2010)di Gennaro Nunziante

POSTATO SU
Forse solo Carlo Verdone era riuscito a fare tanto, passare dai programmi comici televisivi al cinema con un grande successo e ripetersi qualitativamente anche nel secondo film.
Che bella giornata è nè più nè meno Cado dalle nubi (vi è piaciuto quello, vi piacerà questo), che in sè già è tanto. E' tanto fare un film onestamente divertente, consapevole dei propri limiti ma soprattutto delle proprie potenzialità, scritto senza nessuna abilità particolare ma con l'intelligenza degli script rapidi e ben organizzati, centrato sulle gag e funzionale ad esse (e nulla più eh!).

C'è poco altro da dire su Che bella giornata. Presenta Checco Zalone nel suo classico personaggio che stavolta sogna di diventare tutore dell'ordine come è tradizione nella sua famiglia, ma dopo diversi tentativi nella carriera da Carabiniere (scartato per la sua incorreggibile tendenza a promuovere le irregolarità compiute dai suoi familiari) viene preso da un cardinale (dietro raccomandazione ovviamente) per lavorare alla tutela dei beni della Chiesa a Milano. Sarà bersaglio delle attenzione di un'attentatrice maghrebina che vuole far saltare in aria la Madonnina ma che crollerà davanti alla tenera goffagine e alla corte di Checco.

Ho raccontato per bene la trama perchè la cosa più interessante è proprio come, al di là della più classica delle critiche sociali ("Ah ma tu hai studiato! Tranquilla qui non serve a niente, da noi non si fa un cazzo!"), c'è anche un modo curioso di concatenare gli eventi. Le solite critiche all'Italia sono un pelo più forti e un pelo più radicali del solito.
E' chiaro che tutto è funzionale alle gag e quindi la corte che Checco fa alla maghrebina si risolverà in un nulla di fatto a livello sentimentale ma lei cambierà idea sul suo attentato, tuttavia il modo insensato con cui i fatti accadono (Zalone, riconosciuto incompetente da tutti e causa di mille problemi per il suo lassismo meridionale, viene continuamente promosso e piace a tutti, tanto da far cambiare idea alla ragazza a furia di furti e abusi di potere) ricorda quasi il modo in cui Lumet dipingeva il suo protagonista in Prova ad incastrarmi: criminale incallito ma talmente simpatico da farla franca in un sistema incline a favorirlo.
Che non è poco.

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