Hitman è un film da paesani. Nè più nè meno. E per paesani non intendo la gente che viene dai paesi ma lo stereotipo mentale che un uomo di città può avere del sempliciotto di campagna, quella categoria umana (che è presente (e come!) anche in città) che non ne vuole sapere di approfondire e che si accontenta ed è felice con la pedissequa riproposizione delle proprie aspirazioni e volontà di successo e potenza in film.
Non che un film non debba o non possa fare anche questo pur rimanendo qualcosa di valido, anzi, ma non può fare unicamente questo come fa Hitman.
Diretto con le idee di un adolescente e con una visione di mondo degna del peggior maschilista possibile (e dire che a me le cose maschiliste solitamente piacciono pure) Hitman non ha il minimo rispetto nè la minima stima per lo spettatore e gli propone un film che ha le basi di trama esattamente di un videogioco (ovvero vaghi accenni in forma di immagine al passato) e uno sviluppo narrativo con mille buchi (senza parlare di un finale agghiacciante).
Eppure ci sarà a chi piacerà. Dubito possa essere un successo, ma lo so che ci sarà qualcuno a cui piacerà, qualcuno che si sentirà confortato e magari esaltato da un film che senza prendere parte a nulla mette in scena personaggi che parlano solo per generare un effetto immediato come se il film dovesse finire con la sequenza successiva o quelle parole fossero immediatamente dimenticate e quindi non confrontabili con altre affermazioni o altre azioni.
Forse il momento più basso lo si tocca quando 47 (questo il nome del protagonista) saltando in una finestra entra in una stanza a caso e i due ragazzi che lo vedono entrare fanno un'espressione stupidamente sbigottita nel vederlo, e appena lui scappa via notiamo che i due stavano giocando all'omonimo videogioco da cui il film trae ispirazione. Il massimo del minimo.
Non che un film non debba o non possa fare anche questo pur rimanendo qualcosa di valido, anzi, ma non può fare unicamente questo come fa Hitman.
Diretto con le idee di un adolescente e con una visione di mondo degna del peggior maschilista possibile (e dire che a me le cose maschiliste solitamente piacciono pure) Hitman non ha il minimo rispetto nè la minima stima per lo spettatore e gli propone un film che ha le basi di trama esattamente di un videogioco (ovvero vaghi accenni in forma di immagine al passato) e uno sviluppo narrativo con mille buchi (senza parlare di un finale agghiacciante).
Eppure ci sarà a chi piacerà. Dubito possa essere un successo, ma lo so che ci sarà qualcuno a cui piacerà, qualcuno che si sentirà confortato e magari esaltato da un film che senza prendere parte a nulla mette in scena personaggi che parlano solo per generare un effetto immediato come se il film dovesse finire con la sequenza successiva o quelle parole fossero immediatamente dimenticate e quindi non confrontabili con altre affermazioni o altre azioni.
Forse il momento più basso lo si tocca quando 47 (questo il nome del protagonista) saltando in una finestra entra in una stanza a caso e i due ragazzi che lo vedono entrare fanno un'espressione stupidamente sbigottita nel vederlo, e appena lui scappa via notiamo che i due stavano giocando all'omonimo videogioco da cui il film trae ispirazione. Il massimo del minimo.
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