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Thursday, March 20, 2008

27 Volte In Bianco (27 Dresses, 2008)di Anne Fletcher


Vi fu un tempo in cui anche io andavo al cinema normalmente, dove per normalmente intendo come tutti i comuni mortali, una volta ogni tanto. E andando al cinema una volta ogni tanto non potevo certo vedere tutto quello che usciva dunque ero costretto come tutti a selezionare. Il che non vuol dire che vedessi solo capolavori (anzi!), ma in linea di massima non vedevo mai prodotti a me totalmente sgraditi.

Ecco allora mi chiedo e VI chiedo: ma ci sono sempre state tutte queste commedie sul matrimonio??
Da quando vado al cinema per lavoro non faccio che vederne! Sono tutte uguali tutte banali e scontate e tutte orrendamente concilianti. Certo non sono meno banali e scontate di un brutto film d'azione, ma non so... Sarà il fatto che inneggiano al matrimonio e quindi alla costruzione di un ordine che è quello precostituito e imposto ad infastidirmi particolarmente (mentre se non altro il filmaccio brutto d'azione è comunque un inno al disordine e alla distruzione).

27 Volte In Bianco, diretto dalla regista di Step Up (rendiamoci conto), è il prototipo solito della commedia romantica: lui e lei hanno bisogno d'amore; si incontrano e si odiano a pelle; litigano talmente tanto che si innamorano; però hanno degli affari e/o delle storie parallele in ballo; ad un certo punto arriva il sospirato bacio e/o qualcosa di più; a questo punto salta fuori l'artificio drammatico nella persona di un amante o di un inganno che sale a galla; il truffato e/o tradito fa una scenata e dice: "Sei un bastardo! Io ti amavo!" e l'altro: "Ti posso spiegare..." ma non va mai avanti con la frase; ognuno torna alla propria vita però più triste di prima; chi accusava scopre per caso che le sue accuse erano false e/o l'altro si è pentito dell'inganno e/o non era un vero inganno; tenta di rimediare; sembra troppo tardi; non lo è. Lieto fine.

I protagonisti devono essere carini ma non troppo sexy e i personaggi interessanti ma abbastanza mediocri e imbranati da poter scatenare identificazione. Quella giusta via di mezzo tra la realtà dell'essere umano medio e la bellezza dei divi, cioè devono proporre un'identificazione verso l'alto che sia però raggiungibile e non al di là della portata di chiunque. In questo senso solitamente si prendono donne bellissime ma un po' cicciottelle e si insiste su questi particolari.

Aggiungiamoci molti matrimoni, un migliore amico/a simpatico e buffo che garantisca il tono di commedia e il film si gira da solo. E 27 Volte In Bianco sembra proprio che si sia girato da solo.
Ammetto tuttavia che ci sono 2 trovate di numero interessanti, cioè il momento in cui lei si prova tutti i vestiti e sono uno davanti l'altro sui divani e di sfondo si vede la catasta e il momento alla fine con le 27 damigelle d'onore. Quelli non sono momenti stupidi, hanno il loro perchè e anche alcune vaghe caratteristiche di cinema. Il resto è industria.

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