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Sunday, March 8, 2009

Ma non è una di quelle cose per le quali ci si dimette? Qualsiasi sia il lavoro che si sta facendo

L'On. Carlucci presenta una proposta di legge per rendere reato l'anonimato in rete. Lo fa per combattere la pedofilia ma ad una lettura attenta si capisce come sia in realtà una maschera per stringere la corda alla pirateria noncuranti delle conseguenze collaterali.
Ad una lettura ancora più attenta però salta fuori che il documento .doc pubblicato dalla stessa Carlucci nel quale è contenuta la proposta riporta tra i suoi metadati autore e licenziatario del software che lo ha generato e questi risulta essere Davide Rossi, presidente Univideo (associazione italiana per l'Home Video), un uomo che chi legge questo blog ha imparato a conoscere e chi non ne ha abbastanza può vedere questo video (minuto 1:30, attenzione che è roba per stomaci forti!).

Lo hanno già segnalato tutti dunque probabilmente lo saprete già e lo avrete già letto. Ma mi sembra incredibile. Non mi stupisco mai troppo dei fatti d'attualità ma di tutte le cose che accadono (e ne accadono) questa mi sembra la più incredibile.

L'unica cosa da ripetersi come un mantra in questi casi per evitare quel senso di dolore e attorcigliamento dello stomaco è che la rete da sola, anche se illegalmente, sta andando avanti e sta cambiando il mondo al di fuori. La rete da sola si dimostra più forte.

Update:
Trovo immediato riscontro e conforto nelle parole di Cory Doctorow, forse il blogger più seguito del pianeta, redattore di Wired e mille altre cose internettesche
[...]aggiornare gli atteggiamenti consolidati richiede un po’ di tempo. Io faccio spesso l’esempio dell’Inghilterra vittoriana in cui era proibito masturbarsi, per legge. Era un reato: eppure le persone lo facevano, e a un certo punto la società e le regole ne hanno preso atto. Lo stesso sta avvenendo rispetto ai download che vengono considerati violazioni del diritto d’autore

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