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Friday, September 5, 2008

Un Giorno Perfetto (2008)di Ferzan Ozpetek


POSTATO SU
Quello che dicevano è vero.
Ampiamente (ma non unanimemente) etichettato come una "porcata", Un Giorno Perfetto è il melodrammone come non vorremmo mai vederne, cioè quello che presuppone che ci si commuoverà o si proverà empatia per un personaggio e una scena solo perchè "è opportuno che succeda", solo perchè "la storia lo impone".
Non si percepisce un minimo sforzo registico di creare una dimensione emotiva della storia, tutto è diretto come se dovesse davvero funzionare da solo, come se dovesse davvero comunicare la travolgente passione e la folle disperazione che i personaggi dichiarano solo con i soliti silenzi e i soliti gesti "colmi di significato".

Tutto il buono del film viene appunto dalla trama, cioè dal libro da cui è tratto, che mira a dare un ritratto umano e partecipato a figure solitamente esecrate dai telegiornali: i protagonisti di quelle apparentemente inspiegabili tragedie di cronaca. Ecco la storia quelle tragedie prova a spiegarle, mostrando come ci si possa arrivare anche rapidamente, anche in un giorno solo. Che era un'idea non male.
Peccato che la realizzazione dimentichi ogni possibile equilibrio per cercare a tutti i costi e nella maniera più semplice l'intensità e la prova d'attore (che come capita regolarmente quando la si cerca così tanto non arriva).
Peccato, perchè poi se ne vedono così poche di vere e autentiche tragedie al cinema...

Nonostante abbia saputo fare a tratti del buon cinema qui Ozpetek ci mostra quel tipo di cinema italiano all'italiana che ormai, almeno io (ma so che la sensazione è largamente condivisa), non posso più tollerare.
Non sono più disposto a tollerare i bambini ritratti n questo modo con quelle parole in bocca, quelle idee in testa e quel modo di agire. Non sono più disposto a tollerare una simile leggerezza nel lavorare un film.
Non lo sopportavo prima che avevamo quasi solo questo e non di certo lo posso vedere adesso che ci sono segni di vitalità.

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