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Thursday, December 31, 2009

Shadow Of The Colossus

Diciamolo subito: non avevo mai giocato a nulla di simile. Conoscevo già giochi molto simili, dalle storie simili o dalle stesse dinamiche, ma mai come in questo caso il contenuto è ininfluente di fronte alla forma. Shadow Of The Colossus è uno dei prodotti più raffinati e uno dei pezzi di storytelling videoludica migliori a cui abbia mai avuto l'onore di prendere parte. Forse l'unico gioco a cui abbia mai giocato per il quale la storia raccontata sia più importante dell'atto materiale di giocare.

Il trucco di Shadow Of The Colossus, il motivo per il quale è qualcosa di diverso rispetto a tutto il resto, è in sostanza il linguaggio audiovisuale. Se molti videogiochi utilizzano i trucchi del cinema (oltre al gameplay ovviamente) per risultare più interessanti e convincenti dei propri rivali Shadow Of The Colossus sembra programmato attorno ai trucchi filmici.
C'è innanzitutto il subtracting design, ovvero in parole povere il fatto che il gioco è essenziale. Non povero ma essenziale. Non ci sono cuori, stelle, pozioni, munizioni, nemici da un colpo, passanti, segreti e via dicendo. Ci sei tu, il cavallo, la spada, le frecce (cioè l'arma da vicino e l'arma da lontano) e 16 colossi. FINE. Tutta l'energia dei designer e degli animatori è stata profusa in pochi elementi realizzati con cura e ognuno con un pensiero dietro. Per tutta la sconfinata landa desolata che percorri per trovare i colossi non c'è mai nulla, solo il vento che soffia e al massimo qualche rettile.
Il vento. Ecco un'altra cosa fondamentale.

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