Rispondendo in pieno alla logica che vuole il film romantico con target giovanile dominato da una figura maschile ma incentrato su quella femminile, Remember Me è girato intorno al corpo di Robert Pattinson ma badando bene a tenere Emilie De Ravin al centro della trama (come dimostrano l'incipit e il sorprendente finale).
Per il resto i topoi ci sono tutti: un tormento interiore che funesta l'animo nobile di un ragazzo che vive un rapporto di incomprensione con la famiglia ma di amore verso la sorella più piccola, l'incontro con una ragazza meno problematica ma ugualmente afflitta da una relazione zoppicante e tempestosa con il padre e l'amore che salva ma è difficile da realizzarsi per i soliti problemi di comunicazione e relazione tra animi burrascosi.
Remember Me, voluto e prodotto dallo stesso Pattinson che la saga di Twilight ha reso ricco ma anche vincolato ad un personaggio espressivamente limitato (anche lì siamo davanti a film incentrati sul suo corpo ma ruotanti attorno alla protagonista), riesce però a centrare con felicità la sua missione, quella cioè di fare del romanticismo volutamente foriero di illusioni, sogni e aspirazioni che solo uno spettatore giovane (più dentro che fuori) può trovare originali ma che può comunque tramutarsi in un racconto tanto ingenuo quanto efficace e riuscito.
Stereotipo dell'originalità che si ripete ad ogni generazione perpetuando un certo modo di sentire i sentimenti che si aggiorna solo nell'estetica e che ad ogni passaggio illude la generazione in corso di essere diversa da quelle passate.
Proprio per questo (e per la già citata felice riuscita dell'intreccio) non si comprende come mai il film abbia un (inanticipabile) finale tanto inatteso quanto rovinoso, in grado con poche immagini di ridefinire tutto il senso e lo scopo della pellicola trasformando Remember Me da opera riuscita a pacchianata americana nel senso più deteriore del termine in soli 5 minuti. E' record!
Per il resto i topoi ci sono tutti: un tormento interiore che funesta l'animo nobile di un ragazzo che vive un rapporto di incomprensione con la famiglia ma di amore verso la sorella più piccola, l'incontro con una ragazza meno problematica ma ugualmente afflitta da una relazione zoppicante e tempestosa con il padre e l'amore che salva ma è difficile da realizzarsi per i soliti problemi di comunicazione e relazione tra animi burrascosi.
Remember Me, voluto e prodotto dallo stesso Pattinson che la saga di Twilight ha reso ricco ma anche vincolato ad un personaggio espressivamente limitato (anche lì siamo davanti a film incentrati sul suo corpo ma ruotanti attorno alla protagonista), riesce però a centrare con felicità la sua missione, quella cioè di fare del romanticismo volutamente foriero di illusioni, sogni e aspirazioni che solo uno spettatore giovane (più dentro che fuori) può trovare originali ma che può comunque tramutarsi in un racconto tanto ingenuo quanto efficace e riuscito.
Stereotipo dell'originalità che si ripete ad ogni generazione perpetuando un certo modo di sentire i sentimenti che si aggiorna solo nell'estetica e che ad ogni passaggio illude la generazione in corso di essere diversa da quelle passate.
Proprio per questo (e per la già citata felice riuscita dell'intreccio) non si comprende come mai il film abbia un (inanticipabile) finale tanto inatteso quanto rovinoso, in grado con poche immagini di ridefinire tutto il senso e lo scopo della pellicola trasformando Remember Me da opera riuscita a pacchianata americana nel senso più deteriore del termine in soli 5 minuti. E' record!
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