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Thursday, February 14, 2008

Kirikù e La Strega Karabà (Kirikou et la sorcière, 1998)di Michel Ocelot

Francia Belgio e Lussemburgo impegnati nella coproduzione di un cartone la cui trama mescola retaggi africani a sensibilità mediterranee.
Possibile e voluta alternativa agli imperanti prodotti giapponesi e americani, Kirikù E La Strega Karabà dovrebbe essere l'animazione non globalizzata, che affonda le radici nell'umanesimo più puro e semplice, quello della tribalità africana, ma ricicla stereotipi e figure del nuovo mondo solo a partire da una base narrativa tribale.
E così la strega cattiva si rivela avere unicamente una spina conficcata nella schiena che la rende malvagia e del resto i cittadini della tribù non sono meno perfidi e maligni. Antipregiudizismo sbandierato per un cartone dove nulla si dovrebbe rivelare come sembra mentre in effetti tutto lo è.
Apprezzabilissimi i disegni, a tratti davvero ispirati, ma da soli non possono fare tutto, specialmente con un intreccio così debole e con un ritmo sotto le scarpe.

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