Siccome arrivo no in ritardo, di più, su un tema e una serie già di grande successo e di cui si è parlato in lungo e in largo sottolineo solo una cosa che mi ha colpito tantissimo, cioè come sia strano il meccanismo di immedesimazione in Dexter.
E' vero che ci immedesimiamo sempre con chi è a rischio, ma con Dexter è qualcosa di più, non c'è immedesimazione solo nei momenti di tensione ma c'è anche un forte senso di identità come capita con i protagonisti normali. Solo che Dexter non è solo un cattivo è anche spietato e asessuato.
Immedesimarsi con i cattivi è una cosa normalissima, sono i personaggi più affascinanti, ma non con quelli che squartano lieti le proprie vittime che ancora vive chiedono perdono. Nonostante siano sempre "gente che se lo merita", spesso fanno pietà, almeno a noi, ma non a lui.
E cosa ancora più strana è l'immedesimarsi con uno sessuofobico. Uno che si trova per le mani una bella donna vogliosa e la rifiuta schifato. Eppure ci immedesimiamo lo stesso. Io tante volte mi sono ritrovato a pensare "No! Ecco io a questo non ci sto!", eppure alla fine anche sono totalmente Dexter.
Perchè la vera natura del personaggio (e poi anche della serie) è la sua dualità. Nonostante tutto quello che fa in realtà il suo fascino pazzesco, quello che scatena l'identificazione, è quel "tutti mi vedono in un modo ma in realtà io sono diverso" e per certi versi migliore, perchè più scaltro, più originale e più furbo. E il sentirsi migliori e diversi da come ci percepiscono gli altri è un grande mito che appartiene a tutti. Non a caso il climax della fine della prima serie evidenzia questo più di tutto.
Dexter mette in evidenza come al di là dell'istinto sessuale e della normale pietà umana sia quella la cosa che più ci scatena l'ammirazione, l'aspirazione e quindi l'identificazione.
E' vero che ci immedesimiamo sempre con chi è a rischio, ma con Dexter è qualcosa di più, non c'è immedesimazione solo nei momenti di tensione ma c'è anche un forte senso di identità come capita con i protagonisti normali. Solo che Dexter non è solo un cattivo è anche spietato e asessuato.
Immedesimarsi con i cattivi è una cosa normalissima, sono i personaggi più affascinanti, ma non con quelli che squartano lieti le proprie vittime che ancora vive chiedono perdono. Nonostante siano sempre "gente che se lo merita", spesso fanno pietà, almeno a noi, ma non a lui.
E cosa ancora più strana è l'immedesimarsi con uno sessuofobico. Uno che si trova per le mani una bella donna vogliosa e la rifiuta schifato. Eppure ci immedesimiamo lo stesso. Io tante volte mi sono ritrovato a pensare "No! Ecco io a questo non ci sto!", eppure alla fine anche sono totalmente Dexter.
Perchè la vera natura del personaggio (e poi anche della serie) è la sua dualità. Nonostante tutto quello che fa in realtà il suo fascino pazzesco, quello che scatena l'identificazione, è quel "tutti mi vedono in un modo ma in realtà io sono diverso" e per certi versi migliore, perchè più scaltro, più originale e più furbo. E il sentirsi migliori e diversi da come ci percepiscono gli altri è un grande mito che appartiene a tutti. Non a caso il climax della fine della prima serie evidenzia questo più di tutto.
Dexter mette in evidenza come al di là dell'istinto sessuale e della normale pietà umana sia quella la cosa che più ci scatena l'ammirazione, l'aspirazione e quindi l'identificazione.
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